Nuovo Bivacco Fratelli Fanton | Alessio Bortoluzzi

Concorso di idee Auronzo di Cadore / Italy / 2015

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Oggi il rapporto tra uomo e montagna può essere riassunto in due parole: necessità e leggerezza. La grande accelerazione che la ricerca ha avuto nella nostra società e le nuove possibilità di sperimentazione hanno reso possibili dotazioni sempre più specifiche e leggere, tali da mutare l’idea classica di alpinismo. Alimentazione, tessuti e dispositivi di sicurezza: la grande scommessa dell’attualità è la leggerezza, una forza immateriale che proietta l’alpinista in una nuova dimensione, aprendo a molti la possibilità di fare quello che un tempo era la sfida di pochi.
Il progetto è una risposta ai nuovi modi di vivere la montagna, dove il grande numero di frequentatori porta con sè necessità e aspettative che non trovano le risposte necessarie nei presidi e nelle attrezzature utilizzate fino ad oggi. Ciò comporta l'esigenza di un ripensamento delle strutture di ricovero disseminate lungo le cime.



Il gruppo delle Marmarole è una delle aree più selvagge delle Dolomiti, con pochi punti d’appoggio, per altro raggiungibili solo attraverso grandi dislivelli. Forcella Marmarole si trova sull’intersezione di due valli sovrastate da declivi ripidi che d’inverno si trasformano sotto le abbondanti nevicate. Il nuovo punto d’appoggio, funzionante tutto l’anno, in un ambiente così ostico è stato ideato come un oggetto autoreferenziale: un riferimento sicuro per l’escursionista, che acquisisca le sfumature del paesaggio circostante senza confondersi. Il prodotto finale non è un esercizio stilistico fine a sè stesso, ma un esempio concreto di architettura risolta in ogni sua specificità.
La composizione nega la mimesi con la natura, esaltando le proprie forme per rafforzare gli scopi principali della struttura: sicurezza e riparo. La funzionalità invernale e le riflessioni suggerite dall’area di progetto hanno focalizzato l’attenzione sull’orientamento del manufatto ed il posizionamento dell’ingresso. Il punto d’installazione è stato individuato sopra le linee di massima pendenza, ove si colloca la struttura con l’ingresso volto a sud. Ciò significa favorirne l’esposizione nei mesi freddi, con un conseguente scioglimento più rapido della neve, e liberarlo dai pericoli naturali cui è soggetto il lato rivolto a monte. Inoltre la direzione sud è la via principale di avvicinamento alla struttura.



La forma compatta genera una struttura resiliente che non si pone come sbarramento artificiale all’impeto delle forze atmosferiche, bensì le accetta respingendole attraverso la conformazione del suo guscio protettivo. La sopraelevazione della struttura ha il vantaggio di ripararla dalle colate detritiche, di consentire l’uso di un unico accesso fruibile sia nei mesi estivi che invernali e garantire un continuo ricircolo d’aria sotto al bivacco. La piattaforma di ancoraggio è composta da 3 travi reticolari, appoggiate in due punti e rastremate verso lo sbalzo di valle. Questa composizione presenta una geometria ben amalgamata al bivacco, nonché il primo sguardo per chi sale dalla Val Baion. L’accessibilità al riparo sarà garantita da una scaletta metallica, immagine che riprende le vie ferrate e consentirà all’ingresso di trovarsi a circa 3 m dal terreno sottostante. La porta sarà suddivisa in due porzioni e accompagnata dall’alloggio fisso di una pala esterna per liberare eventuali accumuli nevosi.
La forma del bivacco richiama la figura del sasso, un’irregolarità che risalta sul versante e che assume il valore del riparo. Il poliedro si configura come un masso erratico di dolomia proiettato in un grande fuori scala, omogeneo e senza sporgenze che sarebbero punti deboli per la struttura e di accumulo per la neve. La composizione ha assunto come linee guida due tagli netti delle pareti di monte e di valle: la prima completamente chiusa per esaltare il senso di protezione del manufatto, la seconda segnata da un’apertura vetrata, un diaframma che amplifica il rapporto con l’esterno indirizzando gli sguardi.
La scelta di un volume compatto segnato solo da incisioni inglobate nella struttura segue il principio della necessità: ogni decisione è stata ragionata con uno scopo preciso. Trovano così spiegazione la nicchia della facciata sud sulla soglia d’ingresso e le piccole feritoie sul lato nord che proiettano la luce sull’irregolarità delle pareti.



