Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità | Andrea Modelli

Santa Maria la Carità / Italy / 2014

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Al fine di identificare il rapporto con l’ambiente urbano circostante, l’analisi effettuata sull’area di intervento ha evidenziato la sua natura di una zona marginale del tessuto urbano, sviluppata lungo l’asse cardinale est-ovest e compresa tra una centrale elettrica di notevole impatto sull’ambiente, serre e campi agricoli e l’indispensabile strada di collegamento tra via Petraro e via Canneto. Nel rispetto delle normative vigenti, l’area di progetto si è rivelata molto concentrata e compatta. Per integrare questa porzione di territorio al suo intorno, si è proceduto identificando la strada come elemento di ricucitura longitudinale e dando un segno forte dato dalla nuova centralità e quindi dalla grande riconoscibilità dell’edificio sacro, concretizzato nel segno progettuale di un cerchio dal cui centro il prolungamento dei vari raggi disegnano una struttura uniforme, complessa, ma univoca. L’elemento circolare generatore di tracce radiali è facilmente identificabile come un elemento generatore di vita, poiché esso è il luogo della Parola e la Parola è Vita. Un cerchio genera una forma sferica e, in architettura, la sua naturale realizzazione è la cupola: per questo motivo si è giunti alla scelta di una semisfera geodetica, strutturalmente efficace ed immediatamente riconoscibile. Come un uovo custodisce la vita che si sta formando, anche la cupola custodisce il luogo della Fede. L’aula liturgica è quindi luogo centrale del progetto e generatore di ulteriori spazi. Rilevanza fondamentale è stata data fin da subito alla necessità di rendere i luoghi delle attività pastorali intimamente legati all’edificio sacro stesso: se la chiesa è luogo di custodia e diffusione della Parola di Dio, anche tutti gli altri spazi del complesso contribuiscono al compito di Evangelizzazione; essi, quindi, non possono essere ridotti ad elementi residuali di un progetto incentrato unicamente sullo spazio sacro. Il profilo estetico e formale prevede la suddivisione di un progetto unitario in due forme distinte e riconoscibili, ovvero un’Aula liturgica circolare racchiusa da una cupola geodetica ed un complesso parrocchiale in cui linee ortogonali definiscono spazi rigorosamente perpendicolari. La chiesa è stata concepita come una cupola geodetica (forma che coniuga perfettamente la leggerezza alla resistenza), è stata prevista rivestita di uno strato superficiale leggero realizzato in politetrafluoroetilene (Teflon), in colori neutri, a sua volta sormontato da una struttura leggera in lamiera stirata, tale da offrire una ulteriore caratterizzazione dell’elemento architettonico, in unione ad una miglior protezione dall’irraggiamento solare. Al contrario, le parti componenti la zona parrocchiale sono state concepite in cemento armato, la cui finitura superficiale prevede l’utilizzo di un intonaco grigio alternate a superfici rivestite in Cor-Ten la cui colorazione bruna data dalla caratteristica patina superficiale passivante, ‘stacca’ visivamente gli elementi architettonici così caratterizzati dal resto della struttura. L’utilizzo di vetrate di ampia superficie (parzialmente schermate da listelli in cemento) nei giunti tra un blocco architettonico ed un altro, contribuisce ad ‘alleggerire’ la massa edificata in tali punti. L’unione fisica tra la cupola geodetica ed il corpo poliedrico del complesso parrocchiale, avviene con la compenetrazione di quest’ultimo nella cupola stessa con uno spazio definito come trait d’union tra le diverse attività che si svolgono in questi luoghi, ovvero la sagrestia: uno spazio di servizio al sacro. Al secondo piano, oltre alle necessarie aule parrocchiali, sono state previste le strutture di sostegno della eventuale abitazione del parroco, così che la realizzazione di quest’ultima possa facilmente realizzarsi con l’utilizzo di sistemi leggeri di tamponamento tipo x-lam. Tutti questi luoghi si sviluppano intorno ad uno spazio aperto, una sorta