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Case per un abitare sostenibile Francavilla Fontana / Italy / 2013

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IL CONCETTO DI SOSTENIBILITA’ Il tema della sostenibilità è sicuramente centrale nel dibattito (non solo architettonico) contemporaneo, in quanto essa rappresenta sicuramente tanto un obiettivo quanto un principio imprescindibile della progettazione. Tuttavia quando si parla di sostenibilità ci si può riferire a tante sfaccettature e tanti aspetti diversi, in quanto il tema trattato è sicuramente molto ampio: per questo motivo è assolutamente fondamentale definire con esattezza ciò di cui si vuole parlare. Generalmente quando si parla di questi argomenti ci si riferisce essenzialmente alla sostenibilità dal punto di vista energetico, oppure funzionale, oppure gestionale o, ancora, economico. Si parla ultimamente, e con sempre maggiore frequenza, anche di sostenibilità urbana e, relativamente ad essa, il concetto di “smart city” sta prendendo sempre di più piede nel dibattito contemporaneo. Sostenibilità dell’edificio e sostenibilità della città quindi. La convinzione che le due diverse scale, architettonica ed urbana, non siano in alcun modo scindibili, anche da questo punto di vista, è stato il punto di partenza della nostra proposta. L’efficienza energetica della singola abitazione, unitamente alla riduzione dei consumi e dei risparmi nelle emissioni dovrebbero infatti essere uno standard ormai conclamato, un obiettivo da raggiungere quasi “banale”. Del resto l’architettura caratteristica locale rurale è piena di sistemi naturali che oggi verrebbero definiti “passivi” per il riscaldamento ed il raffrescamento degli edifici, anche se nell’ultimo mezzo secolo una sempre maggiore standardizzazione dei sistemi e dei modi di costruire ha preso il sopravvento, facendoli passare quasi in secondo piano, ed attribuendo loro un’etichetta di vera e propria “arretratezza”. Noi siamo convinti che il vero concetto di sostenibilità, quello che va oltre l’aspetto prettamente energetico dell’edificio, sia invece da ricercare proprio nella relazione tra quest’ultimo ed il contesto in cui si colloca. Al giorno d’oggi pensare ad una cosa ecologica ed immaginarla in un luogo idilliaco, in un paesaggio naturale immerso nel verde, in un bosco, in una foresta, in cima ad una montagna o su una cascata appare quanto mai inattuale e fuori luogo. Questi sono contesti già di per sé di particolare pregio ed andare ad inserirci una qualsiasi costruzione (al di là del suo essere o meno “ecologico”) non può che deturpare quei contesti, che andrebbero invece conservati e tutelati. Attualmente la vera sfida è quella dell’inserimento in contesti urbani, in quei luoghi particolari della città che hanno tutto per poter essere definiti “paesaggio” meno che l’accezione prettamente “positiva”. Sono paesaggi urbani le periferie di grandi e piccole città, fino a quelle dei paesi minori, che hanno perso ormai qualsiasi legame con la campagna circostante; sono, altresì, paesaggi urbani i grani vuoti presenti nelle nostre città, i terreni incolti, le aree inedificate o con edifici mai completati. Questi contesti devono essere assolutamente posti al centro dell’attenzione, perché con la loro presenza contribuiscono rispettivamente alla qualità o al degrado dell’ambiente in cui viviamo. Il recupero di tali aree, nella loro marginalità, nella loro presenza/assenza e nella loro incompiutezza è il vero senso della sostenibilità contemporanea, in qui la sostenibilità architettonica può è deve giocare un ruolo fondamentale. In tutto questo c’è un’operazione che risulta essere assolutamente fondamentale: limitare il consumo di suolo. Le nostre città sono state dimensionate secondo stime di crescita demografica (era il concetto alla base dei vecchi piani regolatori) in realtà mai riscontrata, e negli ultimi decenni sono state costruite ed edificate di conseguenza. Risulta perciò inutile la nuova espansione, ed anche la contestualizzazione di una semplice abitazione monofamiliare (sia pure di soli 45 mq e sia pure solo per un concorso di architettura) non può ignorare tutto questo. LA SCELTA DEL CONTESTO Per questi motivi proponiamo la costruzione dell’abitazione oggetto del concorso in un contesto urbano degradato. A questo proposito nella tavola n. 1 sono rappresentati due foto inserimenti: all’interno di una grande periferia di un centro metropolitano e negli spazi di risulta del tessuto di base di un piccolo centro, entrambi localizzati in Puglia. Nel primo caso la dimensione dell’abitazione, in contrasto con quelle della periferia (strade larghe a più corsie, edifici a torre, …), vuole riportare all’interno della città una scala umana, una dimensione più a misura d’uomo della città stessa: è l’uomo che fa la città, non la città che fa l’uomo. In questo modo il riappropriarsi della propria vera dimensione fisica (riscontrabile in genere nei centri storici e nei tessuti delle prime espansioni tra il Cinquecento e la seconda metà dell’Ottocento) può essere il principio di una nuova rigenerazione