l'olio colto

Taggia / Italy / 2010

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"... rami di ulivo, tetti e profili di colli evocavano nella sera la presenza della terra ...", sono alcune delle parole con cui Francesco Biamonti descrive questa terra. La terra, quella dell'estremo Ponente ligure, che “l'olio colto” ha voluto ricordare adottando una filosofia, condivisa da progettisti e committenza, applicata all'architettura come alla preparazione dei piatti. Il suo principio fondante si identifica nella rilettura della tradizione e del contesto locale attraverso un linguaggio personale volto alla valorizzazione di un territorio fatto principalmente di pietre e di ulivi. Le pietre, che incastrate l'una sull'altra, rimandano all'uomo e alla fatica e sapienza con cui ha modellato la natura ostile dei ripidi pendii, poi coperti di olivi, umanizzandone il paesaggio. Il locale si trova all'interno di un edificio di tre piani nel centro storico di Taggia (provincia di Imperia). L'intero edificio è la ricostruzione obbligata e quasi pedissequa di un vecchio fabbricato di cui rimanevano in piedi soltanto pochi ruderi. Di conseguenza i fronti sulla pubblica via e sulla corte richiamano tipologicamente gli stilemi degli edifici storici circostanti, ma le tecniche costruttive sono quelle della più comune edilizia moderna. I solai piani hanno sostituito le volte e i pilastri in cemento armato hanno preso il posto dei vecchi muri in pietra. “L'olio colto” si sviluppa su due livelli, il bar con la rivendita di prodotti alimentari del territorio si trova al piano terra e si affaccia sul portico prospettante una delle più importanti strade storiche del paese. Il ristorante è al piano seminterrato e si apre su una corte privata. Soltanto pochi elementi rimanevano a testimoniare con la loro vivida presenza la storia di questo fabbricato: al piano terra il muro di confine con l'edificio adiacente e al piano seminterrato il muro che ne delimitava la corte. Entrambe in pietra spiccano per contrasto con le forme dell'edilizia moderna. La scelta progettuale è stata quella di trovare un punto di equilibrio tra quel poco che di storico rimaneva, e andava conservato e valorizzato, e l'edilizia contemporanea. Così se il muro antico al livello del bar costituisce l'ideale fondale scenografico per gli espositori in lamiera di ferro naturale dalle forme ridotte all'essenziale, quello della corte al piano seminterrato, tipico degli orti e dei giardini del Ponente ligure, denudato di tutte le superfetazioni, campeggia le ampie vetrate della sala ristorante di cui costituisce, di fatto, il quarto lato. L'ambiente del bar è intenzionalmente scarno e si lascia dominare da quell'unico elemento rimasto a testimoniare la storia del fabbricato e dai prodotti del territorio che il locale intende promuovere. Quegli stessi prodotti che, in vetrina, i pochi espositori in ferro dalle forme elementari contribuiscono a mettere in risalto. Al piano della sala ristorante invece, il muro in pietra della corte è il prezioso superstite che protegge faticosamente la vista dall'incombere dell'edilizia degli anni Settanta. Le tradizionali bucature ad arco, rivestite in lamiera di ferro naturale che le fa somigliare a due giganteschi tagliapasta, ritagliano ampie visuali sullo storico fondale. L'architettura e l'arredo de “l'olio colto” si servono di rimandi costanti alla memoria e al paesaggio circostante riproponendone la semplicità, i materiali e i colori senza contraffarne il ricordo. Tutto l'ambiente è giocato sull'impiego di due soli materiali, il legno e il ferro lasciato al naturale; e di un solo colore, il grigio-verde, che utilizzato nelle pitture e nelle resine in diverse tonalità e finiture, che ne modificano la percezione al variare della luce, tenta di rifarsi all'effetto cangiante del fogliame degli ulivi. Quegli ulivi quasi impalpabili che dalla lunga parete spoglia della sala ristorante catturano l'attenzione dell'occhio più pronto. I soffitti piani del ristorante e del portico del bar cercano la terza dimensione richiamando alla memoria le antiche volte attraverso dei profili piatti in ferro naturale che ne ripropongono i costoloni attingendo dalle tecniche di rappresentazione della grafica bidimensionale. L'arredo, realizzato su disegno, riprende le linee semplici della tradizione povera, reinterpretata nei materiali. I tavoli e le sedie hanno una struttura lineare in ferro naturale e piani in tavolato di legno. Gli espositori e i mobili di sala sono in lamiera di ferro lasciata al naturale. Le saldature e le sbavature sono ovunque volutamente lasciate a vista per ricordare costantemente la mano dell'uomo che li ha realizzati. Nel bagno, ridotto ad un insieme di piani monocromatici che si distinguono per la differente matericità delle superfici, spicca la greca in lamiera di ferro, che leggermente scostata dalla parete lascia filtrare la luce di una striscia luminosa divenendo essa stessa corpo illuminante. Una lunga “passatoia” in legno accoglie chi entra dalla via principale e dal bar e lo “accompagna” giù per le scale fino alla sala del ristorante, in corrispondenza del quale si trasforma in guardaroba.
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    Project details
    • Year 2010
    • Work started in 2009
    • Work finished in 2010
    • Main structure Steel
    • Status Completed works
    • Type Bars/Cafés / Restaurants
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