Filippo La Mantia, Oste e Cuoco | Lissoni & Partners

Milan / Italy / 2015

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Il nuovo spazio di Filippo La Mantia a Milano, in piazza Risorgimento, è molto più di un Ristorante.


È molto più di un omaggio alla Sicilia. È un concentrato di passioni - tante, quelle di Filippo, non solo la cucina e i vini, ma la musica, la fotografia, le motociclette… - elegantemente rese nel progetto dell’architetto, e amico, Piero Lissoni e reso possibile dalla condivisione con un altro amico, socio e amministratore della società.


Amici, già, perchè l’amicizia è uno dei valori fondamentali del cuoco (guai a chiamarlo chef!) palermitano, e questo progetto nasce come un luogo dove incontrarsi e ritrovarsi, dalle 7,30 alle 2 di notte, all’insegna dell’informalità più assoluta.


Un locale dove si mangia, certo - e a tutte le ore - ma se è vero che “un locale è fatto dalla gente che lo frequenta”, il primo obiettivo è stato quello di creare un ambiente esteticamente bello ma soprattutto accogliente, confortevole, flessibile, senza rigide distinzioni tra le varie aree, almeno da un punto di vista della fruizione. E’ un grande lounge che si snoda su 1800 mq di superficie distribuita su due piani e dove ogni ospite può trovare l’angolo o la situazione più adatta per bere un drink, mangiare, conversare, lavorare (free Wi-Fi), rilassarsi o divertirsi in compagnia.


LO SPAZIO
All’ingresso, sulla bella piazza Risorgimento, ci accoglie il bar diurno, luminoso, bianche piastrelle in cotto manuale alle pareti, vetrata affacciata sull’esterno e bancone rivestito in piastrelle di pietra lavica - di Made a Mano - con decori bianchi che sembrano ricami: aperto dalle 7,30 del mattino con la caffetteria accompagnata da torte, sfogliatelle, brioches, tutto rigorosamente fatto in casa, ma anche da pezzi salati della migliore tradizione siciliana, panelle, crocchette, arancine… che continuano a ingolosirci per tutto l’arco della giornata fino all’aperitivo, quando apre il bar notturno. Questo, collocato all’interno del locale, volutamente “intimo” con giochi di luce a illuminare il bancone e il retro con le bottiglie in bella vista, il regno dei cocktail profuma di erbe e spezie, mandorle, agrumi, fichi d’india….


Alla reception, il tavolo Ferro, moderno e lineare, e alle spalle due videowall con una cornice d’eccezione, in cristalli di Murano - un adattamento dello spettacolare specchio “Sturm Und Drang” di Lissoni - un richiamo classico per bilanciare e nello stesso tempo valorizzare la modernità della tecnologia.
Da qui in poi gli ambienti si susseguono in un’armonia di sfumature dai toni caldi nelle sue declinazioni più sofisticate, dai pavimenti in legno scuro alle pareti color tortora, ma non mancano qua e là tocchi di colore decisi e sapienti.
Come nei tavolini bistrot, non solo dai piani di colori diversi ma di fferenti anche nei materiali e nelle forme, rotondi e quadrati che si alternano.


Da qui si accede al grande soggiorno, un’intera parete occupata da libreria che ospita non volumi ma porcellane Richard Ginori e ceramiche di Virginia Casa in bella mostra con alcuni vasi antropomorfi di Caltagirone, creazioni monocrome di Stefania Boemi, rivisitazione moderna della tradizione siciliana.


Gli arredi sono prevalentemente scelti dalle collezioni firmate da Piero Lissoni per Cassina, Living Divani e Porro, ma ci sono anche pezzi iconici di grandi designer come il celebre Cicognino di Franco Albini e le poltroncine Utrecht di Gerrit Rietveld e pezzi di designer emergenti come i tavolini Starsky di David Lopez Quincoces.
Divani e poltrone creano aree riservate, tavolini di fogge e dimensioni diverse sono distribuiti ovunque. All’angolo estremo del locale le sedie in paglia viennese si alternano a sedute rivestite in lino, attorno al grande tavolo rotondo sovrastato da un imponente lampadario, un pezzo unico realizzato artigianalmente da Giovanna Carboni recuperando elementi originali.


La luce dalle ampie vetrate a tutta altezza è schermata dalle tende in lino grezzo che ammorbidiscono ulteriormente l’ambiente così come i tappeti antichi, di Altai.
Strumenti musicali sono sparsi qua e là non come elementi decorativi ma come invito a suonare. Questo è il vero carattere del locale, ognuno può considerarlo come un’estensione di casa, con la differenza che rispetto a una casa privata qui le occasioni di incontro e condivisione sono continue e infinite…
Tornando verso l’ingresso, la scala moderna in vetro ci conduce al piano superiore, ma anche qui un patchwork di kilim antichi e la parete di pietra, rendono più caldo l’accesso. Alla base, una motocicletta in bella vista, ancora un pezzo unico assemblato con elementi originali, è una creazione Sumisura di Frank Augello, tributo alla passione per le due ruote che Filippo condivide con molti amici.


Al primo piano ancora un ambiente unico concepito come un insieme di aree diverse ma fluide, senza interruzioni e delimitazioni. Alle pareti un sistema di pannelli richiama il tipico “canniccio” siciliano che ombreggia senza schermare completamente la luce. E poi grandi fotografie in bianco e nero, ora sono ovunque i bellissimi ritratti siciliani di Gianmarco Chieregato, e alle pareti del cocktail bar i dettagli siciliani catturati dall’obiettivo di Pucci
Scafidi.
Un’ampia composizione del divano Extrasoft ci accoglie all’insegna del comfort, alla sua sinistra una cucina a isola di Boffi tutta rivestita in legno - con piastre a induzione Fulgor - per lo show-cooking. Alle sue spalle una cantina a vista in vetro custodisce le etichette più preziose e contemporaneamente funge da quinta all’ingresso dei bagni. E lo show-cooking qui non è solo appannaggio del cuoco-patron, ma anche degli ospiti: chi volesse intrattenersi ai fornelli con amici non dovrà far altro che prenotarsi e troverà la spesa fatta con gli ingredienti pronti per essere cucinati al momento!


Il lounge prosegue con divani e poltroncine fino a introdurre il ristorante vero e proprio, circa 70 coperti distribuiti fra tavoli di forme e dimensioni diverse, e ancora sedute in paglia viennese si alternano a classiche sedie da bistrot, sedute rivestite in lino e poltroncine Neve di Lissoni per Porro. Lo stesso sistema di librerie a parete ripropone porcellane, ceramiche e vetri in un decoro che qui si contestualizza e fa da cornice alla pasticceria, un cubo di vetro dove il pasticcere crea in diretta…
Infine l’ultima parte del locale, con due grandi tavoli rotondi illuminati da altrettanti chandeliers in vetro di Murano, può diventare un privè grazie a un sistema di porte scorrevoli, per garantire privacy a ospiti in cerca di riservatezza.


 

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