IL Rondò, la vecchia e la nuova porta dì ingresso della valle Elvo

Occhieppo Superiore / Italy / 2012

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Un giardino pubblico, la porta e la scena del teatro della valle dell’Elvo. ll progetto vuole essere spunto di riflessione sul tema urgente della gestione dello spazio collettivo e del verde pubblico, attraverso l’interazione tra contesto, tradizione e innovazione. L’area in oggetto assume inconsapevolmente un carattere strategico, in quanto primo spazio verde, aperto, di dimensioni rilevanti, da cui potersi “affacciare” sulla corona dei monti della valle dell’Elvo: si pone dunque come naturale ingresso della valle. Attualmente esso si configura come uno spazio di risulta non sfruttato, ma dalle grandi potenzialità: oltre a costituire l’ingresso per la valle e una “cartolina” per il paese, può assumere l’importante funzione di piazza-giardino per la comunità occhieppese. Articolandosi come il teatro della vita quotidiana, come luogo per la comunità, come spazio-immagine di cui diventare parte, quest’area risponderebbe alle criticità riscontrate: la carenza di relazione con il contesto, la mancanza di destinazioni funzionali “attive”, l’inesistenza di percorsi ben definiti e differenziati. Caratteristiche locali in cui riconoscersi – il parco come luogo da vivere. Il progetto, pertanto, cerca di caratterizzare l’area sia dal punto di vista storico e ambientale, sia dal punto di vista architettonico e paesaggistico, unendo le peculiarità del territorio con le necessità della comunità occhieppese. Ciò che contraddistingue un territorio montano come questo sono in maniera prevalente gli elementi naturali che lo circondano: il progetto intende riproporre i caratteri montani, selviculturali e i caratteri floristici tipici della valle dell’Elvo, articolandoli in un disegno urbano che risponda anche alle attuali necessità del paese. Non solo quindi una porta di ingresso che serva come “cartolina” per invitare alle bellezze della valle, ma al tempo stesso un luogo in cui la comunità può ritrovarsi, percependo il nuovo giardino urbano attraverso i caratteri che le sono propri: i sentieri, le essenze e gli arbusti di una terra che le appartiene. L’iter ideativo – dall’analisi del sito alla concezione planimetrica. L’area in oggetto viene “scoperta” in seguito alla demolizione di parte di un muro di cinta. Se da un lato questo ha ridato alla popolazione un luogo prima invisibile, al tempo stesso non va dimenticato che la traccia costruita di un paese ne testimonia la storia. Pertanto il progetto ha voluto fondare il principio ordinatore del disegno seguendo le tracce di quella che era la vecchia cinta e di ciò che ne rimane: la testimonianza di una preesistenza storica determina un nuovo disegno. I percorsi di attraversamento principali dell’area (derivante dalla traccia della cinta storica) individuano quattro aree, che diverranno quattro “stanze”; in ogni “stanza” la maglia orientata secondo l’inclinazione del muro rimasto determina i percorsi secondari, la disposizione degli elementi caratterizzanti le aree e degli arredi. Ad ogni “stanza” verrà associato uno dei quattro elementi della natura, ossia acqua, aria, terra e fuoco, elementi questi che andranno a caratterizzare, insieme alla differenziazione di destinazione e di attrezzatura, ciascuna area. Il progetto è rivolto a tutte le tipologie di fruitori: dai cittadini ai visitatori, dagli anziani ai bambini, per persone di ogni abilità. Un centro, più centri: i percorsi e le quattro stanze. La passeggiata attrezzata contestualizzata all’interno del giardino pubblico si pone come sistema naturale aperto, in cui la collaborazione delle diverse parti tra loro concorre a realizzare un parco multifunzionale utile a sviluppare la partecipazione della comunità nel viverlo e allo stesso tempo nel prendersi cura di esso. Il riferimento ai 4 elementi della natura (acqua, aria, terra e fuoco), percepibile grazie alla precisa divisione in settori ciascuno caratterizzato da colori e destinazioni diverse e dai totem di richiamo, serve a organizzare funzionalmente questo intento. Le componenti saranno quindi: La Terra: è caratterizzata da aiuole tematiche nelle quali verranno coltivate piante officinali e specie montane tipiche della valle. L’area della Terra assume quindi la funzione di orto botanico in miniatura e luogo in cui organizzare attività didattiche e formative. Le aiuole orizzontali possono localmente diventare aiuole verticali proseguendo sul muro, per dare risalto alla quinta storica che genera lo schema ordinatore del giardino. Il Comune potrà decidere se affidare agli enti locali o ai cittadini stessi la manutenzione e gestione degli orti, che quindi diventeranno vivi, perché continuamente alimentati dalla cura di persone del posto. L’Aria: sarà destinata a giochi per i bambini; il carattere ludico legato all’elemento dell’aria è rappresentato attraverso l’installazione di cortine con girandole colorate che verranno azionate dal vento. Queste quinte avranno altresì il compito di schermare la vista verso spazi privati confinanti scarsamente mantenuti. Infine, il gioco dei coni: piccoli e grandi si divertiranno ad apprendere come il suono di propaga nell’aria. L’Acqua: le vasche si articolano nel disegno complessivo del giardino integrandosi ad aree per la sosta (deck rialzati) e al tempo stesso a pannelli informativi che ricordano l’importanza dell’acqua nella valle, caratterizzata da diversi corsi d’acqua, sia nella forma di fiumi, sia in quella di torrenti, sia come corsi d’acqua minore, lungo cui si sono sviluppate molte delle specie floristiche della valle, come viene spiegato nel Piano Territoriale Provinciale, nella Sperimentazione per una carta della vegetazione della Valle Elvo. Le vasche d’acqua vogliono in piccolo riproporre la peculiarità dei torrenti della valle: come i tipici torrenti di montagna presentano un andamento geomorfologico irregolare con un succedersi di cascatelle e pozze; le vasche avranno quindi un gioco di alti e bassi, quasi a simulare il “guado”. Il Fuoco: si è intravisto in questo elemento la possibilità di trasferire a quest’area la caratteristica di “focolare” quotidiano, punto attorno al quale la famiglia (qui trasposta nella comunità) si riuniva. In questo caso diventa pertanto un’’area caratterizzata da salottini urbani, flessibili ai vari usi: semplice sosta e ritrovo, possibili zone attrezzabili con pergolati, zona pic-nic per gite ecc. L’area del fuoco verrà caratterizzata cromaticamente da arbusti dalle foglie e dai frutti che variano nelle tinte ocra – arancione – rosso. La componente solare permea tutti e quattro gli ambiti, ma trova anche impiego nelle tecnologie attuali del fotovoltaico: i totem che si trovano al centro del parco verranno dotati di cellule fotovoltaiche che potranno servire all’alimentazione dell’illuminazione del parco.
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    Un giardino pubblico, la porta e la scena del teatro della valle dell’Elvo. ll progetto vuole essere spunto di riflessione sul tema urgente della gestione dello spazio collettivo e del verde pubblico, attraverso l’interazione tra contesto, tradizione e innovazione. L’area in oggetto assume inconsapevolmente un carattere strategico, in quanto primo spazio verde, aperto, di dimensioni rilevanti, da cui potersi “affacciare” sulla corona dei monti della valle dell’Elvo: si pone dunque come naturale...

    Project details
    • Year 2012
    • Status Competition works
    • Type Public Squares / Urban Furniture / Urban Renewal
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