Casa dei Concari _ Museo del Fiume Governolo | ilaria Bizzo

Sovrapporre nuovi strati Governolo / Italy / 2008

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L’edificio in esame, la Casa dei Concari, considerato appunto parte integrante del sistema di controllo delle acque presente presso Governolo, è stato individuato come struttura ideale per il ruolo di interscambio per i differenti percorsi di visita attuabili nel territorio. Infatti, proprio per la sua posizione strategica, è importante qualificarlo assegnandoli precise funzioni oltre che rivalutarlo attraverso interventi di risanamento architettonico e conservativo.
Inoltre, preme sottolineare che il progetto di riqualificazione e rifunzionalizzazione dell’edificio nella sua totalità è attuabile attraverso diversi e successivi lotti di intervento; nel presente progetto esecutivo, le risorse economiche messe a disposizione dal finanziamento regionale ( secondo il quarto bando di attuazione della Misura 3.1 del Documento Unico di Programmazione Obiettivo 2 – finanziamento approvato con decreto della Responsabile di Misura n.195 del 15/01/2007) permettono di attuare il consolidamento dell’intero edificio, ma sarà possibile renderne visitabile e funzionale solo una parte a piano terra, corrispondente all’ingresso info-point , alle tre sale espositive collocate verso sud ed alla ricostruzione dell’edificio annesso, in cui saranno ubicati i servizi igienici e i locali tecnici.
La destinazione d’uso più immediata, nell’ambito del macro sistema museale previsto dal progetto di riqualificazione dell’intero bacino fluviale, è sicuramente quella espositiva: l’edificio è composto da diverse sale di media metratura che, comunicando le une con le altre, rendono quasi spontanea l’individuazione di un percorso che possa connotare la struttura come museo.
Non meno importante, proprio per la collocazione ideale dell’edificio, è la sua destinazione a struttura ricettivo-informativa nonché a punto d’incontro all’interno di un preciso itinerario; per questo sarà necessario dedicare alcune delle sale situate al piano terreno a info point e sosta per il pubblico, garantendone l’opportuna accessibilità. Inoltre una delle sale espositive potrà divenire, all’occorrenza, una sala per conferenze ed incontri sulla tematica del fiume, mentre sarà opportuno destinare lo spazio contiguo alla sala ad attività ludico-didattiche. A questo proposito giova ricordare che è stato già previsto un coinvolgimento delle Istituti scolastici del territorio, operato dal Comune di Roncoferraro, che si sono dimostrati interessati a rendere il complesso idraulico-archeologico di Governolo un luogo di riferimento per le attività didattico-culturali.
Il recupero dell’immobile risulta perciò fondamentale nell’ambito del programma museografico generale: ospitando materiali esplicativi sul processo di antropizzazione del territorio di Governolo, rappresenta la chiave di lettura per comprendere l’evoluzione ed il funzionamento dei sistemi di governo delle acque.
Infine, un’ulteriore destinazione d’uso della Casa dei Concari, nell’ottica della polifunzionalità che si vuole assegnare alla struttura, è quella di sede amministrativa per gli eventuali apparati gestionali: quando sarà possibile intervenire sugli spazi del primo piano, attraverso stralci di opere successivi al presente, si è pensato di poter riservare a tale scopo le sale orientate a nord, che, con i relativi servizi, risulteranno indipendenti dal contesto generale.

