Restauro del Teatro del Popolo | Guicciardini & Magni Architetti

Premio Architettura Territorio Fiorentino - Cat. Restauro e recupero Castelfiorentino / Italy / 2009

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Teatro e città La costruzione dei teatri costituisce un’operazione di grande complessità da un punto di vista costruttivo e organizzativo, oltre che progettuale. La vita di questi manufatti appare discontinua e costellata di imprevisti e incidenti di percorso, tra i quali i pur necessari adeguamenti, che provocano effetti non meno distruttivi di quelli causati dal tempo e dalle distruzioni belliche. Nate per allestire l’effimero, le costruzioni teatrali hanno fronteggiato, durante il corso del Novecento, il progresso del Cinema e una rapida trasformazione tecnologica, sopravvivendo a guerre, rivoluzioni e ribaltamenti di costume epocali. Forse per questo, ancora oggi, i teatri continuano a rappresentare in modo ineguagliabile il groviglio delle aspirazioni e delle identità comunitarie, in altre parole il cuore delle città. Una pluralità di contributi Dopo il progetto di fondazione e gli adeguamenti novecenteschi, negli ultimi venti anni si sono succeduti intorno al teatro almeno tre gruppi di progettisti, a cominciare dall’architetto Lanfranco Benvenuti che negli anni Ottanta del Novecento si occupò del recupero del complesso, realizzando i primi interventi sul ridotto. Sulla base del progetto preliminare redatto dall’ingegnere comunale Roberto Borghini, il vero e proprio recupero teatrale è poi avanzato sul disegno dell’architetto Giorgio Faccioli, che ne ha curato gli interventi di ricostruzione e adeguamento funzionale, guidando inoltre le operazioni strutturali e impiantistiche. A questi è seguito il gruppo degli Architetti Associati Guicciardini & Magni, che ha completato i restauri e gli allestimenti, conferendo una nuova interpretazione al sistema degli spazi pubblici interni ed esterni al teatro. Il progetto di recupero Il primo progetto di recupero del Teatro del Popolo, redatto dall’architetto Giorgio Faccioli nel 2002, ha riguardato parti dell’immobile che vanno dall’atrio d’ingresso fino al boccascena, e comprende modifiche funzionali all’assetto generale ed aspetti legati alla normativa antincendio, quali l’adeguamento delle vie di fuga e la sistemazione dei percorsi per i disabili, oltre ad interventi di recupero e di ripristino delle parti dell’edificio in stato di degrado. Il progetto ha previsto un intervento di demolizione totale del volume retrostante che andava dal boccascena al muro di confine, e la realizzazione della nuova torre scenica comprendente il blocco dei servizi funzionali ai vari piani (camerini per gli attori, servizi igienici e scala di sicurezza). Internamente è stata realizzata ex novo tutta la zona della scena, innanzitutto riportando il palcoscenico nella posizione originaria al limite del boccascena, e poi ricostruendo il retro palco con le necessarie strutture tecnologiche. Il teatro è stato dotato di nuovi servizi igienici, collocati nelle parti aggiunte, oltre a quelli situati al piano interrato. Tutta l’impiantistica elettrica e speciale, con l’impianto termico e meccanico è stata integralmente rifatta, così come i locali tecnici dedicati, addossati alla fiancata laterale del teatro. Sono stati realizzati nuovi controsoffitti in cartongesso per occultare il passaggio degli impianti nelle scale e nei corridoi di distribuzione dei palchetti. I lavori di questa prima fase non comprendevano il restauro delle finiture della sala teatrale, del ridotto, dei foyer e degli spazi pubblici di distribuzione, così come dei locali del preesistente circolo ricreativo. Gli interventi di completamento e restauro Gli Architetti Associati Guicciardini & Magni, prima di avviare la progettazione delle opere di completamento del Teatro del Popolo, hanno deciso di effettuare una generale sintetica lettura dell'intero organismo, per poi procedere al rilievo specifico di alcune parti della sala e degli spazi del foyer. Gli interventi di completamento sono stati focalizzati quali parte culminante del progetto di riqualificazione del teatro, quindi nell’ambito di una corretta e puntuale operazione di restauro conservativo. D’altra parte, al di là delle logiche del restauro, legato essenzialmente alle vicende dell’edificio, si è cercato un rafforzamento della presenza del teatro nella scena urbana, a partire dalla connotazione degli spazi pubblici interni fino al rapporto con piazza Gramsci ed il centro urbano. A fianco delle rigorose intenzioni conservative per il restauro degli interni storici, si sono accostati criteri di più accentuata connotazione contemporanea, laddove si trattava di sviluppare nuovi dettagli e arredi per le parti di ingresso e i diversi foyer, fino al tentativo di utilizzare le immagini fotografiche di David Bastianoni quali frammenti di memoria, in grado di porre a confronto il teatro con la città e il suo passato. La relazione tra la piazza e il teatro è divenuta il nuovo terreno su cui impiantare il processo di riaggregazione identitaria intorno al centro della città. La piazza del teatro Il recupero del Teatro del