non solo urbana ma anche, prima di tutto, sensoriale e mentale. Nel secondo caso invece è stato preso in esame il tessuto di base di un piccolo centro urbano, caratterizzato dalla presenza di numerosi lotti inedificati che, seppur nella loro ridotta dimensione, costituiscono dei veri e propri vuoti urbani. Nei piccoli centri del sud della Puglia essi si caratterizzano per essere delimitati da recinzioni alte e completamente opache che contribuiscono sensibilmente al degrado urbano e alla bassa qualità architettonica di tutto l’ambiente circostante: si tratta di spazi completamente estranei alla città. In tali centri la costruzione di case ecologiche in questi vuoti, in questi “buchi neri”, li restituirebbe alla città, trasformandoli da luoghi degradati ed abbandonati in veri e propri centri “di propulsione” di una nuova urbanizzazione, di nuovi modi costruire, di vivere e pensare la città e l’architettura. Comune ad entrambe le contestualizzazioni è la soluzione tecnologico/architettonica di tenere sollevata la costruzione rispetto al suolo: in questo modo si riduce sensibilmente il consumo di suolo, e viene così tutelata ed assicurata la sua permeabilità. LA SCELTA DEL NOME Per tutti questi motivi abbiamo scelto come nome dell’abitazione per il concorso “N[HO_ME]ORE”: gioco di parole preso in prestito dall’inglese tra HOME (= casa) e NO MORE (= mai più). “Mai più” vuoti urbani e spazi degradati all’interno delle nostre città, tramite l’utilizzo della “casa” che, nel suo carattere ecologico e sostenibile diventa motivo e mezzo di riqualificazione e rigenerazione sia urbana che architettonica. LA GENESI FORMALE E TIPOLOGICA Il punto di partenza è stato il quadrato quale modulo architettonico di base e forma adattabile alle diverse esigenze di esposizione solare. Il quadrato base utilizzato è stato poi raddoppiato e traslato secondo la diagonale per mantenerne le caratteristiche fisiche e bioclimatiche. A questo punto, racchiudendo in un unico quadrato i due precedentemente descritti si ottengono due spazi esterni di servizio, rispettivamente l’ingresso ed un cortile interno. Estrudendo la pianta così ottenuta per un’altezza tale da mantenere la compattezza delle forme si ottengono un volume e degli spazi esterni definiti. Per ultimo si è proceduto ad elevare uno dei due volumi ottenuti, in maniera tale da definire un adeguato spazio sopra la copertura da utilizzare a vano tecnico per l’alloggiamento degli impianti. I MATERIALI E I SISTEMI PASSIVI Durante la fase di progettazione sono stati utilizzati i seguenti materiali: - LEGNO: materiale che per le sue numerose caratteristiche “eco” è stato scelto come componente principale per gli elementi del progetto. È stato infatti utilizzato per la costruzione della struttura portante, dei solai, dei tamponamenti, per l’isolamento, per la pavimentazione interna ed esterna, e per gli infissi, sia interni che esterni; - ACCIAIO: l'acciaio scelto è arricchito da elementi che lo rendono autoportante. Ha inoltre caratteristiche di alta resistenza e durabilità. È stato utilizzato per la parete ventilata sul lato sud e per il muro che piegandosi diventa pavimento e copertura per l’ingresso verso est; - CALCE: materiale dal forte carattere locale della Puglia meridionale. Scelto anche per il suo essere un materiale naturale, traspirante e socialmente riconosciuto come emblema di architettura di qualità in quanto caratteristico dei più importanti centri storici pugliesi. È stato utilizzato come finitura di interni ed esterni; - VERDE: la natura torna ad essere vero e proprio elemento funzionale e costruttivo, e non più utilizzata solo per la sua valenza estetica. Il verde permette infatti di ottenere alti livelli di isolamento, drenaggio, umidificazione dell’aria e creazione di un piacevole ambiente in cui vivere. È stato utilizzato per la parete verde e per il tetto giardino; - VETRO: scoperto per caso ed usato per usi differenti, il vetro ha subito una veloce ed elevata tecnicizzazione per il raggiungimento di alti livelli prestazionali. In questo progetto si prevede l’utilizzo di vetri con sostanziali capacità coibenti e a controllo solare. È stato utilizzato per le finestre e le porte finestre. È inoltre previsto lo sfruttamento di sistemi passivi per il raffrescamento ed il riscaldamento dell’edificio, quali: pareti rifinite con intonaco chiaro che contribuiscono a ridurre l’effetto isola di calore; il frangisole con lamelle orientabili e comandabili per la protezione estiva ed il soleggia mento invernale; la parete ed il tetto verde che contribuiscono all’isolamento e a l drenaggio delle acque meteoriche; la ventilazione naturale coadiuvata da griglie sottofinestra; la dimensione e la tipologia delle finestre, scelta rispetto all’esposizione; la parete frangivento a protezione dell’ingresso; la quota di calpestio rialzata per ridurre il consumo di suolo.
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    Project details
    • Year 2013
    • Status Competition works
    • Type Modular/Prefabricated housing
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