Riqualificazione Trullo Settarte | amelia russo

Nel cuore della Valle d’Itria, tra le querce e olivi secolari, all’interno di Masseria Settarte, un grande trullo un tempo casa del pastore, rimasto in disuso per cento anni, torna a vivere grazie alla scommessa di due giovani architetti baresi, profondi conoscitori delle architetture di pietra. Conservare il più possibile, rigenerando e sostituendo dove necessario, immettendo senza timore segni forti e originali, design e tecnologia, in contrasto con materiali poverissimi, è stato il tema di questo intervento che i proprietari hanno deciso di sperimentare per la loro residenza di campagna. Niente porte interne, tranne quella di truciolato verniciato bianco per il bagno, solo fenditure di passaggio nelle pareti tra una stanza e l’altra. Niente pietre a vista, solo molti strati di calce, e materiali legati al luogo. Pavimento in battuto di cemento grigio ovunque. In cucina ed in bagno la sofisticata scelta di accessori ricavati da tubi e apparecchi industriali, e produzioni artigianali su disegno. Qualche mobile vecchio recuperato, miscelato ad arredi seriali da grande magazzino e oggetti di recupero, come un ingombrante neon proveniente dalla discarica di un aeroporto pugliese con l’icona dei servizi, appeso sulla porta d’ingresso. Poi oggetti semplici, lampade della tradizione mediterranea islamica, tessuti e complementi d’arredo in ceramica locale. Nel patio esterno, un enorme tavolo in legno povero, coperto dal cannizzo da cui pendono lampade in acciaio inox ricavate da un vecchio boiler in disuso. Un percorso uguale e contrario a quello di chi arriva in Puglia da lontano e, per passaggi successivi di conoscenza sempre più profonda, scopre i trulli, ricerca le loro tradizioni antiche, contamina con il proprio vissuto ciò che trova. Qui tutto inizia dalla fine. Da chi i trulli ce li ha nel sangue, ma li vede con occhi vergini.