Popolo, al di là delle intrinseche esigenze funzionali, costituisce un deciso tentativo di ritrovare la centralità dei luoghi: in questa visione piazza e teatro si sostengono scambievolmente, per rafforzare i propri contenuti e innervare nuovi utilizzi. D’altra parte, la cultura non ha più una sede unitaria, ma è diffusa nelle cose e nei luoghi. Si trasmette attraverso manifestazioni, performances, eventi vari, e le attività commerciali appaiono portatrici di valori e informazioni talvolta assimilabili alla densità di un evento culturale. L'area oggetto di intervento è la porzione di piazza antistante il teatro, la cui parte centrale si configura come proiezione dell’edificio del teatro, resa evidente dal tappeto esterno in travertino chiaro, lo stesso materiale usato anche negli spazi interni dei foyer. La nuova pavimentazione si mostra come una rete di quadrati posti in diagonale sull'asse del teatro, raccordando il corso centrale con le scale che portano alla parte alta del centro storico. Il reticolo di pietra si estende come un materiale isotropo a saturare le parti interne all'area di intervento: lastre e ricorsi di travertino classico, tagliato per falda e sabbiato, sono posate a correre sui marciapiedi e sulle guide che delimitano i riquadri in pietra serena. Una seduta lineare si estende per cinquanta metri, accostandosi al fianco del caffè del teatro a bordare la muraglia in mattoni sul lato del borgo alto. L’illuminazione notturna gioca un ruolo decisivo secondo la volontà di indirizzare una forte vitalizzazione per questa parte di città recuperata all’uso pubblico. Un’unica grande stele con la dicitura Teatro del Popolo è collocata nello spazio intermedio, in un punto di grande visibilità, ma tale da non sovrapporsi alle architetture del centro e non intralciare lo svolgimento del mercato. La riqualificazione del sistema degli spazi pubblici interni I primi progetti per il teatro non interessavano la parte laterale dell’ex circolo, posta sotto il ridotto. La nuova configurazione degli ambienti posti in successione a fianco del foyer di ingresso è stata ridisegnata proprio a partire dal rinnovato caffè, che amplia il sistema degli spazi pubblici interni al teatro. La biglietteria con il punto informazioni del teatro è impiantata nell’ambiente a destra dell’ingresso, dove sono stati eliminati i due gradini centrali e le tramezzature che, incongruamente, dividevano lo spazio. Chiuso da una nuova parete curva, il guardaroba è ricavato nel punto di contatto tra il foyer del teatro e l’ingresso al caffè, tra i quali si è riaperto il collegamento originario. Nel bar è stata realizzata l’apertura di un ampio passaggio tra il primo e il secondo ambiente, con l’individuazione di nuovi servizi igienici e depositi. Un lungo bancone curvilineo in corian retroilluminato è inserito nello spazio del caffè a fronteggiare la parete specchiante composta da Stefano Rovai con elaborazioni grafiche di immagini attuali di Piazza Gramsci. Il sistema distributivo si snoda dal foyer del piano terra ai due foyer superiori, attraverso le due scale esistenti e la nuova scala di sicurezza che servono i tre livelli di palchetti e il loggione. Questi spazi, recuperati nella loro consistenza originaria, sono arricchiti dalle presenze di frammenti fotografici novecenteschi, ricavati dal limpido sguardo del fotografo David Bastianoni che le registrava dalla seconda guerra mondiale alla metà degli anni Cinquanta. Scene di lavoro e di festa, quasi sempre improntate a occasioni sociali, volutamente non inerenti la vita del teatro. Nello spettacolo del tempo che si rinnova, gli abitanti di Castello ritrovano i propri progenitori, specchiandosi nella lente deformata del teatro. I saggi sui decori e altre considerazioni Prima di iniziare le operazioni di restauro, è stata condotta una accurata nuova campagna di saggi sugli intonaci e sui decori di sala e foyer, nonché un’analisi chimica dei decori in oro sui palchetti. Alla base del lavoro di restauro degli apparati decorativi del teatro sono le considerazioni derivate dai saggi e anche dalle analisi di confronto con altri teatri. Infatti, da uno studio comparativo dei teatri toscani, possibile anche grazie alla imponente raccolta sui teatri storici regionali, curata da Elvira Garbero Zorzi e Luigi Zangheri per la Regione Toscana, emergeva la singolare vicenda costruttiva e decorativa che accomuna il Teatro Manzoni di Pistoia con il Teatro del Popolo di Castelfiorentino. Nella diversità della scala architettonica i due teatri, rinnovati dalle stesse maestranze nello stesso periodo (1861-65 Pistoia e 1865-67 Castelfiorentino), mostrano apparati architettonici e decorativi identici, a cominciare dai fregi dei palchi e della platea, fino a quelli dell’arco scenico che a Pistoia si è conservato con l’intreccio decorativo di ghirlande di alloro e di quercia, come risulta nelle foto d’epoca anche per il teatro di Castelfiorentino. Allo stesso modo appaiono similari le sistemazioni dei palchi del proscenio, a ridosso del palcoscenico, incorniciati a Pistoia dalle lesenature corinzie, e presenti anche al Castelfiorentino fino al 1931. Stupisce infine la