PA[SM] Palazzo dell'Arte San Massimo | E-45 Creative Design Studio

La Casa degli Artisti Salerno / Italy / 2015

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Il Concept: una Casa per gli Artisti


Il progetto PA[SM] nasce come proposta congiunta tra il team di progettazione salernitano/partenopeo E-45 Creative Design Studio e l’Associazione ARCAN Salerno Cantieri & Architettura.


L’idea trae spunto da esperimenti similari portati avanti in altre comunità e contesti, attivi su scala Globale, e prevede la riutilizzazione di un grande spazio di proprietà comunale, oggi abbandonato e privo di una destinazione concreta di riulitizzo: Palazzo San Massimo (o Maiuri).


L’idea è di realizzare, all’interno della storica struttura, una Casa per gli Artisti, che sia di supporto allo sviluppo culturale della città, semplificando la realizzazione di reti collaborative con altre realtà extraterritoriali, e presentandosi come supporto attivo per altre strutture cittadine recuperate a luoghi di cultura ( Palazzo Fruscione, Complesso Monumentale di Santa Sofia, nuovo Teatro all’ex-Diana, Teatro Verdi etc.)


Obiettivi del Progetto


Partendo da una esperienza attiva per quasi un secolo nella città di Milano (la Casa degli Artisti realizzata nel 1909 e sgomberata nel 2007) ed utilizzando come modello contemporaneo esperienze stabili di realtà di assoluto valore, come la Casa degli Artisti di Spoleto, il progetto PA[SM] intende proporre la storico palazzo, fatto edificare dal Principe Guaiferio, come luogo incontro e socializzazione per gli artisti, nel senso più ampio del termine, provenienti dalle più diverse realtà geografiche e sociali.


Rendere Palazzo San Massimo Residenza, non significa trasformarlo in “dormitorio” per artisti, ma porlo come fulcro di un processo di rivitalizzazione complessiva del Centro Storico Alto, all’interno di un più ampio Quartiere della Cultura, dell’Artigianato e del Commercio Made in qual è la destinazione naturale del Centro Storico Medievale, entrando in relazione con lo spazio circostante, promuovendo e riqualificando le peculiarità architettoniche e sociali del luogo, rendendolo “diversamente vivo” e caratterizzandolo rispetto ai due assi storicamente dedicati alla movida notturna (via Roma e via Da Procida).


L’intervento


L’intervento prospettato vuole recuperare lo storico Palazzo realizzando al suo interno una struttura polifunzionale dedicata alle arti.


Nello specifico si tratta di un intervento dal duplice obiettivo:


· Realizzare una Casa-Albergo da adibire a Residenze d’Artista in cui ospitare artisti, accademici, curatori e creativi di ogni campo, al fine di fornire un momento di riflessione, di ricerca, di presentazione e di produzione, consentendo ad un individuo di esplorare la propria pratica all'interno di comunità diversa dalla sua consueta, conoscendo nuove persone, utilizzando nuovi materiali, sperimentando stili di vita diversi;


· Liberare spazi da dedicare alle stesse figure, ma provenienti dal territorio provinciale, regionale e macroregionale, consistenti in Abitazioni/Atelier ed in spazi comuni, aperti alla città, in cui gli artisti, stabili e non, possono trovare momenti di confronto con la città.


In dettaglio, la riqualificazione del Palazzo deve prevedere una serie di strutture funzionali al progetto, identificabili come segue:


· Caffè Letterario, ovvero uno spazio comune di interscambio sia tra i residenti di San Massimo che tra questi e la comunità salernitana;


· Spazi Espositivi, organizzati ed aperti alla città, dove presentare le produzioni e proporle agli stakeholders di riferimento (Mercanti, Gallerie d’Arte, Fondazioni…);


· Laboratori Dinamici, dove i Residenti avranno l’opportunità di insegnare la propria arte;


· Open Library, una libreria aperta dove i Residenti potranno presentare le proprie realizzazioni letterarie;


· Atelier, dove gli artisti provenienti del territorio potranno ottenere, a fitti agevolati, spazi progettati espressamente sulle esigenze tipiche degli artisti (cellule abitative dove si enfatizzano gli spazi creativi, riducendo al minimo indispensabile le aree di servizio);


· Miniflat, ovvero piccole unità abitative essenziali, dove gli artisti appartenenti al circuito delle Residenze d’Artista potranno alloggiare durante il soggiorno culturale in città.


