Cittadella dell’Edilizia

Può un edificio per la formazione assurgere a volano della rigenerazione di un contesto urbano periferico? Il progetto della Cittadella dell’Edilizia di Perugia si è proposto di dare una risposta affermativa a questo interrogativo, cercando di coniugare le istanze di misura, empatia e impatto sociale.

MISURA / L’edificio, che si propone come volano identitario di un contesto periferico tanto anonimo quanto eterogeneo, è contrassegnato dalla coesistenza della scala macroscopica, propria degli insediamenti produttivi-commerciali, e della scala microscopica, propria degli edifici residenziali unifamiliari, compendiate in un edificio complesso, perché in apparenza artificiale e compatto, ma in realtà naturale e articolato.

EMPATIA / L’edificio, che si propone come modello volto a comunicare la possibile riconciliazione di edilizia e ambiente, è animato da quattro strategie. 1. Recuperare verde: l’edificio restituisce un microhabitat naturale all’interno di un habitat artificiale. 2. Guadagnare suolo: l’edificio si solleva e restituisce un pendio praticabile. 3. Garantire benessere: l’edificio è articolato in un sistema di corti e giardini pensili che massimizzano il confort ambientale. 4. Risparmiare energia: l’edificio persegue l’utilizzo sinergico di più fonti energetiche rinnovabili eleggendole a icone figurative.

IMPATTO SOCIALE / L’edificio, che è contrassegnato da un continuum di spazi relazionali tanto articolati quanto variegati, è qualificato all’esterno da una serie di installazioni artistiche (firmate da studenti delle scuole di Pittura e Scultura dell’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia) e all’interno da un sistema di citazioni trattatistiche sull’arte del costruire (Vitruvio, Leon Battista Alberti, Andrea Palladio ecc.) che non si limitano a decorare gli ambienti, ma ambiscono a promuovere il senso di appartenenza dei funzionari, degli imprenditori e degli operatori alla comunità della filiera edilizia: vera e propria missione sociale della nuova sede.