Centro televisivo sperimentale e didattico-culturale
Vincitore dl concrso di progettazione ''Centro televisivo sperimentale e didattico-culturale'' di Reggio Calabria Reggio Calabria / Italy / 2008
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Criteri generali dell’intervento - il concetto
il progetto nasce e si sviluppa intorno ad alcune linee guida:
1. integrazione delle diverse parti del complesso (edifici esistenti e
nuovo edificio, parcheggi, parco) in un unico insieme organico.
2. sviluppo di un prototipo di edificio sensibile ai temi della sostenibilità
ambientale e della salvaguardia del territorio.
3. creazione di un potente segnale e strumento di comunicazione anche
a livello di territorio.
1. si è scelto di conservare quasi tutti gli edifici esistenti, per preservare
la memoria e la continuità con il passato industriale dell’area,
ma gli stessi edifici sono inseriti all’interno di un complesso interamente
nuovo.
La continuità e l’integrazione tra le diverse parti del centro viene ottenuta
attraverso:
- il verde. l’intero lotto è interpretato come un’isola verde, una superficie
modellata, un paesaggio continuo.
- Il sistema degli spazi urbani. il progetto lavora sui vuoti, sugli spazi
tra gli edifici, più che sui pieni, sui volumi. una grande piazza/arena
centrale rappresenta il cuore del nuovo edificio e insieme dell’intero
complesso. La piazza/arena è in forte continuità con il piazzale
esistente, le due piazze sono i poli sui quali accessi e percorsi convergono.
- la rete dei percorsi. l’intero lotto è attraversabile su più livelli. è
previsto a una quota sopraelevata un itinerario di visita “volante”
del tutto indipendente dalla circolazione degli addetti e dei lavoratori
del centro.
2. il progetto sviluppa il tema della sostenibilità ambientale su diversi
piani, pratici e programmatici.
- sono previsti numerosi strumenti e sistemi per il risparmio energetico
e l’uso di fonti di energia rinnovabili così come l’impiego di
materiali sostenibili o riciclati.
Una pelle bio-climatica avvolge il nuovo edificio e parte degli edifici
esistenti. è un dispositivo in parte passivo (protezione dal caldo/
freddo) in parte attivo (con l’inserimento di pannelli fotovoltaici).
- ma il centro si propone anche come prototipo e manifesto di un
approccio sensibile nei confronti dell’ambiente, della salvaguardia
del territorio, del risparmio di suolo e delle altre risorse. l’intero
complesso si presenta come un polmone verde, un parco attrezzato,
segnale della volontà di avere più natura nella città.
La destinazione a parco può rappresentare un’importante occasione
per aumentare il valore “ambientale” del territorio, attraverso
la valorizzazione e ricostruzione di specifici elementi naturalistici e
paesaggistici, realizzando una “rete ecologica” di riconnessione tra
il sistema costiero e quello dell’entroterra.
La presenza dell’acqua (il reticolo idrografico e le acque correnti in
ambito urbano e peri-urbano) rappresenta un elemento fondamentale
di raccordo della rete stessa, svolgendo un ruolo importante
di promozione della risorsa idrica e producendo effetti diretti sulla
qualità e sulla funzionalità dell’ambiente circostante.
3. la collocazione baricentrica dell’edificio nel territorio, la natura speciale del tema del concorso, il valore simbolico del centro come catalizzatore di energie e motore di sviluppo impongono una particolare
attenzione agli aspetti di comunicazione e interazione visiva a differenti livelli:
- l’edificio rappresenterà un forte segnale urbano e nel paesaggio. non solo l’antenna e il nuovo edificio ma anche il terreno e l’intero
complesso sono pensati come una scultura, un’opera di land art. nella notte il centro è avvolto in una rete luminosa che parte dal terreno
e culmina nell’antenna/scultura, visibile in lontananza.
- il centro sarà di per sé uno strumento di comunicazione, non un contenitore passivo ma un dispositivo interattivo. la rete metallica che avvolge il nuovo edificio e parte degli edifici esistenti non ha solo una funzione bioclimatica ma è anche una pelle “intelligente” che interagisce sia con l’uso degli spazi interni dell’edificio che con l’ambiente
circostante. la superficie dell’edificio diventa così un nuovo tipo di spazio di comunicazione disponibile per videoproiezioni, informazioni
di varia natura, mostre e nuove forme d’arte, con la possibilità
di convogliare a distanza l’attenzione dell’intera città.
il centro può diventare il segnale di una nuova vocazione di Reggio Calabria a divenire polo simbolico di innovazione tecnologica e rinnovamento
urbano.
Inserimento urbanistico e ambientale
L’ambito territoriale di Catona è caratterizzato dalla presenza di molti elementi tipici del paesaggio rurale e naturale dello stretto (la trama agricola, il sistema idrografico, il litorale), segni che permangono nonostante le rapide trasformazioni dovute allo sviluppo edilizio che nel tempo ha unificato le diverse realtà urbane separate in un sistema costruito continuo che gravita sulla città di Reggio Calabria.
Questo processo di conurbazione, sostenuto dalla pianificazione urbanistica
del recente passato, ha di fatto legato il territorio a politiche di sviluppo basate sulla dimensione vasta e sulle grandi opere, rendendo meno visibili i caratteri e le specificità dei singoli centri e sfavorendo quindi l’affermazione di nuove polarità locali.
Diversamente oggi i piani e i progetti devono essere orientanti al recupero
e alla riconversione del territorio puntando nuovamente sulle sue risorse e potenzialità, valorizzando quelle qualità tipiche del patrimonio esistente a favore di un vero sviluppo locale. Il progetto di riconversione degli ex stabilimenti Italcitrus, rappresenta quindi un’importante opportunità per riqualificare lo spazio urbano di Catona e stabilire un nuovo sistema di relazioni alla scala territoriale.
Il paesaggio dello Stretto, con la sua natura e la sua storia legata al
lavoro dell’uomo nel mare e sulla terra, è dunque il principale riferimento
per la progettazione del nuovo centro didattico – culturale; le suggestioni, le immagini e i simboli del luogo vengono rivisitati e sintetizzati per conferire al progetto una sua particolare identità, sospesa tra recupero e innovazione, tra la conservazione dei segni del passato e le prefigurazioni del futuro.
Il centro C.e.T.e.S. è concepito quindi come uno spazio fortemente collegato al territorio, aperto alla fruizione e alla valorizzare del contesto urbano, teso alla promozione di nuove iniziative e inserito nel panorama delle iniziative culturali e ricreative già esistenti nella regione, come ad esempio quelle teatrali, musicali, espositive e comunque legate alle arti visive.
L’accessibilità è assicurata da diversi collegamenti viari sia alla scala locale che territoriale, a partire dal vicino svincolo autostradale della A3 Sa-Rc, fino alla direttrice della S.S.18 Tirrenica inferiore dalla quale è possibile entrare direttamente al centro. Altri accessi carrabili, pedonali e di servizio, sono previsti dalla rete stradale locale che si ricollega alla Marina e alla litoranea Catona - Gallico mediante una viabilità rettilinea diretta verso il mare in corso
di realizzazione (via Fiumarini).
