Padiglione Polonia - Transfer

Venice / Italy / 2006

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Transfer, titolo del progetto concettuale-urbanistico di Jarostaw Kozakiewicz per il padiglione Polonia, significa trasferire qualcuno o qualcosa in un altro luogo, trasferire persone, informazioni, soldi, tecnologie, anche trasferire un disegno ovvero ricalcarlo.

"Funzione di trasferimento" è una nozione, un metodo statistico, nota sia ai sociologi che agli architetti che progettano un aeroporto. Il filo conduttore del progetto di Kozakiewicz, scultore e autore di progetti di architettura, è Varsavia, un esempio della moderna cultura dell'affollamento, una città che la trasformazione politica, economica e sociale dopo il 1989 ha segnato particolarmente.

Varsavia è la città dei grandi investimenti edilizi, ma anche degli insuccessi architettonici e urbanistici. Transfer si ispira agli assi spaziali storici e culturali di Varsavia, ai valori urbanistici perduti, come l'asse sassone, quello di Poniatowski o quello di Praga (programmi urbanistici rispettivamente del re Augusto Il e Augusto III Wettin nel tardo Seicento, re Stanislaw August Poniatowski nel Settecento, del quartiere Praga situato sulla riva destra della Vistola).

Kozakiewicz propone una nuova, organica rete di trasferimenti per Varsavia, che si sovrappone parzialmente alle esistenti arterie di comunicazione ma traccia nuovi collegamenti e ricorda gli storici assi spaziali.

La rete, formata da viadotti, svolge tre funzioni principali:

1. unisce le aree verdi (parchi comunali, boschi suburbani) permettendo ai pedoni e ai ciclisti un percorso alternativo senza dover ricorrere ad altri mezzi di trasporto;
2. unisce luoghi di particolare importanza per la città, creando percorsi di memoria, arte, studio, divertimento, riposo;
3. permette di agevolare il traffico della rete di comunicazione esistente.

La rete dei viadotti si sovrappone in modo simbolico alle reali reti cittadine: percorsi di autobus, tram, ferrovia e metropolitana, linee energetiche, fili telefonici, condotte d'acqua e gasdotti.
I frammenti scelti dai progetti di alcuni viadotti vengono presentati in brevi film di animazione che mostrano:
- un percorso della memoria, che riporta all'asse sassone barocco e conduce verso i resti di una foresta nei pressi di Varsavia passando per luoghi storici, monumenti e cimiteri dimenticati;
- un percorso artistico, che collega musei, gallerie e teatri e infine un percorso che unisce le aree verdi.

A seconda del luogo, la rete di trasferimento assume una delle tre diverse forme: quella di viadotti trasparenti chiusi, sul modello dei via letti di un parco, che ricordano un giardino d'inverno e invitano alla passeggiata in città con il maltempo, percorsi pedonali a livello del suolo o piccole vie chiuse al traffico. L’altezza dei viadotti è differenziata in relazione ai fili della trazione tranviaria o agli edifici locali. I viadotti, sia aperti che coperti, riflettono dal basso scorci della città e del traffico, e in parte li "smaterializzano".

Come osserva Michel de Certeau in The Practice of Everyday Life, ad Atene i mezzi di trasporto vengono chiamati metaphorai. Per spostarsi gli abitanti si servono di "metafore", di trasferimenti di termini, cioè di autobus, macchine, metropolitane.
Transfer racchiude in sé una critica della città congestionata, ma anche il rispetto della polisemia delle metaphorai. La rete di viadotti non è un progetto urbanistico da eseguire, ma piuttosto una proposta che suggerisce di cambiare il mezzo di trasporto e con questo la nostra prospettiva e il nostro modo di sperimentare la città, di essere trasferiti non solo da un posto a un altro, ma anche nel tempo.

Gabriela Switek
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    Project details
    • Year 2006
    • Status Temporary works
    • Type Exhibitions /Installations
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