progetto di una chiesa | Emanuele Ericca

Santa Maria la Carità / Italy / 2013

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Rapporto con l'ambiente urbano In virtù della massimizzazione delle aree destinate al “verde” (come segno di una edificazione “integrata”, paradigma di una rinnovabile qualità urbana) si è scelto di contenere al massimo le superfici coperte, nell’ottica di preservare le superfici destinate anche alle attività tipicamente sociali, dall’orto agli spazi esterni polivalenti. Il progetto diventa così una modello architettonico/urbanistico, atto alle risposte delle molteplici sollecitazioni della collettività: il sagrato (pensato in una chiave policentrica) cerniera di mediazione, luogo funzionale/religioso, ma anche sagrato/piazza, luogo di incontro, in quanto, a divenire, piccola agorà. Del resto visto l’attuale interpolazione socio-urbanistica che fortemente mette in evidenza l’eterogeneità culturale, sociale ed economica, tale da accentuare i disagi propri di un contesto di periferia urbana, così come si evince anche dal Documento Preliminare. Le prospettiva del complesso architettonico sarà quella di instaurare una nuova focalità a supporto dell’impianto urbano e sociale di S. Maria della C. – vista anche la lettura dell’attuale PRG – in grado di dare un nuovo e importante riferimento urbanistico, potenziale volano di sviluppo socio-urbanistico, nonché cardine culturale, per il rilancio della comunità cittadina. Riconoscibilità dell'edificio sacro Il planimetrico posizionamento accompagnato da quello altimetrico, rende relativamente agevole la determinazione intrinseca del luogo stesso – contribuendo a conferire all’edificio/progetto una voluta, ma discreta, “solennità” in quanto, distinguibile già per la sua posizione più elevata rispetto alla quota media altimetrica della località che, insieme alle forme plastiche, il colore bianco cangiante del complesso e la struttura del campanile renderanno agevole l’identificazione architettonica Profilo estetico, convenzionale La forma “circolare” corrisponde all’imprinting progettuale dell’intero complesso, in quanto scelta oculata di un archetipo dell’architettura scacra (rotonda dell’Anastasis – integrata nella Chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme), dagli infiniti assi di simmetria. Del resto l’architettura non può esimersi dal tentativo di lettura sociale in cui cerca di operare, ed è in questo contesto socio-politico e culturale che è maturata l’idea di un modello “riflessivo” e aperto alle evoluzioni “linguistiche/architettoniche” come espressione del proprio tempo, determinando un nuova prototipazione con riferimenti certi come la semplice intensità del rigore dell’architettura sacra paleocristiana. In sintesi il tentativo è stato quello di restituire una semplificazione spaziale/decorativa, nel segno della sobrietà “annunciata”, ponendosi in una stretta dialettica tra l’architettura e l’elemento artistico/figurativo, in funzione di rinnovate e contemporanee esigenze del popolo di Dio. Non a caso l’articolazione architettonica del complesso deriva dalla (s)composizione del cerchio (volutamente deformato tale da generare una geometria apparentemente caotica: una spirale) su cui si eleva l’Aula Liturgica, sede dell’“Eucaristia celebrata”, oltre al Volume Polivalente/funzionale (sagrestia, aule polivalenti e casa canonica), intenzionalmente basso, e dove quest’ultimo tenta una fusione avendo in comune con il volume principale una linea linguistica, tale da garantire un formale riallaccio delle parti, mediante “linee guida” che hanno prefigurato altresì un disegno univoco con il sagrato e gli spazi polivalenti esterni, comprendenti la cavea/seduta ellittica per le funzioni religiose esterne, oltre la sintesi dell’elicoide/parete/campanile, che contestualmente agli altri elementi dell’impianto, nell'insieme prefigura un “vortice”. In particolare l’Aula Liturgica, così congeniata, ha una duplice lettura geometrico-formale: origine di un nuovo luogo che con il suo segno “investe” il territorio in cui è immerso, e contestualmente elemento “attrattore” per il popolo di Dio (e non solo) verso le pieghe – strutturali – determinate dai flessi geometrici delle pareti o dai silenzi delle fenditure. Impianto liturgico Esso è un impianto aperto, dove gli elementi concorrono senza confondersi. Dall’ingresso verso dx troviamo l’area della Fonte Battesimale incapsulata in una sorte di cappella, successivamente, in una nicchia, troviamo il Confessionale progettato per accogliere anche i diversamente abili; successivamente troviamo la cappella feriale che ospita parzialmente il grande e sinuoso presbiterio “comune” che ospita oltre il Piccolo Altare (per le celebrazioni feriali) la Custodia Eucaristica, la Sede del Presidente, l’Altare Maggiore e l’Ambone cerniera ideale tra il coro e l’Altare. In particolare quest’ultimo si insinua – mediante il prolungamento del presbiterio stesso – verso l’Assemblea quasi a sottolinearne la fusione di quest’ultima con la Parola di Dio, Opere d'arte La linea filologica dell’opera è stata la ricerca dell’espressività artistica contestualizzata con lo spazio architettonico senza subirlo. Tale indagine ha permesso di tradurre complessivamente il “lavoro” in un triplice input: a. un “finito” corroso dal tempo – come base di una ricerca del proprio essere – che sposa la contemporaneità espressa dalla struttura architettonica; b. la “gestualità fissata”, un dinamismo bloccato che rappresenta il silenzio, l’attesa; c. la “cucitura” degli elementi, come atto, ultimo, di una fusione con lo spazio. Aspetti funzionali Per quanto concerne l’Aula Liturgica si rimanda alla descrizione intrinsecamente già menzionata. Da notare, in particolare per il Volume polivalente, la soluzione relativa alle aule polifunzionali atte oltre alla catechesi nelle sue varie forme pastorali, all’integrazione sociale, in particolare con l’adozione di pareti mobili che possono creare scenari molteplici tali da rispondere alle diverse esigenze di raggruppamento in funzione della natura dell’incontro tenendo conto anche della realtà associativa presente sul territorio. Aspetti tecnologici L’illuminazione naturale: è assolta, per l’Aula Liturgica, da un’imponente lucernario che racchiude l’area dell’intero, mentre l’area/Fonte Battesimale è illuminata mediante ampie vetrate semicircolari. Sono suppletive le fenditure orizzontali e verticali con vetrocamera antifrazione. Per il Volume Polivalente abbiamo adottato: a. una vetrata auto-portante con vetrocamera antintrusione (prospetto est); b. finestre e porte-finestre a servizio degli uffici, delle aule e della casa canonica; c. sistemi a tunnel solare per i wc e parte dei corridoi. L’illuminazione artificiale prevede soltanto diffusori con lampade ad intensità controllata a LED mediante sensori di presenza. In particolare il sistema “sezionato” per aree, previsto per l’Aula Liturgica, consente un’ampia scelta di soluzioni tali da garantire quelle maggiormente appropriate secondo le diverse esigenze (anche illuminazioni puntuali o per aree ristrette) secondo le funzioni religiose e gli eventi in relazione agli spazi dove esse si svolgono. Per l’Impianto diffusione sonora è prefigurata la realizzazione di un impianto mediante l’applicazione di un Circuito DPS L’impianto elettrico oltre quello di allarme, telefonico e vidocitofonico sarà parte integrante di un sistema domotico “diffuso” in modo da garantire l’integrazione complessiva rispetto a tutti gli altri sistemi impiantistici fin qui previsti. Il controllo sarà garantito da un terminale alloggiato nella sagrestia
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    Project details
    • Year 2013
    • Status Competition works
    • Type Churches
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