parco archeologico Tanca Manna | luigi cosseddu

Il Parco Tanca Manna è uno spazio unico per bellezza e peculiarità, ricco di segni che richiamano emozioni e conferiscono valore inestimabile al sito. Il nuraghe con il suo villaggio, il bosco, i panorami, le rocce granitiche, l’acqua sono le più profonde radici della città, elementi matrice da conservare e valorizzare per rappresentare e far conoscere le più antiche Origini e Natura nuoresi.

Il Nuraghe, con il suo villaggio, è l’emergenza principale da preservare, l’anima alla quale si rivolgono tutte le linee architettoniche. L’approfondita campagna di studio, scavo e recupero delle vestigia oggi celate sotto il terreno è alla base del progetto, essendo l’elemento archeologico l’attrattiva più forte per attivare un continuo flusso di visitatori tutto l’anno. Il Bosco primigenio rappresenta la bellezza e la forza della Natura alle Origini, il collante dei diversi elementi progettuali, destinato a divenire, con il passare degli anni, dei decenni e dei secoli, l’ecosistema di 4000 anni fa. L’equilibrio biologico ritrova la funzionalità perduta, compromessa dall’inserimento forzoso di specie alloctone che hanno impoverito il suolo; alberi, arbusti ed erbe dell’insieme vegetazionale originario ricreano condizioni pedoclimatiche ideali: i risultati di un rimpianto eseguito a regola d’arte sono visibili già entro i primi dieci anni di vita (bosco giovane). Lo scavo del villaggio e il recupero del bosco sono parte di un processo di ricostruzione fondamentale, attuato con il contributo della comunità locale, in modo da essere apprezzato pienamente dalle future generazioni.

Il Corridoio, unico volume e accesso principale del parco, è un padiglione su due livelli caratterizzato dalla forma basica di parallelepipede, freccia indicante il nuraghe. Rimodulazione contemporanea di visioni arcaiche (protonuraghe a corridoio), completamente aperto e anticonvenzionale, è pensato per offrire al visitatore una forte esperienza sensoriale, facendogli provare le percezioni tipiche di un ambiente nuragico nelle diverse stagioni: freddo, caldo, umidità, vento, odori acri, aromi, terra, fuoco, acqua, fumi, luci soffuse, oscurità. Nello spazio di ingresso, prospiciente Via Martiri della Libertà, un’ampia rampa-anfiteatro è luogo di performance all’aperto su miti e leggende nuragiche a cura di compagnie teatrali locali. La scenografica vasca per la raccolta dell’acqua piovana è posta lungo il lato sud dell’edificio. Subito dopo aver varcato la soglia, di ampiezza volutamente limitata, sullo sfondo appare la spettacolare sagoma del Tanca Manna, valorizzata dall’orientamento dell’asse longitudinale e dall’ampia apertura sul lato minore a Est. L’allestimento della grande sala a pianta aperta è minimo: semplici sedute e banconi di ferro, attrezzati per ospitare le diverse funzioni (accoglienza, informazioni, ristoro, bookshop), illuminazione d’atmosfera con torce a fiamma appositamente disegnate. A metà del percorso, un imponente monolite sembra sospeso nell’aria segnando il suggestivo contrasto fra il fuoco e l’acqua: il grande camino a legna, innalzandosi e penetrando un varco della copertura, diventa elemento riscaldante nei mesi invernali; la grande pozza alla sua base, rinfresca nei caldi mesi estivi: i due elementi diventano ancestrale ed efficace sistema di climatizzazione. L’ampio spazio si presta all’allestimento di mostre permanenti o temporanee di materiali archeologici rinvenuti in loco, video-istallazioni interattive che ricostruiscono virtualmente il sito originario com’era dov’era, informazioni sullo stato dei lavori di scavo e sulle nuove scoperte, immagini della più autentica natura sarda, richiami alla cultura nuragica. L’ambiente è soppalcabile e può essere eventualmente chiuso, ancorando infissi del tipo curtain-wall alla struttura, in modo che tessitura e disegno siano ben visibili. All’uscita, una rampa-terrapieno (come una ziggurat), conduce direttamente all’area archeologica.

Gli ambienti del piano seminterrato sono grotte di pietra e ferro essenziali, conformi ad una interpretazione forte del duro mestiere dell’archeologo, al quale sono dedicate. L’aula multifunzione è dotata di una grande apertura che consente il contatto con la natura e l’accesso diretto all’area degli scavi; lo spazio è allestito con spartani arredi in ferro per le riunioni e lezioni che si svolgono durante i lavori di preparazione, di scavo e, infine, per l’interpretazione e catalogazione dei dati raccolti.

La Fonte Corridoio, legata all’edificio, e la vicina Fonte Centrale, sono ridisegnate e valorizzate per diventare luoghi di sosta, di meditazione e refrigerio, tappe dove rilassarsi durante la visita al parco. Le essenziali linee e la disposizione delle sedute pongono in evidenza l’acqua, vista come elemento sacrale.

Lo Specchio è un lago artificiale balneabile o biopiscina, come definito dalla normativa “laghi” del Dlgs 42-2004. L’opera è concettualmente coerente con l’idea di fondo del progetto: ricreare in modo artificiale l’ambiente naturale. Interamente realizzato con metodologie biologiche e non inquinanti, è allocato ai margini della cava maggiore, la cui alta e scoscesa parete diviene ideale quinta scenica lambita dall’acqua. Nei mesi caldi è valida alternativa alle gite al mare per i nuoresi o rinfrescante refrigerio per i visitatori del sito archeologico. L’immagine naturalistica, unita alla destinazione sportiva e ricreativa, ne fa uno dei fondamentali elementi di attrattiva del parco