Metodologia d’intervento

Le operazioni di rilevamento e lettura diretta del monumento, eseguite dal La.Ri.Fo. del Politecnico di Milano Polo di Mantova, sono state corrette ed integrate, perché insufficienti, da un’approfondita indagine del quadro fessurativo e delle stratificazioni dei materiali costituenti l’edificio, unitamente al loro stato di degrado.
Già l’indagine storico-critica, condotta sull’evoluzione dell’edificio, ha permesso di evidenziare le parti architettoniche che si presentano come evidenti superfetazioni distinguendole da quelle che appaiono il necessario evolversi della struttura.
Il criterio guida del progetto di recupero è quello del restauro conservativo, anche nella scelta dei materiali da impiegare negli interventi di consolidamento; ciò non significa, però, l’acritica accettazione di quanto esiste, ma la sua valutazione ragionata, tenendo in considerazione la storia e le modificazioni avvenute nei secoli.
Gli unici interventi nuovi, il blocco servizi ed il locale impianti, sono realizzati sull’imposta dell’edificio crollato, contiguo alla casa, del quale è rimasta traccia sul fianco dell’edificio e sul terreno.
Il progetto ed i relativi allestimenti non potranno non tener conto della logica distributiva originaria: l’effetto finale che si vuole raggiungere è quello della leggibilità dei luoghi, del mantenimento dei loro caratteri e dell’evidenziazione del loro stato conservativo.
Verranno perciò privilegiate le funzioni espositiva e informativo-didattica che permetteranno di assegnare all’edificio il ruolo principale di strumento cognitivo degli aspetti ambientali e paesistici della zona della Conca di Governolo.


Impostazione generale del progetto

Tenendo presente il sistema organizzativo e distributivo, riguardante l’intero edificio, definito nelle precedenti fasi del progetto, preliminare e definitiva, in primo luogo si esplicheranno gli aspetti relativi ai contenuti del progetto, ed all’importanza didattica che riveste la struttura; inoltre saranno presi in esame gli aspetti tecnico-costruttivi intesi a realizzare la più facile accessibilità degli spazi ed alla versatilità degli allestimenti.
La progettazione, prodotta, ovviamente in conformità alla normativa vigente (DPR 554/99, Legge Quadro109/94), nel rispetto dei requisiti generali fissati per le opere pubbliche, è stata condotta in collaborazione con il Committente delle cui indicazioni ed esigenza si farà tesoro.
Come già osservato, il progetto terrà in considerazione l’ubicazione dell’edificio in un contesto di elevato valore ambientale, in modo da integrare il recupero nella più generale riqualificazione dell’area circostante.