Le stazioni ferroviare di Catona e di Gallico distano circa 1,5 km dal centro, l’aeroporto di Reggio Calabria è raggiungibile percorrendo circa 15km di autostrada, mentre lo scalo dei traghetti per Messina si trova a 6,5 km presso Villa S. Giovanni.
Una nuova polarità culturale
Il centro C.e.T.e.S. si candida a rappresentare una nuova polarità nel territorio di Reggio Calabria, un luogo di promozione e di produzione culturale, aperto alla sperimentazione e agli eventi di qualità. Tali obiettivi sono raggiungibili attraverso la definizione di un capillare programma di riconversione funzionale, rispondente ai requisiti promossi dal concorso e teso a organizzare nuovi spazi pubblici e nuove attività altamente specializzate. Il progetto affronta il tema della riconversione del complesso dell’ex italcitrus recuperando la maggior parte dei manufatti esistenti e proponendo la realizzazione di un nuovo edificio collocato nella parte centrale dell’area. Questa scelta corrisponde alla volontà di conservare da una parte le tracce del passato industriale di Catona e dall’altra promuovere una immagine completamente nuova e fortemente collegata con l’attualità. Un centro dedicato all’informazione sul territorio - sulla sua storia e sulle sue opportunità.
Dal punto di vista funzionale il progetto si propone di individuare e dimensionare tutti gli spazi necessari alle diverse attività introducendo
nuovi elementi di flessibilità e di integrazione tra i diversi modelli
di fruizione, quelli legati alla didattica e alla sperimentazione e quelli legati alla circolazione dei visitatori. Si è quindi data particolare importanza alla continuità dei percorsi e alla connettività, a partire dai parcheggi, fino agli accessi e alle connessioni verticali, creando quelle condizioni di semplicità di orientamento e di razionalità degli spazi utili al corretto svolgimento di attività complesse anche in contemporanea senza creare sovrapposizioni o disturbo.
Le diverse funzioni didattiche, professionali, di produzione multimediale,
di rappresentanza, espositive, di ristoro e di servizio, sono quindi ben distinte e riconoscibili ma correlate tra loro attraverso la rete dei percorsi e degli spazi aperti.
Viene proposto in questo modo un modello d’uso flessibile e facilmente
accessibile, in grado di promuovere una gamma molto vasta di attività ed eventi, con la possibilità di rivitalizzare questo contesto anche nelle ore serali e notturne.
Il programma funzionale adottato segue lo schema indicativo proposto
dal bando del concorso, apportando alcune variazioni mirate alla concentrazione delle funzioni a carattre più pubblico e rappresentativo
all’interno del nuovo edificio e creando un nuovo sistema di connessioni alle diverse quote.
il nuovo edificio accoglie dunque le attività collettive e direzionali diposte su due livelli all’interno di una struttura a ferro di cavallo affacciata su uno spazio pubblico centrale con la funzione di piazza-cavea dedicata alle relazioni quotidiane e agli eventi speciali.
Corridoi, ponti, affacci e terrazze intercettano le diverse funzioni creando particolari effetti di trasparenza tra i diversi ambienti e variando
continuamente il confine tra lo spazio esterno e lo spazio al chiuso.
Nel dettaglio le funzioni previste in questo edificio sono:
Piano interrato
- parcheggio
- locali tecnici
- ascensori, rampe e montacarichi
Piano terra
- piazza - cavea
- spazi espositivi
- uffici
Primo livello
- uffici, sale docenti, amministrazione
- sale riunioni, conferenze
- terrazza caffetteria
Secondo livello
- libreria-spazio commerciale
- bar - caffetteri
Direttamente a contatto con la piazza pubblica e con l’ingresso al centro viene recuperato il padiglione F ; questo edificio, di piccole dimensioni, ospita le funzioni di - biblioteca - mediateca - videoteca ed emeroteca. Spazi dove è possibile consultare materiali su supporti informatici ed interattivi, oltre che conservare documentazione di tipo tradizionale cartacea o audiovisiva.
Viene in questo modo confermata nel progetto la previsione di un padiglione interamente dedicato alla archiviazione, allo studio e alla ricerca mettendo a contatto nuovi e vecchi sistemi di comunicazione fruibili dagli studenti del centro e da una utenza più allargata.
I padiglioni D ed E corrispondono attualmente ad una tipologia a capannone, sono cioè grandi contenitori privi di un vero e proprio carattere architettonico. Questi edifici, opportunamente trasformati mediante l’inserimento di nuovi sistemi di copertura, di partizioni interne e di nuovi impianti tecnologici, possono migliorare notevolmente la loro qualità architettonica e accogliere quelle particolari funzioni che richiedono spazi di grandi dimensioni per le manovre di macchinari e il montaggio di scenografie.
L'edificio D, dedicato agli studi televisivi e le sale regia, viene ristrutturato
utilizzando sistemi costruttivi che permettono la massima trasformabilità degli spazi consentendo l’allestimento di produzioni di diversa entità e complessità. La conformazione tipo prvede la realizzazione di due sale da 400mq, una da 650mq e una di 100mq.
Nell’edificio E vengono collocate le aree di lavoro e di supporto alle produzioni, prevedendo laboratori di falegnameria, di scenografia e di sartoria. In questi ambienti, direttamente connessi agli studi sono previsti inoltre i depositi costumi, i camerini e le sale trucco per gli attori.
Le attivita didattiche sono concentrate nel padiglione C; questo edificio
opportunamente trasformato, permette, per la sua conformazione
tipologica, una particolare ricchezza di soluzioni spaziali e una corretta suddivisione tra gli ambienti di servizio, i laboratori specialistici
di post - produzione e le aule vere e proprie.
Nel dettaglio le funzioni collocate nel padiglione C sono:
- ingresso - foyer
- uffici
- sale audio
- sale grafica
- sale montaggio
- area informazioni
- studio radiofonico
I padiglioni C-D-E-F sono collegati tra loro da un percorso pubblico sospeso che intercetta le diverse funzioni rendendole visitabili dal pubblico e riconnette questo comparto con l’edificio centrtale, i parcheggi
e la piazza-cavea.
Il comparto terminale del lotto, l’area triangolare delimitata dalla viabilità carrabile, è, come già detto, conformato da uno spazio verde
modellato su di diverse quote che raccordano i dislivelli esistenti, accogliendo un parcheggio a raso immerso nel verde e collegato al resto del centro mediante un ponte pedonale; al di sotto del parcheggio
sono ricavati i locali tecnologici e i magazzini.
Tecnologie e sostenibilità ambientale
Un tema fondamentale del progetto è quello di ottenere un nuovo assetto del centro con elevate prestazioni biotecnologiche e funzionali.
