AGRITETTURA | Giovanni Vaccarini

Un’operazione di deurbanizzazione Foligno / Italy

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Il territorio è il risultato di interventi continui, di processi di manipolazione e trasformazione in cui il naturale e l'artificiale si montano e si confondono, la superficie è il testo in cui è inciso lo stratificarsi di storie ed eventi. Questa superficie estremamente variegata (dune, rilievi, pieghe, lacerazioni, incisioni) è il risultato di de formazioni e dis locazioni nel tempo e nello spazio che riflettono le molteplici azioni socio economiche montate nel corso del tempo.


Essa é il materiale principale di un progetto di suolo in cui pochi sono i momenti in cui il nostro modificare (progettare) lo spazio trova esiti completamente volumetrizzati. Il progetto è sempre  un intervento interstiziale, un progetto di "infiltrazioni" in cui la modellazione della superficie del terreno è la componente instabile e rivelatrice di nuove emergenti forme di spazio.


Se l'architettura appare come un'entità "verticale" sempre intimamente legata (strutturata) sopra il suolo che essa occupa ed il suolo (l'orizzontalità)  appare come un passivo piano "terra", nell'idea di progetto di "superficie", il suolo diventa parte attiva nella costruzione di spazi in cui l'architettura appare come una figura fluttuante costituita della stessa materia del suolo; una sua estensione. Gli strumenti di controllo, le strategie con cui montare, "significare" parti estese ed eterogenee di questo territorio ibrido, sono da ricercare di volta in volta nel montaggio di procedure note (elementari): partizione, addizione, - scavo, riporto, in grado di ricostruire un racconto nuovo di questi spazi.


Agritettura è un processo integrato e sistemico tra le regole proprie dell’insediare spazi aperti (agricoltura) e quelle proprie della disciplina architettonica. La crasi tra architettura ed agricoltura segna un nuovo campo di azione in cui l’ipotesi insediativa non parte dal costruito verso la colonizzazione del vuoto, ma parte proprio da questo vuoto come nuovo ordine possibile. Un processo di riappropriazione del vuoto sul pieno.


L’idea è quella di pensare questi spazi proprio partendo dalla loro caratteristica di vuoto, non “vuoto urbano”, ovvero lacuna di un pieno, ma uno spazio unico generatore di una categoria di spazio governata dal vuoto.


Un’operazione di deurbanizzazione: non è la città (l’urbano)che con le sue regole si espande e colonizza un vuoto indefinito, ma, lo spazio vuoto con un’operazione di presa di consapevolezza della propria tassonomica inizia la colonizzazione degli spazi della città.


Un’inversione della matrice insediativa : città-natura.


Il suolo con la sua tessitura diventa la matrice semantica e figurativa di insediamenti puntuali, edifici a torre generati dal tessuto dei campi agricoli come naturale continuazione del sistema dei campi e degli spazi aperti. Il disegno del tessuto insediativo con la sua reiterazione individua una sequenza non lineare di spazi in cui la folie si insedia con un processo di inclusione proprie delle strutture organiche.


 

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    Project details
    • Client Museo di Foligno
    • Cost 24.000.000,00 €
    • Status Competition works
    • Type Parks, Public Gardens / Museums
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