Contenuti e tematiche ispiratrici
Le differenti destinazioni d’uso assegnate all’edificio oggetto dell’intervento, ispirano specifici contenuti: questi sono sempre inerenti alla macrotematica ambientale legata al fiume ed alla storia dell’antica Conca di Governolo, e saranno definiti e stabiliti, di volta in volta, da comitati tecnici opportunamente costituiti a tale scopo.
In ogni caso, nella relazione descrittiva del progetto definitivo, su richiesta delle amministrazioni locali, per le tre sale espositive del piano terra oggetto del presente progetto esecutivo, era stata prevista la valorizzazione della tematica ambientale, dando risalto agli aspetti di antropizzazione del territorio; nello specifico sarà possibile esporre sia plastici e modelli della Casa e dell’intera Conca del Bertazzolo, che cartografie territoriali nautiche e turistiche; saranno poi previsti pannelli e/o teli retro-proiettati, con finalità didattico-informative, che daranno risalto al percorso, ed i cui filmati potranno essere modificati ed aggiornati di volta in volta, compatibilmente con le esigenze dei fruitori del museo e sulla base dei temi a cui si preferirà dare risalto; in ogni caso le proiezioni si svolgeranno sempre nell’ambito di un’educazione sociale all’ambiente, in modo da far parte di un progetto culturale globale; l’intervento vuole infatti caratterizzarsi per la versatilità assegnata ai suoi spazi che, seppur di dimensioni ridotte, sono in grado di adattarsi a diverse tipologie di allestimento corrispondenti ai diversi contenuti.
Un’ulteriore approfondimento per quanto concerne l’aspetto didattico-informativo: in accordo con l’Ente Parco, l’ex Casa dei Concari può divenire il terzo polo dell’educazione ambientale nel Parco del Mincio.
Il Parco del Mincio svolge sin dalla sua fondazione attività di educazione ambientale e di ecoturismo nei confronti della popolazione scolastica residente e non, e di gruppi di turisti.
In particolare, in ambito scolastico, il Parco del Mincio è tra i parchi che danno vita a ‘Sistema Parchi’, la rete costituita dall’assessorato alle qualità dell’ambiente della Regione Lombardia, che permette ogni anno a migliaia di classi scolastiche di visitare le aree protette lombarde. Nel territorio del Parco sono strutturati due centri visita nei quali transitano visitatori e studenti, e nei quali si realizzano progetti didattici che vengono svolti con le scuole. Il Centro Parco Bertone a Goito, che si qualifica come centro bosco-giardino e come luogo di avvistamento delle cicogne bianche dell’annesso centro di re-introduzione. Il Centro Parco a Rivalta ospita un museo dei mestieri del fiume ed è collocato nel cuore della riserva naturale Valli del Mincio. L’ex Casa dei Concari, allestita ad info-point e museo del fiume, andrebbe a colmare una carenza di proposte didattico-educative al corso del fiume a Sud di Mantova e si configurerebbe perciò come terzo polo della didattica del Parco.
I progetti didattici del Parco si articolerebbero attraverso un incontro in classe, un’uscita nel Parco, un laboratorio didattico da svolgersi presso la Casa dei Concari, per il quale si prevede la destinazione di uno degli spazi del manufatto, un incontro finale in classe che comporta una rielaborazione del percorso svolto ed un’analisi delle aspettative dei fruitori.
Il progetto specifico, che potrebbe essere calibrato sul manufatto in questione e sul territorio di riferimento della struttura riguarda il tema del “movimento dell’acqua”: l’acqua come elemento estetico ed emotivamente significativo, come sfondo espressivo, come agente modellante, naturale ed antropico, del paesaggio.
Ecco allora che gli spazi potrebbero ospitare anche mostre di artisti, pittori e fotografi, che, attraverso le loro opere, permetterebbero di vedere la zona della Conca secondo prospettive diverse e personalissime. Oppure quegli stessi spazi potrebbero rappresentare l’involucro per proiezioni o filmati sulla storia dell’attività del comparto idrico: infatti la riqualificazione e destinazione a polo museale-espositivo della Casa dei Concari è funzionale alla comprensione di tutto il manufatto della Conca.
Le tematiche dalle quali è scaturita l’idea progettuale vertono intorno al concetto di flessibilità, nell’ambito dei contenuti, degli impianti , degli arredi e per quanto concerne il modo di procedere nell’intervento di rifunzionalizzazione del manufatto ‘a lotti successivi’.
La caratteristica di flessibilità si esplica principalmente attraverso l’idea di percorso che fa capo all’intero progetto, sia di riqualificazione dell’intera zona dell’alveo, sia di recupero dell’edificio in esame. La valenza dell’idea di percorso nell’edificio è molteplice, ed ha diversi livelli di lettura:
Ideologico: Come già anticipato, richiama il concetto generale di percorso, inserito nel contesto del macro sistema museale, che collega, praticamente e concettualmente, i diversi manufatti connessi al sistema di controllo idrico. Non solo. In un’ottica di dialogo tra l’edificio della Casa dei Concari ed il territorio circostante, in un progetto di comunicazione globale inerente al tema del micro museo all’aperto, i percorsi realizzati all’interno dell’edificio vogliono essere realizzati con lo stesso linguaggio, formale e stilistico, di quelli realizzati in tutto il bacino della Conca. [Fig.1]
Distributivo: Il percorso realizzato semplicemente in appoggio alla struttura preesistente comporta interventi minimi di rinforzo strutturale dell’edificio, mantenendo intatta la percezione della sua evoluzione, attraverso le diverse stratificazioni dei materiali, ed ottemperando alle vigenti disposizioni di totale reversibilità degli interventi sugli edifici sottoposti a vincolo ambientale e storico. Inoltre rappresenta un’efficace mezzo per favorire il passaggio degli impianti senza intaccare le strutture esistenti, senza poi gravare sulle risorse economiche messe a disposizione.
Museografico: La possibilità di condurre il visitatore attraverso le tre sale espositive, evidenziando le direzioni e facilitandone i passaggi, la capacità di contenimento degli impianti, la polifunzionalità nel risultare contemporaneamente appoggio, supporto per riferimenti didascalici e corpo illuminante, tutte queste caratteristiche richiamano ancora una volta la tematica della flessibilità come motivo ispiratore.

