Edificio per uffici bancari ed appartamenti | dario oliva
Latiano / Italy / 1997
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Le scelte architettoniche tengono conto della localizzazione dell'edificio e del suo inserimento in un contesto di presenze architettoniche non di pregio, ma caratterizzanti un tessuto tipico della maggior parte dei centri storici dei nostri paesi.
Nel caso specifico, tale tessuto risulta gravemente compromesso dalle numerose demolizioni e ricostruzioni eseguite con criteri poco attenti alla culture tecnologico-costruttiva (intesa, qui, in senso lato come parte integrante della storia di un popolo) che ha generato il sistema urbanistico degli spazi urbani.
Il progetto di ricostruzione, quindi, scarta la semplice operazione mimetica, la quale non sarebbe suffragata da quella profonda Cultura del Restauro che tali operazioni avalla e garantisce. Si é inteso invece recuperare determinati caratteri costitutivi della cultura architettonica che, attraverso l'uso del materiale Pietra segato in blocchi regolari si é espresso nel corso della storia nei sistemi voltati e nei paramenti murari che, figurativamente, palesano la grevità materica della propria massa plastica.
Tali caratteri costitutivi il progetto cerca di interpretare, partendo dai materiali di facciata (la Pietra Leccese in blocchi a faccia vista, squadrati secondo le misure tipiche di estrazione e lavorazione) e del sistema delle murature, la cui tessitura é impostata in funzione della classica "muratura doppia con intercapedine" da cm 43, espressione locale dell'arte del costruire secondo murature portanti.
Il sistema murario, qui semplice espressione di se stesso, senza gratuiti decorativismi, entra in sintonia con il sistema delle "bucature": finestre e balconi, i "vuoti", in quantità limitata, sono adoperati con un disegno che mette in risalto i "pieni", la muratura stessa, secondo l"antica logica dei setti portanti.
La balconata valorizza l'affaccio: complemento della finestra e non nastro informe che recinge la facciata, apre un punto di vista sugli interni, la cui qualità ambientale é il fine ultimo dell'organismo, esaltata dalle lame di luce che attraversano le bucature schermate da infissi di legno impregnato.
Al piano terra, ampie arcate ribassate chiuse da esili telai in profili di ferro saldati su disegno e verniciati color piombo alle polveri ferromicacee, mettono in relazione l'unitario spazio della testata nord con il sistema delle vie urbane.
Intenzionalmente "non finito" é il disegno della testata sud, dell'attacco con l'edificio limitrofo esistente che presenta caratteri ben diversi, nelle finiture e nel disegno degli elementi funzionali poco consoni al contesto. Tale punto é risolto in modo "non concluso" nel senso che diversi materiali (pochi e naturali: l'intonaco, il ferro e la pietra) si alternano in facciata in modo quasi casuale, come se l'edificio fosse, allo stato attuale, stato generato per un procedimento di successive aggiunte, superfetazioni, che altro non era se non il metodo tradizionale di crescita della maggior parte delle architetture locali: architetture semplici, essenziali, la cui interpretazione critica individua un metodo di lavoro che si riflette nel controllo dei dettagli che concorrono a dare all'organismo il carattere del luogo.
Nel caso specifico, tale tessuto risulta gravemente compromesso dalle numerose demolizioni e ricostruzioni eseguite con criteri poco attenti alla culture tecnologico-costruttiva (intesa, qui, in senso lato come parte integrante della storia di un popolo) che ha generato il sistema urbanistico degli spazi urbani.
Il progetto di ricostruzione, quindi, scarta la semplice operazione mimetica, la quale non sarebbe suffragata da quella profonda Cultura del Restauro che tali operazioni avalla e garantisce. Si é inteso invece recuperare determinati caratteri costitutivi della cultura architettonica che, attraverso l'uso del materiale Pietra segato in blocchi regolari si é espresso nel corso della storia nei sistemi voltati e nei paramenti murari che, figurativamente, palesano la grevità materica della propria massa plastica.
Tali caratteri costitutivi il progetto cerca di interpretare, partendo dai materiali di facciata (la Pietra Leccese in blocchi a faccia vista, squadrati secondo le misure tipiche di estrazione e lavorazione) e del sistema delle murature, la cui tessitura é impostata in funzione della classica "muratura doppia con intercapedine" da cm 43, espressione locale dell'arte del costruire secondo murature portanti.
Il sistema murario, qui semplice espressione di se stesso, senza gratuiti decorativismi, entra in sintonia con il sistema delle "bucature": finestre e balconi, i "vuoti", in quantità limitata, sono adoperati con un disegno che mette in risalto i "pieni", la muratura stessa, secondo l"antica logica dei setti portanti.
La balconata valorizza l'affaccio: complemento della finestra e non nastro informe che recinge la facciata, apre un punto di vista sugli interni, la cui qualità ambientale é il fine ultimo dell'organismo, esaltata dalle lame di luce che attraversano le bucature schermate da infissi di legno impregnato.
Al piano terra, ampie arcate ribassate chiuse da esili telai in profili di ferro saldati su disegno e verniciati color piombo alle polveri ferromicacee, mettono in relazione l'unitario spazio della testata nord con il sistema delle vie urbane.
Intenzionalmente "non finito" é il disegno della testata sud, dell'attacco con l'edificio limitrofo esistente che presenta caratteri ben diversi, nelle finiture e nel disegno degli elementi funzionali poco consoni al contesto. Tale punto é risolto in modo "non concluso" nel senso che diversi materiali (pochi e naturali: l'intonaco, il ferro e la pietra) si alternano in facciata in modo quasi casuale, come se l'edificio fosse, allo stato attuale, stato generato per un procedimento di successive aggiunte, superfetazioni, che altro non era se non il metodo tradizionale di crescita della maggior parte delle architetture locali: architetture semplici, essenziali, la cui interpretazione critica individua un metodo di lavoro che si riflette nel controllo dei dettagli che concorrono a dare all'organismo il carattere del luogo.
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Le scelte architettoniche tengono conto della localizzazione dell'edificio e del suo inserimento in un contesto di presenze architettoniche non di pregio, ma caratterizzanti un tessuto tipico della maggior parte dei centri storici dei nostri paesi.Nel caso specifico, tale tessuto risulta gravemente compromesso dalle numerose demolizioni e ricostruzioni eseguite con criteri poco attenti alla culture tecnologico-costruttiva (intesa, qui, in senso lato come parte integrante della storia di un...
- Year 1997
- Work started in 1995
- Work finished in 1997
- Client privato
- Status Completed works
- Type Multi-family residence / Office Buildings / Banks
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