MONUMENTO A RE MANFREDI

Manfredonia / Italy / 2012

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L'attuale morfologia urbana di Manfredonia, sintetizzabile come un fascio di vie parallele alla costa, definisce una grande linearità, che permette di essere interpretata in movimento: da Viale Miramare a Corso Manfredi, da
Via Tribuna alla Strada Statale 89; il senso urbano parallelo al mare, tradizionalmente trova nel Castello la sua più importante pausa, nel cuore del paesaggio urbano contemporaneo della città, tra il grande porto e la spiaggia. In questo senso, il grande valore urbano che il luogo può offrire alla struttura urbana in fieri, è il valore di una pausa urbana trasversale.

La trasversale che il progetto vuole offrire alla città, connette il Castello con il Mare, restituendo la continuità percettiva e funzionale che il Castello aveva all'epoca della propria edificazione. Una trasversale, non solo geometrica, bensì temporale, che ripristina l'antico senso di un luogo attraverso un’ Opera contemporanea dedicata al creatore di quel luogo. Piazza Silvio Ferri (ovvero Nuova Piazza Re Manfredi Fondatore), si ricostituisce come parte di un sistema più complessivo, che non è il moderno lungomare, bensì è il futuribile Passaggio Re Manfredi Fondatore: un corridoio pedonale tra la corte centrale del Castello, il fossato, il Re, la spiaggia, il mare. L'opera di riqualificazione urbana è stata immaginata suddivisa in tre settori, di cui il grande percorso lineare che conduce dal Castello alla spiaggia è quello centrale.

Questo settore, al cui baricentro è posizionata l'Opera, è interamente rivestito in cemento industriale antiscivolo , ed è concepito per essere fruito da tutti i tipi di utenze.
Il secondo settore, più ad est, è un grande giardino in parte rivestito da pavimentazioni permeabili intersecate da
percorsi in lastre di pietra di Apricena e di pietra vulcanica, quest’ultime recuperate dall’attuale pavimentazione del piazzale oggetto di intervento.
Tale settore genera continuità visiva e funzionale con il bastione cilindrico a sud est del Castello e funge da grande parco per la gestione sostenibile dell'acqua di pioggia. Il terzo settore, ad ovest, in diretta connessione con la
spiaggia e l'area della recente riqualificazione del lungomare, è un grande spazio pubblico di sosta e contemplazione, rivestito di un materiale in gomma morbida ed atossica, chiamato pavimento antitrauma, tipicamente utilizzato per parco giochi, asili e attrezzature sportive.
Questo spazio è punteggiato da piccole attrezzature quali: sedute, fioriere, rastrelliere per biciclette, sedute in gomma colorate per i più piccoli e totem in pietra con scritte le date e le tappe più importanti della vita di Re Manfredi.
Le palme presenti in tale settore rimarranno nella loro attuale posizione, mentre tre saranno spostate dal settore centrale per trovare posto in tale spazio.

L'intera area dell'intervento può essere considerata come una piccola infrastruttura ecologica per la gestione sostenibile dell'acqua di pioggia attraverso la vegetazione.
Un sistema di canalizzazioni trasporta l'acqua di pioggia verso il mare, mantenendola sempre in superficie, per così dire, alla “luce del sole”.
Dall'area del fossato sud-est sino alla spiaggia, passando per l'Opera dedicata al Re fondatore, piccole aree verdi, denominate Rain Garden (giardino dell'acqua) sono progettate come aree per la raccolta, la purificazione e la percolazione della pioggia.
Il Rain Garden, è formato da piccole depressioni del suolo che permettono alle acque meteoriche provenienti da superfici impermeabili dell'area intorno al Castello, di essere accumulate ed assorbite. Lo scopo di un giardino dell'acqua è quello di migliorare la qualità delle acque da restituire alla natura (al mare o alle falde) riducendone le polveri e i contenuti di Azoto, Fosforo idrocarburi, di cui è solitamente satura l'acqua di ruscellamento urbano. Le piccole depressioni verdi, fungono da cellule di bioritenzione, che trattengono l'acqua accumulata che rimane a disposizione dell'ambiente e viene assorbita dalla vegetazione oppure evapora, in funzione della temperatura. I processi di evaporazione ed evapotraspirazione contribuiscono ad abbassare i picchi delle temperature dell'ambiente circostante portando concreti vantaggi per il benessere ambientale.
Un altro contributo al funzionamento urbano importante da sottolineare, è la riduzione complessiva di impermeabilizzazione dell'ambito urbano. Questo sistema fornisce anche un utile contributo alla regimazione
idrica dell'area del castello: i benefici, in questo senso, derivano dallo sgravio del carico idraulico sulla rete fognante per lo smaltimento dell'acqua piovana.

