LA FABBRICA DI POLIFEMO | Salvo Lizzio

Polifemo,  nell’Odissea, era il ciclope che aveva la sua dimora alle pendici del vulcano Etna. Possente come non mai, in un impeto d’ira aveva scagliato contro Ulisse degli imponenti macigni di lava dell’Etna, costruendo suo malgrado, gli splendidi Faraglioni  che tutti possiamo ammirare nella cittadina marinara dei Malavoglia “Acitrezza”.

Molto più recentemente, la Fratelli Lizzio, con meno virulenza,  ma con altrettanto acume, facendo tesoro dell’esperienza artigianale tramandata da padre in figlio, ha

collaudato un metodo nuovo con un approccio più moderno, che le ha consentito di realizzare con il gelido ed arido materiale inerte profuso dal vulcano Etna, tutta una serie di manufatti in pietra lavica che, consentono oggi ai designer di tutto il mondo, di allestire ed arredare gli ambienti più eterogenei.

Inizia cosi il ciclo di produzione della Pietra Lavica Dell’Etna,  con il processo estrattivo nelle cave di Camporotondo Etneo e Belpasso,  alle pendici del maestoso vulcano Etna  (attività estrattiva ad uso ornamentale), con la realizzazione di blocchi commerciali, soddisfacenti a determinati requisiti volumetrici, dimensionali ed estetici. Il macigno viene  ricavato da grosse porzioni di roccia, chiamate bancata, aventi la conformazione e l’aspetto proprio della colata di basalto, naturalmente non utilizzando la forza fisica come il ciclope, ma con l’ausilio di altrettanto potenti macchine semoventi.  Il cuore del sistema è  poi composto da impianti a filo diamantato “stazionari” che, compiscono la preparazione di riquadratura dei massi. Il Basalto viene quindi infine, ulteriormente trasformato in semilavorati e lavorati nella  industria di Giarre in provincia di Catania , allestito per essere destinato all’impiego definitivo nei vari campi di applicazione.