Qualità tecnico-costruttive
Si interviene sul consolidamento dell’edificio nella sua totalità ed sul recupero funzionale di solo una parte di esso, nelle già citate tre sale espositive del piano terra.
Innanzitutto si è avuto, come obiettivo, la volontà di creare un ambiente nel quale siano rispettate non solo le norme per la sicurezza e l’accessibilità, conformemente alla Legge13/89 in materia di abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici, ma che sia “pensato” per facilitare lo svolgimento delle attività e per rendere gradevole la permanenza degli utenti.
Sono state considerate, e quindi rispettate, tutte le prescrizioni di legge, relativamente a porte, pavimenti, infissi esterni, terminali degli impianti, servizi igienici.

Interventi di recupero e consolidamento

Per quanto concerne, nello specifico, il recupero ed il consolidamento delle strutture si prevede innanzitutto un intervento sul sistema delle coperture.
Inizialmente verrà eseguita la rimozione del manto di copertura su strutture di vario tipo, interessando anche il sottofondo e sovrastrutture fino al piano sottotegola, con selezione, pulizia ed accatastamento in quota o a terra di tutti i materiali reinpiegabili. In seguito si dovrà provvedere alla stesura di teli impermeabili o al posizionamento di pannelli di protezione che dovranno essere fissate o zavorrate per resistere ai possibili eventi meteorologici. Sarà poi effettuata la rimozione del piano sottotegola su strutture di tetto o di altro tipo, il riordino della struttura di coperto, quali morali e terzere, mediante la realizzazione di protesi in resine degli appoggi degradati. Questo permette di limitare la quantità di elementi primari da smontare, riducendo al minimo la sostituzione di alcuni di essi, negli elaborati viene evidenziato un elemento totalmente irrecuperabile, con l’introduzione di nuovo legname di essenza e dimensioni similari all'esistente. A seguito di queste operazioni saranno previsti la ricostruzione delle sedi di imposta e tutti i ripristini murari in genere, prevedendo anche collegamenti meccanici, mediante chiodature o piastrame metallico, per la ricostituzione della continuità dell’orditura. Seguirà la formazione del piano sottotegola di copertura, con la posa in opera delle tavelle di recupero dal cantiere (precedentemente rimosse e accatastate), la fornitura e posa di nuove tavelle in cotto identificabili con elementi vecchi con uguali dimensioni e caratteristiche estetiche. Si prevede una sostituzione di tavelle in cotto pari al 50% delle tavelle rimosse.
Verrà eseguita un’impermeabilizzazione e coibentazione sottotegola composta dal sistema FescoBoard Classe 1 o materiali similari con pari cartteristiche, accoppiato con membrana bitume polimero plastomerica 4 Kg/m³ biarmata con tessuto non tessuto poliestere e sarà da prevedere il rifacimento del manto di copertura in coppi vecchi curvi di foggia tradizionale, mediante la posa in opera di coppi precedentemente rimossi o di nuova fornitura. La coibentazione della copertura è imprescindibile vista la recente normativa applicativa del Dlgs. 192/05 in materia di contenimento del consumo energetico.

Il sistema di consolidamento derivante dall’analisi dello stato fessurativo e da un adeguamento ai carichi commisurati ad un utilizzo pubblico, viene completato dall’inserimento di un adeguato sistema di tiranti, solo ove strettamente necessario, e da un rinforzo dei solai intermedi fra piano terra e primo. Si è optato per sistemi che utilizzino l’acciaio, maggiormente reversibili e di più semplice realizzazione in loco. Sia i solai misti ferro-laterizio che quelli in legno, verranno integrati con un sistema a tiranti e puntoni, posti in corrispondenza di ogni profilo in ferro o trave principale in legno, fissati nel primo caso mediante saldatura, nel secondo con fissaggi puntuali meccanici. I solai in latero-cemento, quelli lato argine, verranno rafforzati con l’inserimento di una IPE rompitratta.