L'Opera a Re Manfredi Fondatore, rievoca l'immagine dell'uomo che indica il luogo dove erigere la sua dimora: non il dito, non la prima pietra, ma la sua parola spinta dal vento, il suo desiderio che prende forma.
Un desiderio portato dalla brezza marina di Ponente che si concretizza nel Castello. L'Opera a Re Manfredi Fondatore quindi, diventa atto ideativo e creativo della città di Manfredonia attraverso la parola del Re. Il vento è
rappresentato dal sentiero che porta fin alla corte del Castello, il cuore del desiderio. L'Opera a Re Manfredi Fondatore è il disegno di un paesaggio urbano contemporaneo composto in parte da figure antropomorfe stilizzate, ed in parte da forme mutuate al castello di Manfredonia in quanto simbolo della del pensiero fondativo del Re. La corona è un elemento importante e distintivo dell'Opera, riconoscibile simbolo di regalità per la quale verrà utilizzato un materiale pregiato quale l’acciaio corten. L'Opera supera il concetto di piazza come vuoto e il monumento supera l'idea di opera finita e definita: l'opera d'arte si fonde nello spazio pubblico e si disperde,
generando una sorta di landart urbana. L'opera a Re Manfredi Fondatore si costituisce in un gruppo scultoreo di grandi blocchi in calcestruzzo fluido autocompattante colorato, configurando sul suolo la figura stilizzata del Re. Il
calcestruzzo assicura una buona riuscita geometrica dei volumi stereometrici, in un territorio come la Capitanata dove il “cemento” è parte integrante della tradizione costruttiva architettonica ed edilizia.
Il calcestruzzo fluido autocompattante riesce a compattarsi grazie alla forza di gravità senza l’ausilio di vibrazioni ed inoltre offre grandi possibilità plastiche e cromatiche.
L'Opera si configura come una serie di rocce affioranti dal terreno, un arcipelago colorato tutto da vivere e da percorrere. Il calcestruzzo fluido, oltre ad essere relativamente semplice da realizzare, assicura una estrema durevolezza nel tempo, comparabile solo con la durevolezza di grandi corpi lapidei, considerati oggi troppo costosi all'interno di opere pubbliche. La gamma cromatica scelta per l’Opera deriva dallo studio dei colori di una miniatura presente nella Nuova Cronica del cronista Giovanni Villani (Firenze, 1276 – 1348) raffigurante Manfredi incoronato.
Con il passare dei decenni, la colorazione del calcestruzzo si arricchirà della patina del tempo, di piccole lesioni dovute agli sbalzi di temperatura invernali, di macchie di vegetazioni e di imperfezioni imprevedibili che necessariamente arricchiranno il paesaggio urbano dell'Opera.
Inoltre nell’Opera è presente un bastione d’acqua, dove questa scorre come una sottile pellicola sul cemento di forma tronco conica e finisce in un piccolo taglio a filo pavimento. Al centro dell’Opera trova posto una collinetta verde percorribile grazie alla sua dolce pendenza. Al crepuscolo, l'intera Opera sarà attraversata da un sistema lineare di illuminazione non invasiva a LED che ricalca e rafforza le linee del progetto: un disegno di luce che riverbera tra le rocce colorate. La tecnologia a LED offre grande resa con un basso dispendio energetico, oltre che una durevolezza nel tempo incomparabile con altri sistemi di illuminazione.


 


CITTÀ: Manfredonia
PROGETTO: Monumento a Re Manfredi
PROGETTISTI: Cesare Corfone, Luciana De Girolamo, Claudio Corfone, Marianna Di Lauro, Claudio Angelucci, Luisa Di Viesti, Ilaria Rinaldi, Valeria Miele
PROGETTAZIONE: 2012

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    L'attuale morfologia urbana di Manfredonia, sintetizzabile come un fascio di vie parallele alla costa, definisce una grande linearità, che permette di essere interpretata in movimento: da Viale Miramare a Corso Manfredi, daVia Tribuna alla Strada Statale 89; il senso urbano parallelo al mare, tradizionalmente trova nel Castello la sua più importante pausa, nel cuore del paesaggio urbano contemporaneo della città, tra il grande porto e la spiaggia. In questo senso, il grande...

    Project details
    • Year 2012
    • Status Competition works
    • Type Public Squares / Urban Furniture / Monuments
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