Social Housing - fuori le mura - | Federico Sorgi

L’Aquila / Italy / 2014

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L’Aquila ha una configurazione stratificata molto forte del centro storico circondata da mura.


Durante gli anni ’40-’50 diversi interventi vengono proposti e realizzati sia all’interno del tessuto urbano storico - con opere di sventramento - sia esternamente dove si vede la formazione della prima periferia aquilana nella zona est della città.


Dopo la guerra viene approvato il primo Piano Regolatore Generale dove vi sono pesanti interventi sul tessuto stesso, e nuclei di servizi e attrezzature pubbliche con funzioni agglomerate nelle periferie e di nuove centralità ai margini del centro storico.


Le piazze vengono sostituite - a causa delle nuove tecnologie - in parcheggi.


Intorno al 1981 la periferia nord della città inizia a formarsi e si iniziano a notare le prime mancanze del piano regolatore: molte delle nuove costruzioni nascono come funghi senza una precisa funzione e omogeneità.


In questo contesto, con nelle vicinanze porta Roma - una delle porte più importanti a livello storico della città - nasce il progetto di social housing proposto.


Il progetto si sviluppa su diversi piani concettuali:


Creazione di un elemento All-in-one; che vada ad ovviare - anche minimamente - sui deficit di un contesto non regolarizzato.


Riproposizione del concetto di “corte”, tipico del contesto urbano storico, dove esso non è un elemento prefissato e progettato dalla creazione ma nasce dall’aumentare dei residenti - come la periferia è cresciuta a dismisura occupando gli spazi vuoti al crescere della popolazione, il centro storico, ed in particolare gli edifici a corte, sono nati dall’aumento delle famiglie, andando non ad incidere sugli spazi vuoti limitrofi, ma andando a chiudere gli spazi urbanizzati e “regolamentati” così da creare aggregati urbani chiusi, fulcro del centro storico vero e proprio. -


Pensare ad una modularità delle residenze; tutti gli alloggi hanno spazi privati (camere da letto, bagno) uguali tra di loro con la differenza dello spazio “vivo” della casa (cucina, soggiorno) che differisce a seconda del numero degli abitanti dell’appartamento; esso si ripercuote su un movimento in facciata che va a creare pieni e vuoti - quasi casuali - regolamentati (una critica alle superfetazioni nate negli ultimi decenni all’interno del centro storico). Il tutto basato su un modulo 60x60


Uno spazio di base “morbido” che dia libertà massima al movimento interno delle persone e “stacchi” visivamente la parte pubblica da quella privata, con modulo 120x120 (due persone)

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    L’Aquila ha una configurazione stratificata molto forte del centro storico circondata da mura. Durante gli anni ’40-’50 diversi interventi vengono proposti e realizzati sia all’interno del tessuto urbano storico - con opere di sventramento - sia esternamente dove si vede la formazione della prima periferia aquilana nella zona est della città. Dopo la guerra viene approvato il primo Piano Regolatore Generale dove vi sono pesanti interventi sul tessuto stesso, e...

    Project details
    • Year 2014
    • Status Competition works
    • Type Parks, Public Gardens / Neighbourhoods/settlements/residential parcelling / Apartments / Multi-family residence / Social Housing / Kindergartens / Bars/Cafés
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