Centro diurno e sede della Cooperativa Sociale ACLI | Andrea Martinelli

L’intervento è di rilevante importanza nella definizione del tessuto urbano di questa parte di città in espansione, l’obiettivo è di configurare la quinta percettiva della strada, che definisca un luogo identificabile e sia guida per lo sviluppo futuro.

L’impianto planimetrico proposto organizza le diverse attività attorno a una corte, nucleo fondamentale per l’interazione delle diverse funzioni che verranno attivate: direzionale e coordinamento, formazione, occupazione e terapia. L’esigenza, che queste complementari attività generano, è di una forte integrazione e relazione fra tutte, così che i diversi incarichi siano percepiti, a tutti i livelli, equivalenti nel funzionamento della cooperativa.

Le intenzioni architettoniche si concretizzano nella valorizzazione delle relazioni umane che si generano dalla fruizione, dalla frequentazione, dall’abitare luoghi comuni e luoghi esclusi.

Le relazioni, nel progetto, generano la morfologia del nuovo insediamento tentando di facilitare o di interdire le dinamiche di fruizione dei diversi ambienti destinati alle specifiche attività in funzione delle caratteristiche di accessibilità e di interazione delle persone presenti nel centro, utenti diversamente abili, personale di supporto, associati.

Legare insieme queste macro-aree in modo che interagiscano efficacemente diviene l’obiettivo principale della progettazione: gli uffici saranno esclusivi e difficilmente accessibili ai non addetti, ma permeabili alla vista. Il centro diurno, anch’esso esclusivo, a suo modo, di coloro che vi lavorano, operatori e utenti insieme sono i lavoratori di questa piccola industria di semplici oggetti organizzata in diversi laboratori e in locali dove si pianifica l’attività; un corpo parallelo, non in contrapposizione, ma di completamento alla precedente area logistica. Le aree per l’incontro coincidono con alcuni momenti particolari della giornata, l’ingresso al lavoro, la pausa caffè, il pranzo, l’uscita: una sala cerniera dove tutti i lavoratori-utenti s’incontrano, un luogo per lo scambio reciproco, per il riposo e il ristoro, la caffetteria e la mensa. Tutto si concentra e si affaccia su uno spazio centrale trattato a prato, un piccolo parco, introverso al mondo, ma estremamente aperto al nostro microcosmo che, per quanto possibile, deve divenire la continuazione ideale degli spazi interni, una sala all’aperto a cui tutti possano accedere e ambire.

Legare insieme queste macro-aree in modo che interagiscano efficacemente diviene l’obiettivo principale della progettazione: gli uffici saranno esclusivi e difficilmente accessibili ai non addetti, ma permeabili alla vista. Il centro diurno, anch’esso esclusivo, a suo modo, di coloro che vi lavorano, operatori e utenti insieme sono i lavoratori di questa piccola industria di semplici oggetti organizzata in diversi laboratori e in locali dove si pianifica l’attività; un corpo parallelo, non in contrapposizione, ma di completamento alla precedente area logistica. Le aree per l’incontro coincidono con alcuni momenti particolari della giornata, l’ingresso al lavoro, la pausa caffè, il pranzo, l’uscita: una sala cerniera dove tutti i lavoratori-utenti s’incontrano, un luogo per lo scambio reciproco, per il riposo e il ristoro, la caffetteria e la mensa. Tutto si concentra e si affaccia su uno spazio centrale trattato a prato, un piccolo parco, introverso al mondo, ma estremamente aperto al nostro microcosmo che, per quanto possibile, deve divenire la continuazione ideale degli spazi interni, una sala all’aperto a cui tutti possano accedere e ambire.