Tale obiettivo è raggiungibile operando da una parte sul recupero e la riconversione dei manufatti esistenti, con il loro adeguamento tipologico e tecnologico e dall’altra inserendo nuovi organismi ed attività
capaci di definire un sistema edilizio completamente rinnovato con maggiori qualità ambientali. L’orientamento progettuale è stato quello di minimizzare ogni possible impatto negativo, prevedendo e tutte le misure necessarie a contenere i consumi energetici e ridurre i carichi ambientali secondo
quanto indicato dal Protocollo Itaca Sintetico redatto a cura del “Comitato Tecnico per l’Edilizia Sostenibile” relativamente ai seguenti obiettivi:
- Riduzione del consumo di risorse
- Ridurre i consumi energetici per la climatizzazione invernale
- Ridurre i consumi energetici per la produzione di acqua calda sanitaria attraverso l’impiego dell’energia solare;
- Inerzia termica- Contenimento consumi energetici estivi
- Ottimizzazione dello sfruttamento della luce naturale ai fini del risparmio energetico e del comfort visivo.
- Diminuzione dei consumi annuali di energia elettrica degli edifici
- Utilizzo materiali eco-compatibili- Ridurre il consumo di materie
prime non rinnovabili;
- Utilizzo materiali eco-compatibili - Favorire l’impiego di materiali
riciclati e/o di recupero per diminuire il consumo di nuove risorse.
- Riduzione dei consumi di acqua potabile per l’irrigazione delle
aree verdi.
- Riduzione dei consumi di acqua potabile all’interno degli edifici
- Contenimento dei carichi ambientali
- Minimizzare le emissioni di gas serra in atmosfera,
- Favorire, attraverso una corretta differenziazione, il riutilizzo dei rifiuti solidi organici e non.
- Minimizzare la quantità di effluenti scaricati in fognatura. Impiego
di sistemi di raccolta e depurazione delle acque grigie,
- Minimizzare l’interruzione e l’inquinamento dei flussi naturali
d’acqua.
Molti sono gli accorgimenti considerati per minimizzare o compensare
le possibili situazioni d’impatto derivabili dalla realizzazione della struttura in progetto; tali accorgimenti riguardano tutti quegli interventi di prevenzione, riduzione e compensazione e mitigazione che si possono adottare attraverso un’accorta realizzazione dell’opera.
In particolare per riguarda l’aspetto dei consumi energetici e dei carichi ambientali prevedibili, viene posta particolare attenzione al conseguimento di un’efficace connubio tra il fattore tecnologico/funzionale e quello energetico/prestazionale, con un adeguato controllo dei componenti edilizi e lo sfruttamento energetico delle fonti rinnovabili.
Il complesso è pensato come un organismo sensibile all’ambiente circostante, capace di bilanciare il proprrio fabbisogno energetico, preservare le risorse naturali e accumulare energia per controllare il clima interno e creare particolari effetti visivi e scenografici;
Tecnologia - Ambiente - Immagine, sono quindi componenti integrate
del progetto, elementi che carattrizzano l’intervento e lo legano al suo contesto.
Nei mesi invernali l’impianto di riscaldamento, del tipo radiante a pavimento, viene coadiuvato dal recupero energetico dei pannelli fotovoltaici, dal riscaldamento dell’acqua mediante i pannelli solari e dallo sfruttamento delle superfici vetrate come superfici radianti capaci di riscaldare grossi volumi d’aria.
Nei mesi caldi, il sistema costruttivo della pelle bio-climatica di rivestimento
degli edifici, permette di innescare il ricircolo naturale dell’aria attraverso vani e canalizzazioni situate sulle superfici esterne delle coperture e recuperando le masse di aria fredda presenti nei piani interrati.
Viene in oltre prevista la realizzazione di tetti verdi che permettono di controllare ulteriormente le temperature aumentando l’isolamento termico e proteggendo gli edifici dall’irraggiamento solare diretto. Il tetto verde offre la possibilità di immaganizzare quantità d’acqua utili ai fini domestici, irrigui e per l’umidificazione dell’aria mediante processi di vaporizzazione ed evaporazione.
L’immagine e la comunicazione visiva. Digital origami
Una rete metallica avvolge il nuovo edificio, parte degli edifici esistenti
e il ponte che connette le due zone.
E’ una pelle bioclimatica che crea una zona ombreggiata che rende piacevole il percorso pedonale attraverso il centro ma è anche un dispositivo di comunicazione potente sia a livello urbano che per i visitatori del centro.
L’edificio stesso si trasforma in un medium del tutto nuovo e originale.
La pelle metallica in alcune parti aderisce all’edificio e ne costituisce
la facciata ma in altre se ne separa e tra la rete e l’edificio si crea uno spazio intermedio, abitabile, percorribile.
La rete è una superficie modellata, così come quella del terreno, deformata.
La deformazione nasce dall’interazione con l’ambiente circostante, ne risulta una forma simile a quella di un origami. L’arte giapponese di piegare la carta (ori= piegare, gami=carta) permette attraverso le manipolazioni della superficie di un foglio di aumentarne la resistenza strutturale e dare vita a una nuova forma. Questa tecnica antica è simbolo della capacità dell’architettura di non collocarsi passivamente all’interno di un ambiente ma di interagire
con questo.
L’interazione in questo caso avviene anche utilizzando questa superficie
come schermo, la pelle esterna dell’edificio diviene un grande origami digitale.
Uno spazio disponibile per: informazioni sulle attività del centro, giochi di luci, videoproiezioni integrate con manifestazioni e mostre all’interno del Cetes, performances digitali, allestimenti e installazioni multimediali che possono prevedere anche dispositivi in grado di interagire con gli utenti. L’obiettivo è catalizzare le energie di artisti locali e internazionali, istituzioni culturali e didattiche, suscitare interesse nei confronti delle attività del Cetes.
L’edificio potrà modificare il suo aspetto a seconda delle ore del giorno, dei periodi dell’anno, delle attività previste e anche del comportamento
dei visitatori. Il centro potrà essere di stimolo verso un nuovo rapporto con l’architettura e l’ambiente, sempre più fluido, mutevole, sempre meno determinato a priori.
La gestione e la manutenzione del centro
Il progetto è stato sviluppato con il preciso scopo di garantire la completa
utilizzabilità dell’opera nel suo complesso, al fine di soddisfare a pieno tutte le funzioni che il centro sarà chiamato ad ospitare secondo il principio generale di massima accessibilità e fruibilità degli spazi in assoluta sicurezza. Un luogo aperto a tutti ma sicuro. Attraverso la progettazione si è cercato, pur mantenendo la necessaria separazione tra le specifiche funzioni, di garantire l’integrazione operativa dei servizi, al fine di perseguire la massima efficienza ed economicità gestionali. Questo, anche prevedendo l’utilizzo di nuove tecnologie ed elevati livelli di automazione e di informatizzazione. La manutenzione ordinaria e straordinaria dell’intero complesso sarà affidata ad un software di gestione e supervisione e controllo di tutti i sistemi in grado di monitorare costantemente lo stato di tutti gli impianti e di segnalare, in automatico, ogni necessità di intervento manutentivo.