PA[SM] ed i benefici previsti sul territorio: il Modello Taikang Lu


Taikang Lu è il quartiere degli artisti di Shanghai, posto in un area che ancora conserva il sapore retrò della Perla d’Oriente.


Il quartiere è un brulicare di negozietti d'artigianato, café e atelier, dove il flair della vecchia città rivive, tra uno studio e l'altro ed alcune shikumen, le tradizionali abitazioni a due piani degli anni '20 (tipiche del Sud della Cina) perfettamente conservate ed abitate nonché alcune vecchie fabbriche degli anni '40, ora trasformate in atelier.


La storia di Taikang Lu risale alla metà degli anni ’90 del secolo scorso, quando un gruppo di artisti - tra cui il noto pittore Chen Yifei – aprì i primi studi e negozi in un quartiere popolare che offriva affitti bassi ed un ambiente confortevole e sereno in cui lavorare.


All'inizio del 2000, tuttavia, il destino di Taikang Lu sembrava in pericolo poiché il governo della Municipalità di Shanghai aveva deciso di abbattere le case per lasciare spazio ad esercizi commerciali, uffici ed architetture postmoderne. Grazie alla stretta collaborazione degli artisti e dei residenti, però, la fazione "preservazionista" ha avuto la meglio e, dal 2004, si è sviluppato un progetto in collaborazione con il governo municipale per la conservazione degli edifici dell'area di Taikang Lu e per il rilancio commerciale dell'area, recentemente ribattezzata "la via degli artisti". Da quel momento in poi, i negozi e gli studi degli artisti sono raddoppiati e, negli ultimi anni, sono passati da 100 a circa 300. Il progetto è, attualmente, in fase di espansione a seguito delle numerose richieste di artisti e commercianti che vogliono trasferirvi le proprie attività, attratti dallo spirito del luogo, teso a guardare al futuro preservando e valorizzando l’originale atmosfera, frutto di un mix di diverse “prospettive”, nuove tecnologie e “tradizioni” popolari fatte di panni stesi ad asciugare, vecchi che giocano a scacchi, bambini che scorrazzano per i cortili e l'inconfondibile profumo delle verdure saltate con salsa di soia che si sprigiona dalla cucine dei locali circostanti.


Il Progetto di riqualificazione e di specializzazione di Taikang Lu è stato in grado di regalare al quartiere nuovo impulso economico ed è oggi uno dei poli turistici di Shanghai più apprezzati e ricercati.


Ma il modello Taikang Lu è replicabile? Può essere adattato ad una realtà medio-piccola italiana?


Chiaramente una grande realtà internazionale qual è Shanghai difficilmente è paragonabile ad una piccola città del sud Italia, ma Taikang Lu è un modello che, a sua volta, ha avuto altri modelli di riferimento (New York con Soho, Parigi con Montmartre, Londra con Camden Town). Ciò, tradotto, significa che un modello è fatto per essere studiato ed adattato alle specificità del luogo in cui si intende replicare un’esperienza.


PA[SM] vuole appunto tradurre un modello, incrociandolo con altre esperienze ed adattandolo al contesto ed alle aspettative di una media realtà italiana come Salerno.


In tale ottica, Palazzo San Massimo può diventare il punto di riferimento di una riqualificazione sociale, culturale e, conseguentemente, economica, dando forte impulso ad un ripopolamento qualificato del Centro Storico Alto, supportandone la ristrutturazione urbana nel quadro più ampio di una preservazione dei luoghi, evitando però quella che è la premessa per il decadimento, ovvero la gentrificazione.


