Piazza Giovanni XXIII | Antonino Persi
San Pietro in Casale / Italy / 2002
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Il piano particolareggiato adottato dà due indicazioni precise: i materiali e i segni connotanti lo spazio in oggetto.
L’acciottolato (sassi di fiume), la pietra (granito/arenaria) assieme ai fittoni e ai percorsi tracciati sulla superficie, sono elementi compositivi fondamentali e testimonianza storica.
Era solo terra battuta, erba e alberi; poi ghiaia, acciottolato, asfalto, porfido.
Era un grande slargo con un unico attraversamento, poi la strada, l’accesso alla Chiesa, all’Oratorio, alla canonica, quindi cordoli, fittoni, linee indicanti pertinenza, confini, funzioni.
Da queste considerazioni nasce lo spirito propositivo e compositivo: rispetto dei materiali (nei loro aspetti materici, cromatici, storici), il rispetto dei segni (come trama superficiale).
L’acciottolato è l’elemento “emergente”, il materiale più autoctono del nostro territorio (ma anche scomodo) è la base su cui stendere un nuovo piano, più funzionale; come un tessuto da tirare da una parte all’altra per fermarlo e fissarlo a terra, con i fittoni, i pilastri dei portici, il sagrato, la panchina e gli alberi, tale da provocare strappi, lacerazioni, e quindi l’emergere dell’acciottolato sottostante.
Ne risulta una trama, un ordito geometrico regolarizzato dallo spazio orizzontale del sagrato (fulcro ordinatore attorno al quale gravitano frammenti di diverse funzioni urbane), dalla scansione dei pilastri con portici, alla panchina alberata.
E’ una griglia che riporta all’antica centuriazione romana, all’intreccio storico dei percorsi.
Il materiale del “tessuto” è una pietra dura opaca, tagliata in lastre di formati e superfici diverse a formare una gerarchia formale e compositiva: il “fondo” con taglio di sega a correre; la trama generale con lastre regolari 50x50 a
taglio di sega o bocciardato; il percorso principale alla Chiesa e all’Oratorio con lastre grandi (100x100) a finitura fiammata.
La Santafiora è pietra arenaria di colore giallo sporco richiamante, come colore e tono, la nostra terra secca argillosa in estate.
L’arenaria è materiale povero opaco, non riflettente, adattato a convivere con il ciottolo di fiume (recuperato dall’esistente ed eventualmente integrato con materiale di recupero).
Il sagrato sarà riproposto con lo stesso materiale (il granito) con profondità maggiore o eventualmente integrato con Pietra Piasentina (grigio, beige).
Tutti gli elementi architettonici caratterizzanti la piazza, come i fittoni e la panchina, la fontana, le caditoie saranno dello stesso materiale della pavimentazione ovvero la pietra arenaria Santafiora, a sottolineare una nuova uniformità materica e cromatica dell’intera piazza.
L’intera piazza, compreso la via XX Settembre che liberata dai cordoli e marciapiedi (e si spera dalle macchine), diventa (allo stesso livello) parte integrante del nuovo spazio unico, racchiuso per tre lati da cortine murarie e sul lato sud, aperto, quasi libero, “schermato” da una lunga panchina (un parallelepipedo di arenaria) ombreggiata da alberi allineati a creare una quinta scenica di sfondo.
Il progetto ha previsto l’eventuale utilizzo della piazza come parcheggio, confinandolo nella parte a sud con piccoli dissuasori mobili a confine.
E’ previsto, inoltre lo studio di una corretta illuminazione che esalti l’aspetto geometrico e sobrio dello spazio orizzontale, con attenzione alla valorizzazione scenografica della quinta prospettica.
In conclusione si propone un progetto di riqualificazione urbana che ha grande rispetto dei materiali della tradizione e forte attenzione alla creazione di
uno spazio, dove la sobrietà e il silenzio, inteso come ordine, addicono a un contesto tanto confusionario e compromesso.
L’acciottolato (sassi di fiume), la pietra (granito/arenaria) assieme ai fittoni e ai percorsi tracciati sulla superficie, sono elementi compositivi fondamentali e testimonianza storica.
