Il vuoto nell' uliveto

Il progetto riguarda un giardino creato all’interno di un uliveto situato in prossimità di una piazza nella periferia di un piccolo centro  urbano nel comune di San Marco Argentano, paese del cosentino. L’intento di questa proposta è stato quello di rendere fruibile il paesaggio rurale e di collegarlo agli spazi pubblici aperti esistenti, in modo da stabilire una continuità sia fisica sia visiva tra territorio e spazio pubblico.

Tale progetto si muove su due livelli, quello del piccolo spazio circolare e quello a scala più vasta che coinvolge l’intero paesaggio. L’incipit progettuale riguarda  il vuoto lasciato dalla mancanza di una pianta di ulivo all’interno dei filari degli ulivi che con linee regolari segnano il paesaggio della zona. Il concept che ha portato alla progettazione di questo spazio prende le mosse proprio dall’assenza  della pianta e dalla memoria della proiezione della sua ombra come traccia effimera che diventa permanente nel progetto. Lo spazio è stato concepito come zona attrezzata, all’interno della quale poter svolgere attività all’aperto, e poter riproporre ritualità di memoria contadina, quale il mangiare in mezzo agli ulivi durante la stagione del raccolto, periodo in cui il paesaggio si animava di nuova vita e l’ulivo diventava luogo di condivisione, scambio e narrazioni. E come una storia del mondo rurale è concepito l’intero progetto, che ci riporta alla memoria il rito del trasporto fatto attraverso le ceste, e il vento, elemento quasi archetipico della tradizione contadina calabrese. Come d’altronde dimostrano i romanzi di Fortunato Seminara nei quali il vento “ si insinua nelle maglie delle storie dei personaggi, ed è metafora di una Calabria segnata dalle violenze degli uomini e della natura” ,(1) ed esso è il trait d’union che porta ad una narrazione del paesaggio calabrese che diventa metafora della condizione esistenziale degli abitanti: “ Di solito si annunzia la mattina con un raddolcimento del tempo; si forma quasi un vuoto nell’aria, e le vette degli alberi si dondolano come vele afflosciate ai soffi contrastanti di venti incerti … Il vento domina i pensieri degli uomini, li irrita e li spaventa; minaccia e danneggia i loro beni: è un nemico inafferrabile.”  (2)

Ad enfatizzare l’elemento vento e con l’ulteriore scopo di rendere visibile il paesaggio degli ulivi vengono innestati nel territori dei pali che fungono da veri e propri Landmark, alcuni dei quali reggono dei campanelli che suonano e si muovono a seconda del vento così come i teli retti da gruppi di ulteriori pali.

Le specie erbacee piantate all’interno delle aiuole sono erbe aromatiche utilizzabili da coloro i quali fruiranno lo spazio, erbe legate alla cultura contadina quali Santoreggia, Timo, Origano, Rosmarino e Salvia. Nella zona intorno allo spazio verranno seminati Papaveri rossi e Festuca Arundinacea , in modo da creare un segno che dallo spazio di condivisione si disperde nel territorio e che attraverso la colorazione del papavero disegna dei possibili percorsi anche soltanto visuali. Intorno all’area verranno altresì inserite delle ceste al cui interno verranno inserite esemplari di Calamagrastis Acutiflora, il cui movimento enfatizza ulteriormente l’elemento vento.

(1) rif. “ Il senso dei luoghi: Memoria e storia dei paesi abbandonati” di Vito Teti, 2004.

(2) rif. “ Il vento nell’oliveto” di Fortunato Seminara, 2007.