CENA | Michele Della Vecchia

Gli spazi che la cultura architettonica spesso propone appaiono sempre più frammentati e astratti, espressioni di luoghi immateriali, creati per un mondo di relazioni virtuali. La realizzazione del CENA si propone di coniugare il frutto delle conoscenze globali con i caratteri locali, mantenendo viva ogni opportunità di interazione fra la cultura territoriale irpina ed il mondo, mediante l’uso delle più moderne tecnologie di telecomunicazione. L’idea che fa da sfondo è di valorizzare i luoghi irpini in cui tradizione e innovazione si incontrano con naturalezza, in cui i materiali e le destinazioni dell’immobile individuato hanno la loro ragione di essere nel rapporto con il contesto. Le pareti in pietra, libere e pulite, sono di breccia irpina, ruvida ma accogliente, tenace come gli abitanti di queste terre. La sua presenza testimonia la tradizione e la capacità di scalpellini, scultori e artigiani attivi sul territorio. Il cibo da sempre è portatore di significati simbolici, sociali, rituali, è rappresentazione dell’identità popolare, ma è anche veicolo di trasmissione di tale identità. Parlare di cibo significa dunque parlare di una forma di cultura, e l’alta cucina in particolare ne costituisce l’eccellenza, tanto che sempre più spesso la si associa ad una forma d’arte. L’idea di individuare il Complesso delle Suore Stimmatine quale sede del CENA (Campus Enogastronomico Nusco Avellino) non è affatto casuale. La scelta è stata dettata dalla storica funzione che il Complesso stesso ha svolto per decenni, tenendo in considerazione il suo valore storico-artistico e la sua valenza paesaggistica data dalla particolare location panoramica. Sin dalla fine dell’800 il Complesso Religioso ha svolto attività educative e sociali con la presen¬za di una mensa per i poveri e di un asilo per i bimbi disagiati. Dalla metà degli anni ’40 ha ospitato l’E.N.A.O.L.I. – Ente Nazionale per l’Assistenza agli Orfani dei Lavoratori Italiani.