Le lesioni riscontrate sulle partizioni verticali saranno stuccate ed eventualmente, qualora interessassero l’intero spessore della muratura in corrispondenza di appoggi, verrà attuato un cuci-scuci limitato.
Per una trattazione più dettagliata si faccia comunque riferimento alla relazione tecnico-specialistica sugli interventi strutturali.

Saranno poi da prevedere interventi sulle facciate. Essi consistono innanzitutto nella rimozione sulle pareti esterne di intonaco cementizio, presente in alcune parte dei prospetti. La demolizione sarà effettuata con mezzi manuali e sarà l’occasione per verificare la consistenza anche delle parti di intonaco a calce, se consolidabili o irrimediabilmente degradati.
Il nuovo intonaco da posare sulle superfici attualmente a vista e su quelle precedentemente demolite perché a base cementizia, sarà a base di calce, pozzolana, sabbia e calcare, steso a tre strati. Il primo strato di rinzaffo, previa preparazione del supporto opportunamente pulito e bagnato, verrà posato a cazzuola senza l’ausilio di fasce ma in andamento. Avrà grana grossa costituito da legante in pura calce idraulica naturale NHL 3.5, calce idraulica HL 5, inerti a base di pozzolana naturale micronizzata, sabbia silicea e calcare dolomitico 0-2,5 mm. Complessivamente lo spessore medio sarà di 10 mm. Il secondo strato verrà sempre steso a cazzuola, staggiato e fratazzato per regolarizzare la superficie fino ad ottenere una superficie a rustico con grana media. Sarà costituito da legante puro in calce idraulica naturale NHL 3.5, con inerti a base di pozzolana naturale micronizzata, sabbia silicea e calcare dolomitico 0-2,5 mm. Anche questo avrà spessore medio 10 mm, mentre il terzo e ultimo strato di finitura sarà a grana fine con spessore massimo 3 mm, costituito da legante di pura calce idraulica naturale NHL 3.5, calcare dolomitico 0,4-1,4 mm, fine di carrara 0-0,5 mm, terre naturali ed ossidi per colorazione in tutta pasta. In questo modo la superficie sarà corrugata ma comunque omogenea in una visione da lontano, garantirà la percezione delle leggere ondulazioni di una facciata storica senza renderla rigida e completamente planeare come un intonaco civile. Inoltre la colorazione in pasta garantisce una durata maggiore della finitura che pur degradando nel tempo, non risulterà mai fatiscente come invece succede alle pitturazioni normali che si stingono o peggio pellicolano e si staccano dal supporto.

Per quanto concerne gli interni è prevista sostanzialmente un’operazione di pulitura delle superfici sia ad intonaco che le poche parti con elementi lapidei. I secondi, previa pulitura ed eliminazione di sedimentazioni di sporco, verranno trattati con impacchi e successivamente con resine idonee al tipo litoide da trattare. Gli intonaci interni verranno puliti a mano con spazzole di saggina, stuccate le parti più vulnerabili, fessurazioni e bordi, con integrazioni a base di malte di calce a basso contenuto di sali addizionate con terre e polveri di marmi.
Saranno ripristinate i parapetti e le altre parti in ferro, come ad esempio le IPE dei solai misti, con necessarie predisposizioni sulla base delle indicazioni della D.L. e degli eventuali disegni esecutivi.
Saranno inoltre forniti infissi esterni in legno verniciati ed infissi in alluminio, solo nelle parti nuove dove vi sono grandi dimensioni incompatibili con il legno, con profili estrusi in corrispondenza dell’ingresso principale.



Progetto di allestimento
Le finiture i materiali, i colori, gli arredi fissi saranno scelti con cura ed in considerazione della grande influenza che l’ambiente ha sullo stato psicologico degli operatori del settore e degli utenti. Particolare attenzione merita il sistema impiantistico in un edificio destinato al pubblico: esso riguarda le centrali tecnologiche, la gestione ed il controllo del microclima nelle diverse aree, gli impianti stessi.
È particolarmente importante lo studio dell’impianto di illuminazione che deve garantire una buona resa: la luce si pensa provenienti da sorgenti puntuali, regolabile nell’intensità e non abbagliante, in tutti gli ambienti.

