Pavimenti d'artista -- Esposizione delle opere che andranno a comporre il mosaico pavimentale del Casale della Cimenatografia | Antonio Scarpino

Collezione Mosaicale: il cinema e lo sguardo dell'altro. Cosenza / Italy / 2016

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L'impianto concettuale del mosaico pavimentale nel Casale della Cinematografia a Marzi deriva strettamente dalla  conformazione della struttura per il quale è destinato, ove spazi per la produzione, la didattica, la visione di allestimenti nell’ambito della cinematografia, si alternano dolcemente su un declivio esposto verso valle nel centro urbano del Borgo vallivo. La stessa impronta formale del Casale della Cinematografia e la sua plastica stereometria, ne hanno suggerito il concepimento dell’idea e la sua evoluzione.


Il Casale nasce come un grande open space organico su tre livelli comunicanti ma non interferenti, uno spazio misto con connotati eterogenei ove funzioni e fruitori si mescolano in flussi visivi e percettivi che fanno in modo che si utilizzi questo ambiente tri-planare, come una serie di segmenti del medesimo processo ideativo, realizzativo, espositivo.


L’unitarietà spaziale dell'edificio e il suo assetto funzionale, imponevano che l’invasività strutturale fosse ridotta il più possibile e che gli ingombri per favorire attrezzabilità e movimentabilità fossero minimali. Una siffatta impostazione aveva dal canto suo, come presupposto, la snellezza degli elementi portanti ed evidentemente, l’assenza di divisori o partizioni interne, concepibili questi ultimi, solo per allestimenti temporanei o laboratoriali, anch’essi però mobili e distributivamente versatili. Il disegno della struttura in conseguenza di ciò, si è indirizzato nel valorizzare gli scorci prospettici e nell'enfatizzare la posizione relativa dei tre livelli a cascata in una mutua percezione degli stessi. Proprio per questa sua permeabilità tra piani interni e tra questi e l'esterno, la pavimentazione della sala espositiva che, con il riflesso della luce da ovest nelle ore serali irrompe con colori ocra e arancio, esigeva un trattamento formalmente adeguato, che non si limitasse alla scelta più o meno discrezionale di un rivestimento pavimentale, ma che lo rendesse un unicum coerente con le attività che nella struttura trovano sede.


La scelta del mosaico artistico è sembrata da subito l’idea giusta, allo stesso tempo innovativa, ornamentalmente accrescitiva del valore iconico e simbolico che l’opera aspira a rappresentare nella fusione tra forma e funzione. Lo studio della luce che fluisce dalla parete vetrata e ad altezza degradante, ha fornito lo spunto ideale per l’allocazione del mosaico artistico, che grazie alla mutua visibilità tra i piani di monte su quelli di valle garantirà, atraverso coni ottici trasversali, una visione ottimale del mosaico durante le convenzionali attività, notturne e diurne,  che al disopra si svolgeranno. Le modalità di realizzazione dell’elemento pavimentale, di stesa e di omogenizzazione delle opere su una matrice unica inglobante, risentono di questa visione complessiva, e la duplice trasparenza tra la vetrata esterna e la resina del pavimento creeranno bagliori e  ombreggiamengti che enfatizzeranno contrasti, riflessi e dissolvenze. Un mosaico pavimentale quindi che non trova precedenti per procedura, applicazioni e risultati attesi, nella storia delle sale che assommano assieme, in maniera ibrida e quasi industriale, produzione, didattica e divulgazione di materiale cinematografico.


L’estrinsecazione di un principio per realizzare il quale è stato necessario il convergere di tante professionalità che appassionatamente e in maniera gratuita hanno offerto il loro contributo all’iniziativa; Le curatrici della quasi decennale rassegna d’arte Tornare@ITACA, hanno perciò coordinato, facendoli esprimere sul tema comune concepito dai progettisti, 40 artisti di diversa provenienza e formazione, che hanno immaginato le loro opere come parte di un patchwork basamentale con imposta visione a quadro prospettico oirizzontale. 


La formalizzazione di una idea attraverso una installazione caratterizzante di un’opera importante per una funzione spazialmente rigenerante, che crea e ricolloca nel suo insieme, nuove centralità e flussi funzionali dentro e fuori dalla sede che ospiterà il mosaico.


Un fregio contemporaneo per un ambiente indiviso e aggregante, sospeso tra una leggera volta in acciaio a vista, e i policromatici pavimenti d’artista


 

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    Project details
    • Year 2016
    • Work started in 2015
    • Work finished in 2016
    • Status Current works
    • Type Interior Design / Graphic Design / Photography / Art Galleries
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