La scuola che non c'è | Gian Luca Petroselli

Il progetto per il nuovo complesso educativo nasce dall'esigenza di raccogliere in un unico punto le varie scuole situate nelle vicinanze di capaccio scalo, promuovendolo così a nuovo epicentro scolastico del Cilento. 

L'area scelta per l'operazione si trova in una fascia prevalentemente agricola, situata nella parte nord di Capaccio scalo.  

La stessa zona fa parte di un progetto urbano di completamento, ad edificazione residenziale e terziario con annessi servizi. 

La strategia progettuale adottata, è stata quella di creare un asse verticale al fine di connettere il nuovo parco urbano ed il tessuto edilizio esistente, avendo come fulcro il nuovo plesso scolastico ed i suoi relativi servizi. 

Questi ultimi sono stati pensati per poter essere utilizzati nelle varie ore della giornata, sia dai bambini, sia dai comuni cittadini. 

L'aggregazione di spazi e di persone è diventato il punto focale dell'intero progetto, guidandone il processo formale e progettuale. 

Considerando questa logica, si è scelto un pattern che potesse dare l'idea di uno spazio geometricamente definito ma al contempo aperto e liberamente fruibile. 

Il parco è pensato proprio come un aggregato cellulare, dove ogni cellula contiene nel suo nucleo una specifica funzione, sia essa naturalistica, che artificiale. 

Sono stati immaginati spazi per la coltivazione di ortaggi, verdure e frutti, come omaggio al luogo, richiamandone la memoria utilizzando i stessi segni dell' arato dei campi intorno; spazi di verde incolto, o semplici prati con arbusti, graminacee ed alberi.  

Il plesso scolastico si inserisce in maniera organica e quasi invisibile nel parco andando a trovare il posto nelle grandi cellule centrali. 

Al centro delle strutture è posta una collina artificiale che funziona da mensa per la scuola nelle ore di lezione e da foyer nelle ore pomeridiane e serali.