ENOTECA MANFRE' | Valeria Ingrao

“Il vino è uno dei maggiori segni di civiltà del mondo” (Ernest Hemingway).

Ad Alcamo su via Maria Riposo al numero 43, importante e trafficato viale di una piccola città, si trova l’enoteca MANFRÈ VINI. L’amore per il vino della famiglia Manfrè nasce nel 1978, anno in cui vede luce una piccola bottega al piano terra, dove cresce la famiglia e l’amore per il prodotto e, con esso, la voglia di aggiungere alla vendita la possibilità di degustazione guidata ed un servizio di piccola ristorazione.

Questi sono gli obiettivi che hanno sostenuto il progetto.

Sul piano strutturale, architettonico e funzionale il volume è stato organizzato su tre livelli. I distinti livelli sono attraversati da una parete di spessore cm 30 in vetro (espositore trasparente per vini), che taglia la sezione dell’edificio in maniera netta.

La parete in vetro è l’elemento principale del progetto, lo connota, ne stabilisce le funzioni e lo rende dinamico e fluido. La nuova struttura dell’edificio in ferro è intercalata nella struttura in muratura originaria; la scala in lamiera di mm 4 di spessore, che collega i piani, è stata trattata con acqua di mare per arrugginirla, poi rifinita con pittura trasparente per mantenere il colore e la texture trovata.

Al piano terra si trova l’area destinata alla vendita al pubblico, le pareti sono completamente rivestite da una notevole collezione di vini incasellati nei sottili ripiani in wengè, il grande bancone illuminato, rivestito con legno di zebrano e wengè connota lo spazio assieme alla parete cioccolata della scala tagliata da fenditure di luce (viabizzuno).

Al piano primo troviamo un piccolo lounge bar connotato dal colore, da un divano e da una libreria per riviste e libri a tema; attraverso un salto di quota si raggiunge l’area dining principale, connotata dagli arredi colorati di moroso e dagli apparecchi illuminanti.

Il piano secondo ospita un grande divano sul quale adagiarsi per la degustazione dei grandi vini siciliani, lo spazio, a doppia altezza, è stato pensato per permettere l’affaccio sul piano inferiore e sulla strada, perché: “…il vino va bevuto con alto senso di poesia, quasi con religione. E poiché esso è veramente spirito della nostra terra, estasi della nostra luce, va bevuto nel quadro del paese, con la mente e il cuore pieni dei ricordi di vicende e di costumanze antiche e gentili” (Arturo Marescalchi).

L’intervento è chiaramente riconoscibile dall’esterno attraverso una grande apertura finestrata che occupa quasi tutta la facciata principale.