Il locale interno è uno spazio organico, composto da forme che si combinano per definire un volume minimo che garantisca un bilanciamento termico della struttura e i movimenti all’interno di essa. La pianta si divide in due locali: il primo ospita il deposito per le attrezzature degli escursionisti e la consolle tecnologica, il secondo è caratterizzato dai 12 posti letto, suddivisi in tre livelli, un tavolo e un mobile attrezzato con piastra a induzione. Nelle armadiature trovano spazio, assieme ai dispositivi multimediali e alle dotazioni richieste, altri accessori che si ritengono utili per un buon funzionamento della struttura. I letti sono costituiti da un telaio in legno e da una rete ignifuga antibatterica che ne riduce notevolmente il peso e ne favorisce l’igiene. L’incontro tra l’irregolarità delle pareti e la geometria dei letti forma spazi per appoggiare dotazioni dell’escursionista, così come le feritoie sulla parete nord poiché tutti i vetri sono complanari alla facciata esterna per evitare accumuli nevosi.
Gli arredi dell’ingresso sono realizzati in resina con ripiani in griglia metallica per la raccolta delle acque di risulta delle attrezzature bagnate, mentre la consolle di comando e le strumentazioni sono integrate al pannello multimediale.
Internamente le pareti sono rivestite in legno d’abete, scelta che abbina il basso peso specifico del materiale alla sua superficie riflettente che aiuta a riscaldare l’aria interna sfruttando il calore generato dalle persone. Il pavimento è in lamina di pvc per agevolare la pulizia e ridurre la necessità di manutenzione.



Le forti inclinazioni della copertura trovano giustificazione nell’alloggio dei pannelli fotovoltaici integrati, in quanto la porzione sud rimarrà sempre scoperta anche in caso di nevicate abbondanti. L’impianto (resa massima di 1,5 KW) è composto da batterie d'accumulo e pannelli indipendenti che potranno essere sostituiti singolarmente. Per integrare l’apporto energetico verrà installata anche una mini pala eolica (potenza complessiva 400 W).
La struttura è realizzata con un sandwich costituito da due layer superficiali di vetroresina ad elevate proprietà meccaniche e da uno strato distanziatore in polistirene, in modo che le funzioni strutturale e di barriera termica siano assolte contemporaneamente. La sfida è stata la ricerca di un materiale che riesca ad abbinare la natura compatta e solida della forma alla massima leggerezza degli elementi. La vetroresina inoltre esalta la compattezza del solido che attraverso la sua natura plastica alterna sulle facciate giochi di luce al variare dell’irraggiamento. La tinta esterna gioca su una tonalità azzurra che richiama il logo del C.A.I. staccandosi dalla tradizione.
Lo studio sulla modularità ha permesso di suddividere il bivacco in 4 moduli, ognuno dotato di ganci per l’elitrasporto integrati al guscio esterno, al fine di agevolare le manutenzioni. Saranno necessarie 5 operazioni di trasporto, previa preparazione dell’alloggiamento in loco, supportate da una squadra di 4 uomini. Inoltre, lo studio di soli 3 ancoraggi puntuali sul pendio facilita la reversibilità dell’azione: qualora la struttura dovesse essere rimossa, lo stato dei luoghi tornerà ad essere esattamente quello originale.



L’apparato tecnologico della struttura risponde alla scelta di ottenere un manufatto che possa aderire concretamente alle esigenze che le nuove strumentazioni sono in grado di offrire. Per questo motivo il bivacco è integrato con il mondo del web, arricchito con dettagli e particolari fino a poco tempo fa impossibili da pensare ma non per questo non necessari. Il primo aspetto considerato è rendere visibile la struttura anche durante perturbazioni atmosferiche insistenti, ben sapendo che i repentini cambiamenti meteo in montagna possono togliere la visibilità ad un punto di riparo. Il bivacco è dunque dotato di un faro a led installato su un’asta fissata sulla facciata a monte, attivabile dall’escursionista attraverso un’applicazione per smartphone gratuita. Si predispone inoltre un ponte radio privato di tipo Wi-Fi, che garantisce un appoggio web alla struttura e la gestione dalla sede C.A.I. con controllo remoto. L’intero apparato elettrico, elettronico e gestionale del bivacco è programmato con funzionamento temporizzato in modo da ridurre gli sprechi.

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    Project details
    • Year 2015
    • Client C.A.I. Auronzo
    • Status Competition works
    • Type Tourist Facilities
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