Il costante uso del centro, la vitalità delle sue funzioni e il suo ruolo di attrattore, rappresentano quindi le principali caratteristiche per assicurare una efficace gestione e manutenzione, si ritiene infatti che spazi aperti al territorio e “vissuti” dalla cittadinanza possano rinnovarsi nel tempo ed essere meglio difesi da fenomeni di degrado e di abbandono Il costo di gestione e manutenzione annuo è stimato circa lo 0,25% dell’importo dell’opera, costi ammortizzabili a regime con le attività a reddito del centro.
Il cantiere sarà attrezzato con le tecnologie e con i cicli di lavorazione
più idonei al fine di garantire la maggiore efficienza, i minori costi,
e le migliori tutele, sia ambientali che personali dei lavoratori.
L’allestimento del cantiere sarà effettuato tenendo conto della sicurezza
del sito, della sicurezza degli impianti che vi verranno temporaneamente
installati e dell’igiene dei posti di lavoro, con la previsione, infine, della recinzione dell’intero sito e della sua segnalazione, delle vie di circolazione interne e di quelle di accesso e di evacuazione in caso di emergenza. Nel caso specifico si punterà l’attenzione sull’emissione di inquinanti fisici, chimici e gassosi, legati alle varie fasi di lavorazione, con la individuazione degli idonei accorgimenti per l’eliminazione o la massima riduzione di detti inquinamenti.
Gli impianti, le attrezzature ed i macchinari saranno ubicati in modo da limitare i rischi connessi al loro uso (gru interferenti, impianti di betonaggio etc.) così come l’ubicazione e l’accesso ai posti di lavoro eviterà di esporre il personale ai rischi connessi ai predetti impianti.
In fase di progettazione esecutiva sarà quindi predisposto il vero e proprio Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC) e successivamente lo stesso, durante la realizzazione dell’opera, verrà adeguato in relazione all’evoluzione ed alle modifiche che potrebbero intervenire nel corso dei lavori. (art. 5 del D. Lgs 494/96 e D. Lgs. 528/99).
Il PSC è un insieme di documenti contenente tutte le prescrizioni operative da attuare al fine di prevenire gli infortuni e garantire, per tutta la durata dei lavori, la tutela della salute dei lavoratori. Il PSC predispone, già in fase di progettazione dell’opera, le misure per la salute e la sicurezza dei lavoratori durante l’esecuzione dei lavori e collega quindi le misure di prevenzione al processo lavorativo ed ai metodi di esecuzione delle opere in funzione dei rischi conseguenti; inoltre il PSC coordina le diverse figure professionali operanti nello stesso cantiere e, oltre ad avere funzioni operative, rappresenta anche un valido strumento di formazione ed informazione degli addetti per la sicurezza collettiva ed individuale.
Redatto prima dell’affidamento dei lavori, il PSC ipotizza lo scenario futuro che poi sarà realizzato al momento di avviare il cantiere e, sulla base di questo e delle eventuali fasi critiche del processo di costruzione, riporta la valutazione preventiva dei rischi e le conseguenti procedure, gli apprestamenti e le attrezzature da adottare, il tutto secondo quanto previsto dall’art. 12 del D.Lgs n. 494/96, sue modifiche ed integrazioni, e dall’art. 41 del D.P.R. 554/99.
La politica di sicurezza che verrà attuata in tutti i cantieri ed aree operative dovrà essere articolata in un programma generale secondo
i principi generali di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori
in attuazione delle direttive in materia, comprendente:
• l’attuazione delle misure tecniche ed organizzative imposte dalle norme di legge ovvero suggerite da quelle di buona tecnica o dalla valutazione dei rischi finalizzate a ridurre le situazioni di rischio
e la probabilità del verificarsi dell’infortunio;
• la sensibilizzazione e consultazione dei rappresentanti dei lavoratori
per la sicurezza, l’informazione dei lavoratori operanti;
• la fornitura, dotazione e disposizioni d’uso dei mezzi di protezione
personali.
Per la realizzazione dell’opera saranno adottate tutte le necessarie misure di prevenzione e protezione del lavoro conformemente ai dettati delle norme, circolari ministeriali e regolamenti di enti preposti alla sicurezza, e tutti quegli ulteriori accorgimenti che la buona tecnica suggerisce nell’approntare le opere provvisionali atte ad eliminare i rischi connessi con le lavorazioni per la salvaguardia dell’integrità fisica dei prestatori d’opera.
Dal punto di vista urbanistico l’intervento è disciplinato dalla normativa
delle zone B del Piano Regolatore vigente ricadendo prevalentemente
in area di “Trasformazione Conservativa”.
In questa zona sono ammesse operazioni di demolizione e ricostruzione
con incrementi di cubatura fino al 20% del volume preesistente, gli interventi sono quindi diretti alla riconversione e al miglioramento del patrimonio esistente nel rispetto degli indici di zona, dei distacchi e degli allineamenti preservando un corretto rapporto tra spazio aperto e costruito.
Gli obiettivi di riqualificazione e di trasformazione, previsti dal PRG per questo ambito, vengono interpretati nel progetto come la necessità di attuare contemporaneamente una operazione di riqualificazione funzionale e di nuova costruzione, dove il ridisegno dello spazio aperto e la nuova architettura possono essere l’occasione per ridare identità ai luoghi e diventare un punto di riferimento per nuove trasformazioni urbanistiche.
Il criterio seguito per il dimensionamento della dotazione di parcheggio
si basa sul quadro delle normative generali in materia, sul rispetto delle disposizioni contenute nel PRG relativamente al tipo di zona in esame e sulla considerazione della tipologia e quantità delle attività da insediare.
Per il calcolo si fa quindi riferimento alle seguenti leggi:
- DM 1444/68, che destina 20mq a parcheggio ogni 100mq di superficie
lorda in zona B per funzioni direzionali e di servizio
- L.122/89 (Tognoli) che destina 1mq di parcheggio ogni 10mc di costruzione,
prevedendo anche la realizzazione di strutture interrate.
Il fabbisogno complessivo di aree da destinare a parcheggi risulta essere di 5224 mq, di cui circa il 90% viene realizzato in una struttura interrata localizzata sul sedime del comparto centrale del lotto (edificio
“B” che viene integralmente demolito e ricostruito) e il restante 10% a raso nella porzione terminale del l’area limitata dall’intersezione
stradale tra via Fiumarini e la SS.18 Tirrenica inferiore.
L’ingresso carrabile al parcheggio sotterraneo avviene dalla starda statale, mentre l’uscita è prevista sulla viabilità locale; rampe pedonali,
ascensori e scale collegano direttamente gli ambienti ipogei con la nuova piazza pedonale sovrastante e i nuovi servizi previsti.
Il parcheggio a raso è collegato al centro mediante percorsi, sistemazioni
a verde e passerelle sospese che scavalcono le viabilità e riconnettono le diverse quote pedonali.
Un’altra zona di parcheggio, di supporto alle attività di produzione multimediale, è collocata nella zona superiore del lotto presso gli edifici dei laboratori e degli studi televisivi, tale previsione è stata ritenuta necessaria per creare un vero e proprio accesso di servizio e per consetire le operazione di carico e scarico dei matreriali utili al Centro.
il progetto nasce e si sviluppa intorno ad alcune linee guida:
1. integrazione delle diverse parti del complesso (edifici esistenti e
nuovo edificio, parcheggi, parco) in un unico insieme organico.