Lo studio della destinazione spaziale prevede che l’accesso alla struttura sia garantito sfruttando le attuali aperture del piano terra. L’ingresso principale è riscontrabile nell’ala orientale dell’edificio: qui è prevista una zona di sosta dedicata all’accoglienza ed all’orientamento del pubblico che fronteggia un info-point, arredato con un bancone che funge da appoggio per gli operatori e per l’utenza, da bacheca di contenimento di eventuale materiale didattico e da postazione internet e multimediale. Da questa sala si accede direttamente alle tre sale espositive aperte al pubblico; l’intenzione progettuale è di creare una direzione di percorso che permetta ai visitatori di percorrere le sale che si aprono le une nelle altre, memoria dell’originario assetto distributivo. Il percorso che verrà reso visitabile nel primo lotto, termina nella sala che funziona da ‘snodo’. Permette all’utente di accedere direttamente al blocco servizi; oppure di permanere per consultare dei materiali a disposizione; o di continuare la visita, quando nei lotti successivi verranno resi funzionali, nella sala didattica e riunioni e da queste accedere al piano superiore.
Per il presente lotto di intervento non è necessario valutare l’impiego di ausili per garantire il rispetto dell’accessibilità, conformemente alla Legge13/89 in materia di abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici, in quanto tutti i locali sono posti a piano terra ed i leggeri dislivello sono raccordati con rampe di limitata pendenza.
Infine, per quanto concerne l’area dedicata al blocco servizi, si prevede l’edificazione del blocco in corrispondenza dell’edificio demolito, contiguo alla casa, del quale è rimasta traccia sul fianco dell’edificio e sul terreno. La struttura ospita appunto: i servizi dimensionati in modo tale da essere accessibili ai diversamente abili, un locale caldaia ed uno per contenere il quadro elettrico generale.
Una volta chiarito l’aspetto distributivo, si intende descrivere la tipologia di allestimento che è principalmente ispirato al principio dell’involucro flessibile. Un sistema “re-inventabile” di volta in volta, sia nei suoi arredi e nella sua distribuzione impiantistica, a seconda dei diversi contenuti facenti capo al progetto culturale. Intervenendo su un contenitore storico, si reputa infatti corretto un approccio che si svincoli dal “problema del restauro” e si concentri su un ipotesi di allestimento semplice, discreto, totalmente reversibile e modificabile nel tempo che aggiunga una stratificazione alla storia dell’edificio mantenendone inalterata la percezione.

L’idea di percorso che, come si è precedentemente affermato, è alla base del progetto di recupero del manufatto nei suoi diversi livelli di lettura, si concretizza nella realizzazione di camminamenti in assi di legno di larice da 140x34 mm con lunghezza di 390/400 cm, sorretto da morali di spessore 60x80 mm, spessorati in modo variabile in corrispondenza delle soglie, per uniformarli alle leggere differenze di quota tra i vari locali.
Il sistema sarà affiancato da un profilo metallico che alloggia corpi illuminanti, semplici tubi al neon nascosti, con funzione di segnapasso. La luce così ottenuta uniforme e lineare, enfatizza ulteriormente il concetto di direzione preferenziale ed assolve alla funzione di percorso guida verso le vie di esodo, i corpi illuminanti saranno infatti collegati al sistema di luci d’emergenza. Questa scelta di integrazione ha la duplice funzione di: permettere una totale flessibilità e reversibilità nella predisposizione impiantistica che rimane tutta nascosta; annullare le interferenze e quindi le demolizione, derivanti da una soluzione tradizionale in traccia.
Le sale sono inoltre legate concettualmente da un nastro su cui stampare e retro-proiettare i materiali espositivi di volta in volta individuati.
Questo semplice sistema di teli per retroproiezione, da tendere fra aste telescopiche e gli elementi colofon, entrambi realizzati in struttura metallica, è svincolato dalle murature ed quindi modificabile ed implementabile nel tempo.