Era solo terra battuta, erba e alberi; poi ghiaia, acciottolato, asfalto, porfido.
Era un grande slargo con un unico attraversamento, poi la strada, l’accesso alla Chiesa, all’Oratorio, alla canonica, quindi cordoli, fittoni, linee indicanti pertinenza, confini, funzioni.
Da queste considerazioni nasce lo spirito propositivo e compositivo: rispetto dei materiali (nei loro aspetti materici, cromatici, storici), il rispetto dei segni (come trama superficiale).
L’acciottolato è l’elemento “emergente”, il materiale più autoctono del nostro territorio (ma anche scomodo) è la base su cui stendere un nuovo piano, più funzionale; come un tessuto da tirare da una parte all’altra per fermarlo e fissarlo a terra, con i fittoni, i pilastri dei portici, il sagrato, la panchina e gli alberi, tale da provocare strappi, lacerazioni, e quindi l’emergere dell’acciottolato sottostante.
Ne risulta una trama, un ordito geometrico regolarizzato dallo spazio orizzontale del sagrato (fulcro ordinatore attorno al quale gravitano frammenti di diverse funzioni urbane), dalla scansione dei pilastri con portici, alla panchina alberata.
E’ una griglia che riporta all’antica centuriazione romana, all’intreccio storico dei percorsi.
Il materiale del “tessuto” è una pietra dura opaca, tagliata in lastre di formati e superfici diverse a formare una gerarchia formale e compositiva: il “fondo” con taglio di sega a correre; la trama generale con lastre regolari 50x50 a
taglio di sega o bocciardato; il percorso principale alla Chiesa e all’Oratorio con lastre grandi (100x100) a finitura fiammata.
La Santafiora è pietra arenaria di colore giallo sporco richiamante, come colore e tono, la nostra terra secca argillosa in estate.
L’arenaria è materiale povero opaco, non riflettente, adattato a convivere con il ciottolo di fiume (recuperato dall’esistente ed eventualmente integrato con materiale di recupero).
Il sagrato sarà riproposto con lo stesso materiale (il granito) con profondità maggiore o eventualmente integrato con Pietra Piasentina (grigio, beige).
Tutti gli elementi architettonici caratterizzanti la piazza, come i fittoni e la panchina, la fontana, le caditoie saranno dello stesso materiale della pavimentazione ovvero la pietra arenaria Santafiora, a sottolineare una nuova uniformità materica e cromatica dell’intera piazza.
L’intera piazza, compreso la via XX Settembre che liberata dai cordoli e marciapiedi (e si spera dalle macchine), diventa (allo stesso livello) parte integrante del nuovo spazio unico, racchiuso per tre lati da cortine murarie e sul lato sud, aperto, quasi libero, “schermato” da una lunga panchina (un parallelepipedo di arenaria) ombreggiata da alberi allineati a creare una quinta scenica di sfondo.
Il progetto ha previsto l’eventuale utilizzo della piazza come parcheggio, confinandolo nella parte a sud con piccoli dissuasori mobili a confine.
E’ previsto, inoltre lo studio di una corretta illuminazione che esalti l’aspetto geometrico e sobrio dello spazio orizzontale, con attenzione alla valorizzazione scenografica della quinta prospettica.
In conclusione si propone un progetto di riqualificazione urbana che ha grande rispetto dei materiali della tradizione e forte attenzione alla creazione di
uno spazio, dove la sobrietà e il silenzio, inteso come ordine, addicono a un contesto tanto confusionario e compromesso.
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Il piano particolareggiato adottato dà due indicazioni precise: i materiali e i segni connotanti lo spazio in oggetto.L’acciottolato (sassi di fiume), la pietra (granito/arenaria) assieme ai fittoni e ai percorsi tracciati sulla superficie, sono elementi compositivi fondamentali e testimonianza storica.Era solo terra battuta, erba e alberi; poi ghiaia, acciottolato, asfalto, porfido.Era un grande slargo con un unico attraversamento, poi la strada, l’accesso alla Chiesa, all’Oratorio, alla...
- Year 2002
- Work started in 2001
- Work finished in 2002
- Client Comune San Pietro in Casale
- Status Completed works
- Type Public Squares
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