la Casa e la Stalla | Giovanni Ambrosio

Un fondo rurale, in testata un edificio di due piani, all’interno uno spazio a verde leggermente in declivio, sul fondo un corpo di fabbrica uso stalla, e sui laterali due muri di confine a sottolineare il recinto. L’intervento sfrutta l’impianto di base realizzando nel primo corpo di fabbrica un bar, nel secondo un ristorante, imperniando la struttura su due cardini: la “corte grande” e la “corte piccola”. Bar: Il pavimento è realizzato con mattonelle 20x20 cm in ceramica di Vietri, decori e pennellati, acquistando le cosiddette “rimanenze”, ovvero piccoli quantitativi di risulta, 3-4 mq ciascuno, ormai difficilmente vendibili. Non sono stati mai eseguiti tagli alle piastrelle. Posate in riquadri separati da strisce di cemento di larghezza variabile, detti “ammortizzatori”. La scala è costituita da due blocchi, il primo in muratura poi rivestita in ceramica di Vietri, il secondo è realizzato con piatti rettangolari in ferro, che costituiscono l’ossatura portante per poi girare e diventare ringhiera. Il rivestimento è in lamiera forata per la massima trasparenza e leggerezza. L’illuminazione rielabora il ricordo dei piatti decorati appesi alle pareti, è realizzata con piatti in cotto rifiniti in ceramica bianca ed allestiti con lampada sferica opalina. Mobile in legno per vini: la sua geometria è dettata dalla diversa sistemazione delle bottiglie: in orizzontale, in verticale e capo-coda. Ristorante: La facciata rivestita in mattoni, appare compatta, ma le diverse tessiture di posa disegnano la trama. Il pavimento in mattonelle di cemento con graniglia di marmi policromi. La “corte grande” è pavimentata con cubetti 8x8 cm: pietra di Trani. Modello: Riproduce un pezzo di facciata realizzata in mattoni. L’idea nasce dagli strumenti serviti per realizzare l’intreccio di tessiture: calandri, lenze e fili a piombo. Materiali: legno noce, 462+3 viti in ottone e 50 m di filo nylon colore oro. Le viti costituiscono il registro che regola lo tessitura dei filo.