Il sistema espositivo sarà poi completato da elementi puntuali, tutti con struttura metallica di acciaio, rivestita da pennellature di lamiera forata e cieca. Questo garantisce l’autoportanza degli elementi anche qualora fungessero in futuro da appoggio per oggetti di dimensione e peso rilevante. Anche il bancone posto all’ingresso è previsto con questa tipologia costruttiva, seguito nella prima sala da un elemento basso rivestito con gli stessi elementi di larice previsti per il percorso, posteriormente è previsto uno schermo verticale in lamiera forata. Sia nella struttura tubolare della base che in quella dello schienale, sono alloggiate delle boccole pensate come predisposizione per il futuro allestimento di teche pensili o di mensole. La seconda sala presenta una base integralmente rivestita in lamiera forata. Anche questa è predisposta con una maglia di boccole. Ogni sala è identificata da elemento totem che può essere attrezzato quale colofon informativo, ed accoglie i pittogrammi indicanti l’esodo ed una luce anch’essa con funzioni di luce di emergenza.

Il nuovo fabbricato e gli esterni
La costruzione del nuovo blocco, in cui alloggiare i servizi igienici e gli spazi tecnici, è stata progettata rispettando la prescrizione di contenere le opere di scavo per la realizzazione delle fondazioni, come emerso nel corso della Conferenze dei Servizi indetta dal Comune di Roncoferaro in data 04/10/2005.
Il fabbricato si troverà ad una distanza dall’argine, o meglio dai gabbioni posti al piede dell’argine, variabile fra i 4,90 ed i 4,20 m, posto nella stessa posizione e con uguali dimensioni del precedente, demolito alla fine degli anni ‘90, di cui sono visibili a terra le tracce dei muri. Grazie all’esiguità del manufatto, composto da un solo piano e con luci di solaio molto contenute, è stato possibile dimensionare una fondazione a platea debordante di soli 30 cm dal filo delle murature, con spessore massimo della soletta armata di 20 cm, poggiata su getto di pulizia in c.l.s. magro di 10 cm, con pressioni sul terreno contenute nell’ordine dei 0.285 daN/m2 (per una trattazione specifica si rimanda alla Relazione Tecnica delle Strutture e alla Relazione Geologico-Tecnica). La differenza di quota già presente fra interno ed esterno ha permesso di impostare il piano di scavo a circa 10/15 cm sotto l’attuale livello del terreno, interessando pertanto il solo strato vegetale superficiale, che deve essere sempre rimosso in quanto non idoneo all’imposta di qualsiasi opera strutturale anche se esigua. Per nascondere la fondazione, che quindi risulterebbe in buona parte in vista, verrà poi riportato del terreno, raccordando il piano campagna con il piede del nuovo muro perimetrale dell’edificio.
Le pavimentazioni esterne verranno lasciate mantenendone la consistenza attuale, verrà solo creato un percorso di esodo, posto fra il nuovo fabbricato e la Casa dei Concari, ed una sistemazione a terra con ciottoli di fiume contenuti da un cordolo, soluzione quest’ultima totalmente permeabile.
In prossimità dell’angolo Nord Ovest dell’edificio esistente, a circa 20 m dal piede dell’argine, verranno realizzati sia la vasca Imhoff che il pozzetto sgrassatore. L’acqua così schiarita verrà poi recapitata alla fognatura pubblica.
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    L’edificio in esame, la Casa dei Concari, considerato appunto parte integrante del sistema di controllo delle acque presente presso Governolo, è stato individuato come struttura ideale per il ruolo di interscambio per i differenti percorsi di visita attuabili nel territorio. Infatti, proprio per la sua posizione strategica, è importante qualificarlo assegnandoli precise funzioni oltre che rivalutarlo attraverso interventi di risanamento architettonico e conservativo.Inoltre, preme sottolineare...

    Project details
    • Year 2008
    • Work started in 2007
    • Work finished in 2008
    • Client Comune di Bagnolo san Vito (MN)
    • Status Completed works
    • Type Museums
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