di sagrato sul quale si affacciano tutti i locali principali e che è stato pensato anche per poter essere luogo di una celebrazione all’aperto di una particolare funzione, utilizzando l’apertura del portale rientrante come una sorta di piccola abside. L’impianto liturgico dello Spazio Sacro è quindi definito dalla circolarità dell’Aula principale; La posizione di quest’ultima è pensata in stretto collegamento con l’intero complesso cercando di fare emergere come la celebrazione liturgica sia il culmine e la fonte per la vita della Chiesa che vive nel territorio. L’impianto dello spazio sacro è stato pensato tenendo presente alcune sottolineature: Il fonte battesimale è stato predisposto vicino all’entrata ma in luogo appropriato. La vasca con acqua che scorre in direzione del prato esterno desidera richiamare il tema dell’acqua della vita; inoltre la cappella con il fonte battesimale si trova su un percorso che va dall’entrata all’area del presbiterio per richiamare un cammino di iniziazione che ha nell’Eucaristia il suo compimento. Vicino all’entrata è stata posto, pure, il luogo per il sacramento della Penitenza, considerato sia come seconda tavola di salvezza sia come riferimento all’antica disciplina che prevedeva come i penitenti stessero alle porte della chiesa per implorare la richiesta di preghiere a coloro che entravano in chiesa. Lo spazio del presbiterio è il fuoco di tutto lo spazio sacro e nella sua essenzialità desidera focalizzare l’attenzione sulla celebrazione liturgica. Il coro è stato posto in luogo che richiami un suo servizio in favore dell’assemblea ma anche il “dialogo” con lo spazio dell’ambone. Le vetrate in maniera molto essenziale sottolineano come l’Eucaristia, ma ogni azione liturgica sia intimamente legata al sacrificio pasquale di Cristo. Nella cappella feriale è stata prevista la custodia eucaristica che deve essere considerata in stretta connessione con la rappresentazione della consegna dello scapolare a San Simone Stock. Tale accostamento desidera sottolineare come ogni fedele sia chiamato alla santità coniugando la vita spirituale con la vita quotidiana. Simile richiamo lo troviamo espresso anche dal sagrato come apertura verso il mondo e dai bassorilievi posti all'esterno della sala polivalente che vanno dall'incarnazione alla risurrezione di Cristo e alla raffigurazione di S. Francesco. Tutti questi importanti elementi sono stati definiti con la mediazione dell’artista: essi sono stati configurati come opere d’arte e come tali sono stati trattati: La pianta centrale della aula liturgica nasce dal confronto dialettico con le finalità urbanistiche ed architettoniche ed è ispirata dalla forma essenziale dell’uovo come simbolo dinamico di origine cosmica universale. L’inserimento delle vetrate policrome all'interno dello spazio centrale di forma sferica ha lo scopo di utilizzare la luce naturale come elemento compositivo materico, le vetrate riproducono le XV stazioni della Via Crucis Tradizionale. La forma a cupola della chiesa, oltre a rendere immediatamente percepibile la stessa, possiede diversi ed importanti aspetti funzionali e tecnologici: tale forma permette una facile realizzazione con tempi di esecuzione ridotti uniti all’alta resistenza della struttura stessa, senza dimenticare che la semisfera è il solido che presenta il rapporto s/v (rapporto tra superficie disperdente e volume lordo dell’edificio) più basso e quindi consente spese ridotte di gestione della climatizzazione dell’edificio stesso. La gestione dello spazio esterno, indirizzato alla realizzazione di un sagrato facilmente fruibile e come elemento cerniera tra i fabbricati aventi funzioni diverse, si affida a percorsi di avvicinamento pedonalizzati diretti e, quando possibile, coperti: essi permettono di confluire nello spazio aperto da qualsiasi direzione in sicurezza, in comodità e con la minore perdita di tempo.
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    Project details
    • Year 2014
    • Status Competition works
    • Type Churches
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