Se guardiamo ai modelli di riferimento è infatti palese come tali esperienze, prescindendo dal luogo di applicazione (pensiamo alla già citata Spoleto, dove l’intervento ha matrice esclusivamente privata – un moderno mecenatismo messo in atto da un imprenditore alberghiero locale attraverso il suo Progetto Atelier - ma realtà similari si sono sviluppate in luoghi vari della penisola, dalla Liguria alla Sicilia), siano sempre generatrici di valore aggiunto seguendo uno schema semplice così riassumibile: l’Atelier o la Residenza d’Artista necessita di servizi di supporto di base (locali pubblici, esercizi commerciali legati alle attività artistiche) e genera flussi di individui principalmente non legati al territorio, molto spesso di provenienza internazionale. Questi, a loro volta, necessitano di servizi qualificati quali strutture ricettive, attività ristorative e commerciali connesse alle attività di riferimento, uffici di cambio, servizi di assistenza linguistica etc.


Interazioni con strutture pre-esistenti


La particolare posizione di Palazzo San Massimo concorre, insieme all’enorme valore storico, alla scelta della struttura quale sede privilegiata per un Palazzo dell’Arte.


L’edificio, posto quasi al limite del Centro Storico, è vicinissimo alle principali strutture museali ed espositive della città, utilizzabili per attività connesse a quanto auspicato nel progetto PA[SM].


Nel raggio di 300 metri sono infatti raggiungibili le seguenti strutture:


· Complesso di Santa Sofia e Chiesa dell’Addolorata, primo polo espositivo cittadino;


· Palazzo Ruggi d’Aragona, sede della Soprintendenza BAPSA, dotata di funzionali sale espositive e di una ampia corte fortemente scenografica;


· Palazzo Galdieri, sede del Museo dello Strumentario Chirurgico Roberto Papi e dell’Archivio della Botanica, dotato di ambienti adeguati ad allestimenti temporanei;


· Palazzo Capasso (Giardino della Minerva), composto da sale dedicate a mostre temporanee;


· San Nicola della Palma e Conservatorio Musicale Martucci, futura sede del Museo Archeologico Comunale. Prossimamente arricchito da un panoramico auditorium;


· Ex-Convento di San Lorenzo, sede dell’Archivio Comunale, anch’esso dotato di ampie sale espositive;


· Museo Diocesano San Matteo, sede del più importante museo della città, dotato di una corte interna utilizzata per installazioni temporanee di arte e performance musicali;


· Tempio di Pomona, annesso al Complesso Monumentale della Cattedrale, composto di un’ampia sala centrale e di un corridoio laterale dedicato agli allestimenti minori;


· Palazzo Fruscione, recentemente ristrutturato ed interamente dedicato alla cultura;


· San Pietro a Corte ed ambiente ipogeo, quest’ultimo utilizzato anche per mostre temporanee;


· Largo Barbuti, ampio spazio pubblico studiato per ospitare performance culturali di diversa natura;


Ampliando il raggio a 500 metri da Palazzo San Massimo abbiamo inoltre:


· Scuderie di Palazzo Genovese, consistente in due sale espositive attrezzate;


· Teatro ex-Cinema Diana , sede di una nuova sala teatrale hi-tech;


· Cinema Teatro Augusteo, annesso al Palazzo Comunale;


· Teatro Municipale Giuseppe Verdi;


· Casa del Combattente, sede di Fondazione e Biblioteca Filiberto Menna;


· Palazzo Pedace, sede del Parco Scientifico e Tecnologico, dotato di un ampio salone di rappresentanza predisposto per eventi artistici;


· Ex-Chiesa di Sant’Apollonia, adibita a mostre temporanee e dotata di una sala principale e di una saletta secondaria;


· Palazzo Pinto, sede della Pinacoteca e dell’Enoteca Provinciale, oltre che dell’Ospedale Vicino, dotato di spazi espositivi di notevole valore artistico.


· Ex-Chiesa di San Gregorio, sede della Museo Virtuale della Scuola Medica;


· Archivio dell’Architettura Contemporanea, in via Porta Elina, consistente in una ampia sala espositiva a due navate.

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    Project details
    • Year 2015
    • Status Unrealised proposals
    • Type multi-purpose civic centres / Apartments / Multi-purpose Cultural Centres / Interior Design / Monuments / Recovery/Restoration of Historic Buildings / Building Recovery and Renewal
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