Abitare minimo nelle Alpi

Cellula abitativa minima, autonoma, reversibile, (bivacco)

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IDEA Poche semplici considerazioni hanno accompagnato il percorso progettuale, focalizzando l’attenzione soprattutto sull’essenzialità del manufatto. Il bivacco doveva essere un riparo sotto il quale riposarsi e poter mangiare qualcosa, garantendo un ambiente accogliente senza il superfluo. Chi vive e conosce la montagna non ha bisogno di ciò che non è strettamente necessario. La domanda da porsi era come ottenere tali condizioni in uno spazio minimo, per sei persone, in modo tale che potessero convivere in modo adeguato alle esigenze. L’idea che il tetto potesse svolgere anche funzione di parete perimetrale consentiva di ottimizzare gli elementi di chiusura. Da qui la forma triangolare delle facciate, che ricordano una tenda, sintesi estrema di ricovero temporaneo, leggero e rimovibile. L’inclinazione accentuata delle falde, tale da permettere il movimento all’interno, avrebbe permesso sia un ottimo scivolamento della neve nelle stagioni più fredde sia l’installazione di pannelli fotovoltaici per l’autosufficienza energetica. Un piccolo vestibolo d’ingresso offre riparo prima di entrare attraverso una porta a passo d’uomo. All’interno un mobiletto con un lavello e delle piastre elettriche concedono una prima opportunità di ristoro ai visitatori. Sul lato opposto sono collocati i letti, di cui quattro girevoli e imperniati su tre montanti verticali, che in posizione chiusa formano una sottile parete, e uno ribaltabile posto più in alto e raggiungibile con una scaletta fornita all’interno del bivacco. Il primo letto funge anche da seduta, ponendosi di fronte a un tavolo a scomparsa nel pavimento. Di fronte tre semplici ceppi forniscono ulteriori sedute. Durante la cena gli ospiti guarderanno fuori attraverso una finestra dal profilo circolare e apribile con perno centrale per il ricambio d’aria. Potrà essere oscurata appostando manualmente un pannello circolare di legno.


MATERIA L’austerità formale e funzionale imponeva una struttura rapidamente montabile e soprattutto leggera, in modo tale da renderla successivamente trasportabile con l’elicottero. Un basamento di legno multistrato dotato di appoggi regolabili in altezza permette di collocare il manufatto su qualsiasi tipo di superficie. Al di sopra vengono fissati tre triangoli strutturali di legno lamellare, formati ciascuno da due travi portanti inclinate accoppiate (spessore 6 cm l’una) con una terza orizzontale a incastro, sulla quale viene montato il pavimento. Il pacchetto delle pareti prevede un isolamento in lana di pecora, un materiale naturale reperibile in Val Camonica, altamente prestazionale dal punto di vista termico ed acustico, inalterabile nel tempo e capace di filtrare e depurare l’aria mantenendo salubre l’ambiente. La copertura in corten garantisce un’ ottima durabilità e protezione dagli agenti atmosferici. La costruzione è interamente a secco e completamente reversibile, con un impiego minimo di materiali e di elementi smontabili e riutilizzabili.


APPROVVIGIONAMENTO E’ stato calcolato un consumo elettrico ipotetico di 380 kWh/anno circa, considerando un utilizzo per tutto l’anno. Due pannelli di silicio monocristallino son sufficienti per soddisfare a pieno il fabbisogno, anche senza inclinazione ottimale a 35°. Si tenga presente che sono calcoli di massima con previsione di consumi probabilmente superiori a quelli effettivi reali. L’acqua piovana viene raccolta dalle grondaie, condotta verso un serbatoio esterno, e tramite un filtro e una piccola pompa viene portata al lavello. Si può prevedere l’installazione di una serpentina riscaldabile elettricamente nelle grondaie e in copertura per sciogliere la neve nei mesi più freddi.


CONCLUSIONE Sostenibilità è vivere inserendosi nella natura senza alterarla. Nel progetto viene intesa come un ritorno al soddisfacimento dei bisogni dell’uomo attraverso gesti naturali e senza un eccessivo impiego della tecnologia. E’ stata una decisione fortemente voluta quella di non applicare soluzioni volte ad eliminare i consumi dell’uomo introducendo ulteriori elementi tecnologici rispetto a quelli già predisposti. L’uomo è parte della natura e si inserisce nel suo ciclo biologico. Da ciò derivano le scelte di non predisporre un bagno, ma anche di aprire manualmente la finestra per ricambiare l’aria e di coprirla con un elemento oscurante rimovibile sempre attraverso l’ azione umana. E’ stato dunque privilegiato il gesto umano come principale motore in grado di dar vita a questa casa temporanea.

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    Project details
    • Year 2012
    • Client Comunità Montana di Valle Camonica
    • Status Competition works
    • Type Leisure Centres
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