2. sviluppo di un prototipo di edificio sensibile ai temi della sostenibilità
ambientale e della salvaguardia del territorio.
3. creazione di un potente segnale e strumento di comunicazione anche
a livello di territorio.
1. si è scelto di conservare quasi tutti gli edifici esistenti, per preservare
la memoria e la continuità con il passato industriale dell’area,
ma gli stessi edifici sono inseriti all’interno di un complesso interamente
nuovo.
La continuità e l’integrazione tra le diverse parti del centro viene ottenuta
attraverso:
- il verde. l’intero lotto è interpretato come un’isola verde, una superficie
modellata, un paesaggio continuo.
- Il sistema degli spazi urbani. il progetto lavora sui vuoti, sugli spazi
tra gli edifici, più che sui pieni, sui volumi. una grande piazza/arena
centrale rappresenta il cuore del nuovo edificio e insieme dell’intero
complesso. La piazza/arena è in forte continuità con il piazzale
esistente, le due piazze sono i poli sui quali accessi e percorsi convergono.
- la rete dei percorsi. l’intero lotto è attraversabile su più livelli. è
previsto a una quota sopraelevata un itinerario di visita “volante”
del tutto indipendente dalla circolazione degli addetti e dei lavoratori
del centro.
2. il progetto sviluppa il tema della sostenibilità ambientale su diversi
piani, pratici e programmatici.
- sono previsti numerosi strumenti e sistemi per il risparmio energetico
e l’uso di fonti di energia rinnovabili così come l’impiego di
materiali sostenibili o riciclati.
Una pelle bio-climatica avvolge il nuovo edificio e parte degli edifici
esistenti. è un dispositivo in parte passivo (protezione dal caldo/
freddo) in parte attivo (con l’inserimento di pannelli fotovoltaici).
- ma il centro si propone anche come prototipo e manifesto di un
approccio sensibile nei confronti dell’ambiente, della salvaguardia
del territorio, del risparmio di suolo e delle altre risorse. l’intero
complesso si presenta come un polmone verde, un parco attrezzato,
segnale della volontà di avere più natura nella città.
La destinazione a parco può rappresentare un’importante occasione
per aumentare il valore “ambientale” del territorio, attraverso
la valorizzazione e ricostruzione di specifici elementi naturalistici e
paesaggistici, realizzando una “rete ecologica” di riconnessione tra
il sistema costiero e quello dell’entroterra.
La presenza dell’acqua (il reticolo idrografico e le acque correnti in
ambito urbano e peri-urbano) rappresenta un elemento fondamentale
di raccordo della rete stessa, svolgendo un ruolo importante
di promozione della risorsa idrica e producendo effetti diretti sulla
qualità e sulla funzionalità dell’ambiente circostante.
3. la collocazione baricentrica dell’edificio nel territorio, la natura speciale del tema del concorso, il valore simbolico del centro come catalizzatore di energie e motore di sviluppo impongono una particolare
attenzione agli aspetti di comunicazione e interazione visiva a differenti livelli:
- l’edificio rappresenterà un forte segnale urbano e nel paesaggio. non solo l’antenna e il nuovo edificio ma anche il terreno e l’intero
complesso sono pensati come una scultura, un’opera di land art. nella notte il centro è avvolto in una rete luminosa che parte dal terreno
e culmina nell’antenna/scultura, visibile in lontananza.
- il centro sarà di per sé uno strumento di comunicazione, non un contenitore passivo ma un dispositivo interattivo. la rete metallica che avvolge il nuovo edificio e parte degli edifici esistenti non ha solo una funzione bioclimatica ma è anche una pelle “intelligente” che interagisce sia con l’uso degli spazi interni dell’edificio che con l’ambiente
circostante. la superficie dell’edificio diventa così un nuovo tipo di spazio di comunicazione disponibile per videoproiezioni, informazioni
di varia natura, mostre e nuove forme d’arte, con la possibilità
di convogliare a distanza l’attenzione dell’intera città.
il centro può diventare il segnale di una nuova vocazione di Reggio Calabria a divenire polo simbolico di innovazione tecnologica e rinnovamento
urbano.
Inserimento urbanistico e ambientale
L’ambito territoriale di Catona è caratterizzato dalla presenza di molti elementi tipici del paesaggio rurale e naturale dello stretto (la trama agricola, il sistema idrografico, il litorale), segni che permangono nonostante le rapide trasformazioni dovute allo sviluppo edilizio che nel tempo ha unificato le diverse realtà urbane separate in un sistema costruito continuo che gravita sulla città di Reggio Calabria.
Questo processo di conurbazione, sostenuto dalla pianificazione urbanistica
del recente passato, ha di fatto legato il territorio a politiche di sviluppo basate sulla dimensione vasta e sulle grandi opere, rendendo meno visibili i caratteri e le specificità dei singoli centri e sfavorendo quindi l’affermazione di nuove polarità locali.
Diversamente oggi i piani e i progetti devono essere orientanti al recupero
e alla riconversione del territorio puntando nuovamente sulle sue risorse e potenzialità, valorizzando quelle qualità tipiche del patrimonio esistente a favore di un vero sviluppo locale. Il progetto di riconversione degli ex stabilimenti Italcitrus, rappresenta quindi un’importante opportunità per riqualificare lo spazio urbano di Catona e stabilire un nuovo sistema di relazioni alla scala territoriale.
Il paesaggio dello Stretto, con la sua natura e la sua storia legata al
lavoro dell’uomo nel mare e sulla terra, è dunque il principale riferimento
per la progettazione del nuovo centro didattico – culturale; le suggestioni, le immagini e i simboli del luogo vengono rivisitati e sintetizzati per conferire al progetto una sua particolare identità, sospesa tra recupero e innovazione, tra la conservazione dei segni del passato e le prefigurazioni del futuro.
Il centro C.e.T.e.S. è concepito quindi come uno spazio fortemente collegato al territorio, aperto alla fruizione e alla valorizzare del contesto urbano, teso alla promozione di nuove iniziative e inserito nel panorama delle iniziative culturali e ricreative già esistenti nella regione, come ad esempio quelle teatrali, musicali, espositive e comunque legate alle arti visive.
L’accessibilità è assicurata da diversi collegamenti viari sia alla scala locale che territoriale, a partire dal vicino svincolo autostradale della A3 Sa-Rc, fino alla direttrice della S.S.18 Tirrenica inferiore dalla quale è possibile entrare direttamente al centro. Altri accessi carrabili, pedonali e di servizio, sono previsti dalla rete stradale locale che si ricollega alla Marina e alla litoranea Catona - Gallico mediante una viabilità rettilinea diretta verso il mare in corso
di realizzazione (via Fiumarini).
Le stazioni ferroviare di Catona e di Gallico distano circa 1,5 km dal centro, l’aeroporto di Reggio Calabria è raggiungibile percorrendo circa 15km di autostrada, mentre lo scalo dei traghetti per Messina si trova a 6,5 km presso Villa S. Giovanni.
