nuova scuola materna | alessandro campetti architetti

L’alto recinto di pietre vive fissa la relazione del sito con la città che ora lo circonda e talvolta lo sovrasta, stabilendo però un confine, un fuori e un dentro, una soglia, metafora di un passaggio e dunque della condizione umana in quanto il suo attraversamento predispone ad un mutamento dello spirito.
Fuori il caos, il disordine, l’incertezza; dentro la tranquillità, la pace; “ Hortus conclusus” restituito alla sua funzione originaria di luogo protetto.
Dentro il recinto murato si deve collocare un edificio che non superi l’altezza del muro; lo si può fare nella fascia estrema a sud addossandolo al muro stesso che lo nasconderà alla vista di chi è fuori ma che lo condannerà all’ombra perenne.
E’ dunque necessario svuotare alcune parti, articolando opportunamente la pianta in modo da permettere l’ illuminazione diretta delle aule.
Verso il convento la facciata è ritmata da semplici pilastri intonacati che richiamano l’immagine di una struttura accessoria.
Il tetto, necessariamente piatto, è definito da un manto vegetale (sedum) che si offrirà alle viste dall’alto degli edifici circonstanti come una composizione geometrica di orti coltivati.