corrispondenza di certe tracce decorative nel foyer, dove le colonne centrali sono finite in finto marmo rosso a stucco, come originariamente a Castelfiorentino, alla stregua di molti teatri francesi e di altri casi toscani (Teatro della Pergola di Firenze, Teatro Goldoni di Livorno). La perfetta corrispondenza tra gli apparati decorativi dei due teatri si è rivelata di grande utilità per la ricostruzione del boccascena di Castelfiorentino, ricondotto alla situazione originaria, e dei suoi decori, restituiti a partire dal rilievo delle analogie pistoiesi. Il restauro del foyer d’ingresso Le colonne e le paraste dell’ambiente centrale del foyer sono state recuperate nella loro finitura a finto marmo rosso, con superficie cerata. Allo stesso modo sono restaurati i rosoni e il soffitto azzurro dell’ambiente centrale, parzialmente velati, e i bordi grigio caldo del cornicione dipinto dei riquadri, con i filetti delle ombrature. Le travature in legno dipinto che sorreggono i riquadri dei soffitti sono tinteggiate dello stesso grigio caldo, con un tono più chiaro (tipo lumeggiatura) nelle parti stondate del bordo curvo all’intradosso. Con questo tono di grigio caldo più chiaro sono tinteggiati i capitelli (come originariamente), il battiscopa dipinto che ha sostituito lo zoccolo in marmo, e le sguanciature delle finestre sul fronte, private delle cornici modanate novecentesche. Per la pavimentazione interna è stato scelto un travertino chiaro tagliato per falda, ritenendo incongruo il pavimento marmoreo degli anni Sessanta del Novecento. Il travertino era normalmente reperibile nella zona di Colle Val d'Elsa ed il suo utilizzo a Castelfiorentino è consueto proprio per l'appartenenza al sistema culturale ed economico della Valdelsa. I soffitti delle sale laterali sono dotati di una bordatura elementare in gesso tinteggiato di grigio caldo, con il relativo ‘ricasco’. I soffitti sono stati tinteggiati con lo stesso avorio patinato delle pareti e bordati di battiscopa dipinto leggermente più scuro. Lo stesso tipo di trattamento è stato utilizzato per i locali adiacenti del caffè del teatro, e della rampa di servizio al primo ordine di palchetti. Il restauro della sala La scelta di conservare le dipinture originarie della sala, piuttosto che procedere con nuove ridipinture sulla base delle esistenti, ha costituito un punto di decisiva qualificazione delle operazioni di restauro, incidendo fortemente sulla percezione finale. Gli interventi consistevano quindi nel recupero integrale degli apparati decorativi dei palchetti e con l’integrazione di nuovi interventi pittorici solo per quelle parti che venivano ripristinate architettonicamente, dopo le modifiche novecentesche. La lettura delle stratificazioni degli apparati decorativi della sala rivelava una qualità delle stesure originarie che è stato possibile recuperare quasi integralmente, mediante un’opera di attenta scopritura e ripulitura delle parti. Con l’intervento di riduzione della sala a vantaggio del palcoscenico, si era già scelto di ripristinare la situazione originaria, modificata soprattutto con gli interventi del dopoguerra. Analogamente, si è portato avanti il ripristino degli elementi pittorici corrispondente alla situazione ottocentesca ed in particolare la ricostituzione del decoro dell’arco scenico, sulla base della documentazione fotografica e dei rilievi effettuati nel Teatro Manzoni di Pistoia. Il ripristino degli elementi architettonici decorativi dei palchi di proscenio è stato effettuato (senza rimuovere i mascheroni teatrali aggiunti nel primo Novecento) con la ricostruzione delle lesenature rimosse dopoguerra e la copia delle basi e dei capitelli corinzi mancanti, ottenuta mediante un calco degli elementi superstiti nel Teatro del Popolo. Il nuovo tono delle parti frontali dei palchetti richiedeva di essere valorizzato in un insieme di tonalità e colori che non sopravanzassero le parti nobili decorate, come del resto è comune nei teatri storici. La finitura della base è stata realizzata con finitura a marmorino e ceratura superficiale. In base ai saggi sul soffitto della sala si è rilevata la presenza di una tinteggiatura colore ocra spento in luogo del precedente colore bianco, che è stato così ridipinto integralmente nel colore originario, con un effetto vibrato da una leggerissima patinatura. Allo sguardo finale la sala appare come la sommatoria equilibrata di interventi minimamente distinti e variati tra quanto conservato e quanto rinnovato, ma con la chiara intenzione di far prevalere l’unitarietà della figurazione quale tratto distintivo saliente. Un risultato ricercato mediante interventi mediati da riflessioni articolate e condivise tra architetti e restauratori, e in ultimo accostate alle teorie del restauro secondo il vaglio finale dell’esperienza e del gusto.
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    Project details
    • Year 2009
    • Work started in 2007
    • Work finished in 2009
    • Client Amministrazione Comunale di Castelfiorentino (FI)
    • Status Completed works
    • Type Theatres / Recovery/Restoration of Historic Buildings
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