Una nuova polarità culturale
Il centro C.e.T.e.S. si candida a rappresentare una nuova polarità nel territorio di Reggio Calabria, un luogo di promozione e di produzione culturale, aperto alla sperimentazione e agli eventi di qualità. Tali obiettivi sono raggiungibili attraverso la definizione di un capillare programma di riconversione funzionale, rispondente ai requisiti promossi dal concorso e teso a organizzare nuovi spazi pubblici e nuove attività altamente specializzate. Il progetto affronta il tema della riconversione del complesso dell’ex italcitrus recuperando la maggior parte dei manufatti esistenti e proponendo la realizzazione di un nuovo edificio collocato nella parte centrale dell’area. Questa scelta corrisponde alla volontà di conservare da una parte le tracce del passato industriale di Catona e dall’altra promuovere una immagine completamente nuova e fortemente collegata con l’attualità. Un centro dedicato all’informazione sul territorio - sulla sua storia e sulle sue opportunità.
Dal punto di vista funzionale il progetto si propone di individuare e dimensionare tutti gli spazi necessari alle diverse attività introducendo
nuovi elementi di flessibilità e di integrazione tra i diversi modelli
di fruizione, quelli legati alla didattica e alla sperimentazione e quelli legati alla circolazione dei visitatori. Si è quindi data particolare importanza alla continuità dei percorsi e alla connettività, a partire dai parcheggi, fino agli accessi e alle connessioni verticali, creando quelle condizioni di semplicità di orientamento e di razionalità degli spazi utili al corretto svolgimento di attività complesse anche in contemporanea senza creare sovrapposizioni o disturbo.
Le diverse funzioni didattiche, professionali, di produzione multimediale,
di rappresentanza, espositive, di ristoro e di servizio, sono quindi ben distinte e riconoscibili ma correlate tra loro attraverso la rete dei percorsi e degli spazi aperti.
Viene proposto in questo modo un modello d’uso flessibile e facilmente
accessibile, in grado di promuovere una gamma molto vasta di attività ed eventi, con la possibilità di rivitalizzare questo contesto anche nelle ore serali e notturne.
Il programma funzionale adottato segue lo schema indicativo proposto
dal bando del concorso, apportando alcune variazioni mirate alla concentrazione delle funzioni a carattre più pubblico e rappresentativo
all’interno del nuovo edificio e creando un nuovo sistema di connessioni alle diverse quote.
il nuovo edificio accoglie dunque le attività collettive e direzionali diposte su due livelli all’interno di una struttura a ferro di cavallo affacciata su uno spazio pubblico centrale con la funzione di piazza-cavea dedicata alle relazioni quotidiane e agli eventi speciali.
Corridoi, ponti, affacci e terrazze intercettano le diverse funzioni creando particolari effetti di trasparenza tra i diversi ambienti e variando
continuamente il confine tra lo spazio esterno e lo spazio al chiuso.
Nel dettaglio le funzioni previste in questo edificio sono:
Piano interrato
- parcheggio
- locali tecnici
- ascensori, rampe e montacarichi
Piano terra
- piazza - cavea
- spazi espositivi
- uffici
Primo livello
- uffici, sale docenti, amministrazione
- sale riunioni, conferenze
- terrazza caffetteria
Secondo livello
- libreria-spazio commerciale
- bar - caffetteri
Direttamente a contatto con la piazza pubblica e con l’ingresso al centro viene recuperato il padiglione F ; questo edificio, di piccole dimensioni, ospita le funzioni di - biblioteca - mediateca - videoteca ed emeroteca. Spazi dove è possibile consultare materiali su supporti informatici ed interattivi, oltre che conservare documentazione di tipo tradizionale cartacea o audiovisiva.
Viene in questo modo confermata nel progetto la previsione di un padiglione interamente dedicato alla archiviazione, allo studio e alla ricerca mettendo a contatto nuovi e vecchi sistemi di comunicazione fruibili dagli studenti del centro e da una utenza più allargata.
I padiglioni D ed E corrispondono attualmente ad una tipologia a capannone, sono cioè grandi contenitori privi di un vero e proprio carattere architettonico. Questi edifici, opportunamente trasformati mediante l’inserimento di nuovi sistemi di copertura, di partizioni interne e di nuovi impianti tecnologici, possono migliorare notevolmente la loro qualità architettonica e accogliere quelle particolari funzioni che richiedono spazi di grandi dimensioni per le manovre di macchinari e il montaggio di scenografie.
L'edificio D, dedicato agli studi televisivi e le sale regia, viene ristrutturato
utilizzando sistemi costruttivi che permettono la massima trasformabilità degli spazi consentendo l’allestimento di produzioni di diversa entità e complessità. La conformazione tipo prvede la realizzazione di due sale da 400mq, una da 650mq e una di 100mq.
Nell’edificio E vengono collocate le aree di lavoro e di supporto alle produzioni, prevedendo laboratori di falegnameria, di scenografia e di sartoria. In questi ambienti, direttamente connessi agli studi sono previsti inoltre i depositi costumi, i camerini e le sale trucco per gli attori.
Le attivita didattiche sono concentrate nel padiglione C; questo edificio
opportunamente trasformato, permette, per la sua conformazione
tipologica, una particolare ricchezza di soluzioni spaziali e una corretta suddivisione tra gli ambienti di servizio, i laboratori specialistici
di post - produzione e le aule vere e proprie.
Nel dettaglio le funzioni collocate nel padiglione C sono:
- ingresso - foyer
- uffici
- sale audio
- sale grafica
- sale montaggio
- area informazioni
- studio radiofonico
I padiglioni C-D-E-F sono collegati tra loro da un percorso pubblico sospeso che intercetta le diverse funzioni rendendole visitabili dal pubblico e riconnette questo comparto con l’edificio centrtale, i parcheggi
e la piazza-cavea.
Il comparto terminale del lotto, l’area triangolare delimitata dalla viabilità carrabile, è, come già detto, conformato da uno spazio verde
modellato su di diverse quote che raccordano i dislivelli esistenti, accogliendo un parcheggio a raso immerso nel verde e collegato al resto del centro mediante un ponte pedonale; al di sotto del parcheggio
sono ricavati i locali tecnologici e i magazzini.
Tecnologie e sostenibilità ambientale
Un tema fondamentale del progetto è quello di ottenere un nuovo assetto del centro con elevate prestazioni biotecnologiche e funzionali.
Tale obiettivo è raggiungibile operando da una parte sul recupero e la riconversione dei manufatti esistenti, con il loro adeguamento tipologico e tecnologico e dall’altra inserendo nuovi organismi ed attività
capaci di definire un sistema edilizio completamente rinnovato con maggiori qualità ambientali. L’orientamento progettuale è stato quello di minimizzare ogni possible impatto negativo, prevedendo e tutte le misure necessarie a contenere i consumi energetici e ridurre i carichi ambientali secondo
quanto indicato dal Protocollo Itaca Sintetico redatto a cura del “Comitato Tecnico per l’Edilizia Sostenibile” relativamente ai seguenti obiettivi:
- Riduzione del consumo di risorse
- Ridurre i consumi energetici per la climatizzazione invernale
- Ridurre i consumi energetici per la produzione di acqua calda sanitaria attraverso l’impiego dell’energia solare;
- Inerzia termica- Contenimento consumi energetici estivi
- Ottimizzazione dello sfruttamento della luce naturale ai fini del risparmio energetico e del comfort visivo.
