Concorso di progettazione a inviti per il nuovo complesso parrocchiale "Resurrezione di nostro Signore". Varignano, Viareggio | Nazzareno Petrini

Progetto terzo classificato. Viareggio / Italy / 2015

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Il progetto intende evocare fisicamente l’idea di accoglienza, di centralità e soprattutto di comunità che il concetto stesso “chiesa” sottointende. La modernità ha molto spesso consegnato aree urbane dal carattere spersonalizzante, totalmente assenti di tipologie spaziali ed edilizie capaci di centralità e riconoscibilità. La chiesa con la sua influenza urbana e la sua architettura, può e deve essere capace di riconoscibilità, non solo per i fedeli ma per tutta la cittadinanza, riconquistando il ruolo di aggregatore sociale. Il progetto diventa così baluardo di rigenerata identità, un evento simbolico e catalizzante, motore di una trasformazione che restituisca alla cittadinanza il senso del luogo urbano ricucendo le frammentazioni che attualmente lacerano il quartiere.

Il progetto propone di disegnare un cuore aperto verso il crocevia, uno spazio che attira non solo verso il suo centro prospettico rappresentato dall’edificio ecclesiastico e opportunamente arretrato per accogliere ed abbracciare fedeli e cittadini, ma che è capace (utilizzando tipi architettonici noti come i portici, il verde e spazi di qualità) di costruire la città nella sua principale dimensione di luogo delle relazioni sociali. Il rapporto tra chiesa e quartiere che proponiamo si configura come rete di relazioni, di collegamenti fisici reali e visibili tra punti di vista e direzioni diverse, sottolineati attraverso le volumetrie, i segni a terra, i portici, il verde e l’acqua e che trovano nell’edificio religioso il loro centro ideale.

La composizione spaziale prevede di fisicizzare il perimetro esterno del lotto a nord e ad est attraverso due edifici, entrambi permeabili, convinti che la risposta ai problemi di sicurezza può essere ottenuta non chiudendo, ma aprendo al passaggio e all’incontro, ma anche capaci di filtrare e in qualche modo arginare la dimensione incongruente della parte di città che vede in questa direzione aree e funzioni in stato di particolare degrado. Contrariamente, in direzione ovest e sud, la composizione si apre verso le popolose aree residenziali in essere e in divenire. Il volume principale che ospita l’edificio di culto si caratterizzerà rispetto al resto delle volumetrie per la sua rotazione rispetto al sistema ordinatore del perimetro del lotto, divenendo così l’elemento attrattore, il cuore del quartiere.

Attorno all’edificio ecclesiastico si organizza una grande piazza aperta, i cui portici del braccio dei locali per il ministero pastorale e del centro di ascolto fanno da ali prospettiche che accompagnano verso l’ampia e accogliente copertura che anticipa l’ingresso.

Un ruolo fondamentale è affidato al campanile, che abbiamo scelto di posizionare nel luogo più avanzato possibile, idealmente al centro del sistema urbano del crocevia di strade e spazi che caratterizza l’incrocio del Forcone. La scelta insegue la volontà, anche storica, di ricostruire con la città un rapporto percettivo e visuale tra le sue emergenze e i suoi utenti al fine di costituire un richiamo simbolico ma anche la fisicizzazione di un luogo noto e sicuro al quale affidarsi, un luogo capace di accoglienza e identità.

La volontà di utilizzare materiali autentici e la necessità di contenere i costi di realizzazione e di gestione hanno condizionato l’intero processo progettuale. Il nuovo edificio è stato concepito con struttura in cemento armato, in parte gettato in opera ed in parte prefabbricato, per accorciare i tempi di realizzazione, per minimizzare i costi di manutenzione e per valorizzare una tecnologia particolarmente diffusa in Toscana ma poco usata per edifici iconici. In particolare sarà in calcestruzzo gettato in opera il nucleo centrale dell’aula liturgica, identificato dal volume puro ruotato rispetto alle direttrici principali del progetto: il rigore del volume e lo spessore delle pareti esaltano la bellezza di un materiale semplice, nobile, forte ed espressivo come il calcestruzzo. Le pareti di tamponamento degli altri volumi che compongono il progetto saranno prefabbricate, realizzate con cemento biodinamico e inerti di recupero, in modo da ottenere superfici con un effetto simile al marmo, piacevoli non solo alla vista ma anche al tatto. La matrice compatta e la ridotta porosità di questo materiale garantisce una rugosità superficiale molto bassa, un bassissimo assorbimento d’acqua e quindi una maggiore durabilità e resistenza agli agenti atmosferici.

All’interno della chiesa, rivestimenti in legno delle pareti, delle aree presbiteriali e dello spazio riservato al coro, completano la scelta delle finiture introducendo un altro materiale, il legno, semplice e accogliente, bello nella sua verità.

Assolutamente importante ci è sembrato accogliere la sfida del recupero, per ridurre i tempi e non aggravare i costi di realizzazione del nuovo edificio. Si è scelto di riutilizzare le lastre di marmo di recupero e di inserirle in una pavimentazione in calcestruzzo levigato, reinterpretando la pavimentazione tipica della palladiana. In questo modo, il marmo rinasce sotto una nuova forma, divenendo una nuova texture ed occasione di espressione artistica e compositiva e di caratterizzazione dei diversi spazi della liturgia. In continuità con la pavimentazione interna della chiesa, la piazza dell’incontro sarà realizzata in calcestruzzo, ma con una granulometria più ruvida e con caratteristiche drenanti al fine di ridurre l’impermeabilizzazione dei suoli.

 

 

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    Project details
    • Year 2015
    • Client Arcidiocesi di Lucca
    • Status Competition works
    • Type Churches
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