- Diminuzione dei consumi annuali di energia elettrica degli edifici
- Utilizzo materiali eco-compatibili- Ridurre il consumo di materie
prime non rinnovabili;
- Utilizzo materiali eco-compatibili - Favorire l’impiego di materiali
riciclati e/o di recupero per diminuire il consumo di nuove risorse.
- Riduzione dei consumi di acqua potabile per l’irrigazione delle
aree verdi.
- Riduzione dei consumi di acqua potabile all’interno degli edifici
- Contenimento dei carichi ambientali
- Minimizzare le emissioni di gas serra in atmosfera,
- Favorire, attraverso una corretta differenziazione, il riutilizzo dei rifiuti solidi organici e non.
- Minimizzare la quantità di effluenti scaricati in fognatura. Impiego
di sistemi di raccolta e depurazione delle acque grigie,
- Minimizzare l’interruzione e l’inquinamento dei flussi naturali
d’acqua.
Molti sono gli accorgimenti considerati per minimizzare o compensare
le possibili situazioni d’impatto derivabili dalla realizzazione della struttura in progetto; tali accorgimenti riguardano tutti quegli interventi di prevenzione, riduzione e compensazione e mitigazione che si possono adottare attraverso un’accorta realizzazione dell’opera.
In particolare per riguarda l’aspetto dei consumi energetici e dei carichi ambientali prevedibili, viene posta particolare attenzione al conseguimento di un’efficace connubio tra il fattore tecnologico/funzionale e quello energetico/prestazionale, con un adeguato controllo dei componenti edilizi e lo sfruttamento energetico delle fonti rinnovabili.
Il complesso è pensato come un organismo sensibile all’ambiente circostante, capace di bilanciare il proprrio fabbisogno energetico, preservare le risorse naturali e accumulare energia per controllare il clima interno e creare particolari effetti visivi e scenografici;
Tecnologia - Ambiente - Immagine, sono quindi componenti integrate
del progetto, elementi che carattrizzano l’intervento e lo legano al suo contesto.
Nei mesi invernali l’impianto di riscaldamento, del tipo radiante a pavimento, viene coadiuvato dal recupero energetico dei pannelli fotovoltaici, dal riscaldamento dell’acqua mediante i pannelli solari e dallo sfruttamento delle superfici vetrate come superfici radianti capaci di riscaldare grossi volumi d’aria.
Nei mesi caldi, il sistema costruttivo della pelle bio-climatica di rivestimento
degli edifici, permette di innescare il ricircolo naturale dell’aria attraverso vani e canalizzazioni situate sulle superfici esterne delle coperture e recuperando le masse di aria fredda presenti nei piani interrati.
Viene in oltre prevista la realizzazione di tetti verdi che permettono di controllare ulteriormente le temperature aumentando l’isolamento termico e proteggendo gli edifici dall’irraggiamento solare diretto. Il tetto verde offre la possibilità di immaganizzare quantità d’acqua utili ai fini domestici, irrigui e per l’umidificazione dell’aria mediante processi di vaporizzazione ed evaporazione.
L’immagine e la comunicazione visiva. Digital origami
Una rete metallica avvolge il nuovo edificio, parte degli edifici esistenti
e il ponte che connette le due zone.
E’ una pelle bioclimatica che crea una zona ombreggiata che rende piacevole il percorso pedonale attraverso il centro ma è anche un dispositivo di comunicazione potente sia a livello urbano che per i visitatori del centro.
L’edificio stesso si trasforma in un medium del tutto nuovo e originale.
La pelle metallica in alcune parti aderisce all’edificio e ne costituisce
la facciata ma in altre se ne separa e tra la rete e l’edificio si crea uno spazio intermedio, abitabile, percorribile.
La rete è una superficie modellata, così come quella del terreno, deformata.
La deformazione nasce dall’interazione con l’ambiente circostante, ne risulta una forma simile a quella di un origami. L’arte giapponese di piegare la carta (ori= piegare, gami=carta) permette attraverso le manipolazioni della superficie di un foglio di aumentarne la resistenza strutturale e dare vita a una nuova forma. Questa tecnica antica è simbolo della capacità dell’architettura di non collocarsi passivamente all’interno di un ambiente ma di interagire
con questo.
L’interazione in questo caso avviene anche utilizzando questa superficie
come schermo, la pelle esterna dell’edificio diviene un grande origami digitale.
Uno spazio disponibile per: informazioni sulle attività del centro, giochi di luci, videoproiezioni integrate con manifestazioni e mostre all’interno del Cetes, performances digitali, allestimenti e installazioni multimediali che possono prevedere anche dispositivi in grado di interagire con gli utenti. L’obiettivo è catalizzare le energie di artisti locali e internazionali, istituzioni culturali e didattiche, suscitare interesse nei confronti delle attività del Cetes.
L’edificio potrà modificare il suo aspetto a seconda delle ore del giorno, dei periodi dell’anno, delle attività previste e anche del comportamento
dei visitatori. Il centro potrà essere di stimolo verso un nuovo rapporto con l’architettura e l’ambiente, sempre più fluido, mutevole, sempre meno determinato a priori.
La gestione e la manutenzione del centro
Il progetto è stato sviluppato con il preciso scopo di garantire la completa
utilizzabilità dell’opera nel suo complesso, al fine di soddisfare a pieno tutte le funzioni che il centro sarà chiamato ad ospitare secondo il principio generale di massima accessibilità e fruibilità degli spazi in assoluta sicurezza. Un luogo aperto a tutti ma sicuro. Attraverso la progettazione si è cercato, pur mantenendo la necessaria separazione tra le specifiche funzioni, di garantire l’integrazione operativa dei servizi, al fine di perseguire la massima efficienza ed economicità gestionali. Questo, anche prevedendo l’utilizzo di nuove tecnologie ed elevati livelli di automazione e di informatizzazione. La manutenzione ordinaria e straordinaria dell’intero complesso sarà affidata ad un software di gestione e supervisione e controllo di tutti i sistemi in grado di monitorare costantemente lo stato di tutti gli impianti e di segnalare, in automatico, ogni necessità di intervento manutentivo.
Il costante uso del centro, la vitalità delle sue funzioni e il suo ruolo di attrattore, rappresentano quindi le principali caratteristiche per assicurare una efficace gestione e manutenzione, si ritiene infatti che spazi aperti al territorio e “vissuti” dalla cittadinanza possano rinnovarsi nel tempo ed essere meglio difesi da fenomeni di degrado e di abbandono Il costo di gestione e manutenzione annuo è stimato circa lo 0,25% dell’importo dell’opera, costi ammortizzabili a regime con le attività a reddito del centro.
Il cantiere sarà attrezzato con le tecnologie e con i cicli di lavorazione
più idonei al fine di garantire la maggiore efficienza, i minori costi,
e le migliori tutele, sia ambientali che personali dei lavoratori.
L’allestimento del cantiere sarà effettuato tenendo conto della sicurezza
del sito, della sicurezza degli impianti che vi verranno temporaneamente
installati e dell’igiene dei posti di lavoro, con la previsione, infine, della recinzione dell’intero sito e della sua segnalazione, delle vie di circolazione interne e di quelle di accesso e di evacuazione in caso di emergenza. Nel caso specifico si punterà l’attenzione sull’emissione di inquinanti fisici, chimici e gassosi, legati alle varie fasi di lavorazione, con la individuazione degli idonei accorgimenti per l’eliminazione o la massima riduzione di detti inquinamenti.
Gli impianti, le attrezzature ed i macchinari saranno ubicati in modo da limitare i rischi connessi al loro uso (gru interferenti, impianti di betonaggio etc.) così come l’ubicazione e l’accesso ai posti di lavoro eviterà di esporre il personale ai rischi connessi ai predetti impianti.
In fase di progettazione esecutiva sarà quindi predisposto il vero e proprio Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC) e successivamente lo stesso, durante la realizzazione dell’opera, verrà adeguato in relazione all’evoluzione ed alle modifiche che potrebbero intervenire nel corso dei lavori. (art. 5 del D. Lgs 494/96 e D. Lgs. 528/99).
Il PSC è un insieme di documenti contenente tutte le prescrizioni operative da attuare al fine di prevenire gli infortuni e garantire, per tutta la durata dei lavori, la tutela della salute dei lavoratori. Il PSC predispone, già in fase di progettazione dell’opera, le misure per la salute e la sicurezza dei lavoratori durante l’esecuzione dei lavori e collega quindi le misure di prevenzione al processo lavorativo ed ai metodi di esecuzione delle opere in funzione dei rischi conseguenti; inoltre il PSC coordina le diverse figure professionali operanti nello stesso cantiere e, oltre ad avere funzioni operative, rappresenta anche un valido strumento di formazione ed informazione degli addetti per la sicurezza collettiva ed individuale.
Redatto prima dell’affidamento dei lavori, il PSC ipotizza lo scenario futuro che poi sarà realizzato al momento di avviare il cantiere e, sulla base di questo e delle eventuali fasi critiche del processo di costruzione, riporta la valutazione preventiva dei rischi e le conseguenti procedure, gli apprestamenti e le attrezzature da adottare, il tutto secondo quanto previsto dall’art. 12 del D.Lgs n. 494/96, sue modifiche ed integrazioni, e dall’art. 41 del D.P.R. 554/99.
La politica di sicurezza che verrà attuata in tutti i cantieri ed aree operative dovrà essere articolata in un programma generale secondo
i principi generali di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori
in attuazione delle direttive in materia, comprendente:
• l’attuazione delle misure tecniche ed organizzative imposte dalle norme di legge ovvero suggerite da quelle di buona tecnica o dalla valutazione dei rischi finalizzate a ridurre le situazioni di rischio
e la probabilità del verificarsi dell’infortunio;
• la sensibilizzazione e consultazione dei rappresentanti dei lavoratori
per la sicurezza, l’informazione dei lavoratori operanti;
• la fornitura, dotazione e disposizioni d’uso dei mezzi di protezione
personali.
Per la realizzazione dell’opera saranno adottate tutte le necessarie misure di prevenzione e protezione del lavoro conformemente ai dettati delle norme, circolari ministeriali e regolamenti di enti preposti alla sicurezza, e tutti quegli ulteriori accorgimenti che la buona tecnica suggerisce nell’approntare le opere provvisionali atte ad eliminare i rischi connessi con le lavorazioni per la salvaguardia dell’integrità fisica dei prestatori d’opera.
Dal punto di vista urbanistico l’intervento è disciplinato dalla normativa
delle zone B del Piano Regolatore vigente ricadendo prevalentemente
in area di “Trasformazione Conservativa”.
In questa zona sono ammesse operazioni di demolizione e ricostruzione
con incrementi di cubatura fino al 20% del volume preesistente, gli interventi sono quindi diretti alla riconversione e al miglioramento del patrimonio esistente nel rispetto degli indici di zona, dei distacchi e degli allineamenti preservando un corretto rapporto tra spazio aperto e costruito.
Gli obiettivi di riqualificazione e di trasformazione, previsti dal PRG per questo ambito, vengono interpretati nel progetto come la necessità di attuare contemporaneamente una operazione di riqualificazione funzionale e di nuova costruzione, dove il ridisegno dello spazio aperto e la nuova architettura possono essere l’occasione per ridare identità ai luoghi e diventare un punto di riferimento per nuove trasformazioni urbanistiche.
Il criterio seguito per il dimensionamento della dotazione di parcheggio
si basa sul quadro delle normative generali in materia, sul rispetto delle disposizioni contenute nel PRG relativamente al tipo di zona in esame e sulla considerazione della tipologia e quantità delle attività da insediare.
Per il calcolo si fa quindi riferimento alle seguenti leggi:
- DM 1444/68, che destina 20mq a parcheggio ogni 100mq di superficie
lorda in zona B per funzioni direzionali e di servizio
- L.122/89 (Tognoli) che destina 1mq di parcheggio ogni 10mc di costruzione,
prevedendo anche la realizzazione di strutture interrate.
Il fabbisogno complessivo di aree da destinare a parcheggi risulta essere di 5224 mq, di cui circa il 90% viene realizzato in una struttura interrata localizzata sul sedime del comparto centrale del lotto (edificio
“B” che viene integralmente demolito e ricostruito) e il restante 10% a raso nella porzione terminale del l’area limitata dall’intersezione
stradale tra via Fiumarini e la SS.18 Tirrenica inferiore.
L’ingresso carrabile al parcheggio sotterraneo avviene dalla starda statale, mentre l’uscita è prevista sulla viabilità locale; rampe pedonali,
ascensori e scale collegano direttamente gli ambienti ipogei con la nuova piazza pedonale sovrastante e i nuovi servizi previsti.
Il parcheggio a raso è collegato al centro mediante percorsi, sistemazioni
a verde e passerelle sospese che scavalcono le viabilità e riconnettono le diverse quote pedonali.
Un’altra zona di parcheggio, di supporto alle attività di produzione multimediale, è collocata nella zona superiore del lotto presso gli edifici dei laboratori e degli studi televisivi, tale previsione è stata ritenuta necessaria per creare un vero e proprio accesso di servizio e per consetire le operazione di carico e scarico dei matreriali utili al Centro.
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Criteri generali dell’intervento - il concetto il progetto nasce e si sviluppa intorno ad alcune linee guida: 1. integrazione delle diverse parti del complesso (edifici esistenti e nuovo edificio, parcheggi, parco) in un unico insieme organico. 2. sviluppo di un prototipo di edificio sensibile ai temi della sostenibilità ambientale e della salvaguardia del territorio. 3. creazione di un potente segnale e strumento di comunicazione anche a livello di territorio. 1. si è scelto di...
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