Imago Urbis | Alessandro Fusi

Centro di Documentazione delle Civiltà Etrusca e Romana a Roselle (GR) Grosseto / Italy / 2013

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|1st Prize in the international competition The Plan Award / future projects (culture section)|


| Special mention in the third edition of the Thesis Award "Landscape, Architecture and Design lytic", conceived and organized by VeronaFiere in collaboration with the Order of Architects the province of Verona|


ENG The project aims to create an institution to serve documentary research, dissemination of information and archaeological tourism. The Documentation Centre is located in the archaeological area of Roselle, within a quarry used in the past for the extraction of marble. The basic idea is to take into account within the structure of the Centre the two distinct archaeological realities that are documented and represented in it. the reference to the Etruscan and Roman civilization is then made evident in terms of structural organization of the external volumes, arranged according to the axis of the classical cardus and decumanum, in a sequence of parallelepiped modules of variable height and blank surface, without visible openings. This external structure corresponds to an underground organization of space which refers to the hypogeal rooms of the Etruscan necropolis. The distribution of modular elements on the outside also aims to recall the image of the deposits of quarry materials, in the shapes they took in the course of mining activity. Other relevant archeological/stuctural features of the Centre are its entirely underground development (being external modules only functional to lighting and aeration) and the overall floor plan reminiscent of the distribution of space in a chamber tomb.


 


|Primo premio nel concorso internazionale The Plan Award / future projects 2015 (sezione cultura)|


| Menzione speciale nella terza edizione del Premio Tesi di Laurea “Paesaggio, Architettura e Design Litici” organizzato da Marmomacc e dall’Ordine degli Architetti P.P.C. di Verona |


ITA Il progetto del Centro di documentazione della civiltà etrusca e romana nasce dall’esigenza di dotare il territorio della Maremma di una istituzione di rappresentazione, ricerca e divulgazione in grado di corrispondere alla importante realtà archeologica della zona ed alla sua vocazione di turismo culturale; l’area di Roselle, scelta per la realizzazione del Centro, rappresenta una delle più estese e significative emergenze archeologiche delle civiltà etrusca e romana. Il Centro si colloca nei pressi dell’area archeologica, all’interno di una delle sue emergenze secondarie, il colle del Mosconcino, un modesto rilievo utilizzato a lungo come cava per l’estrazione del marmo rosato di Roselle; la cava ha lasciato su un lato una vasta area piana, sulla quale si affaccia la superficie nuda e verticale del taglio industriale. La scelta è stata quella di realizzare il Centro su questa area, a ridosso della parete di cava, e di dar conto nell’impianto architettonico e compositivo delle due distinte realtà che la caratterizzano: la storia antica, con le emergenze archeologiche – la città romana e la sottostante necropoli etrusca – e quella contemporanea, legata alla presenza della cava. Nella composizione progettuale del Centro di documentazione, due sistemi distinti e separati dalla via Batignanese, che attraversa il centro di Roselle, idealmente si contaminano: la centuriazione romana dei campi, che costituisce una griglia di linee ortogonali e parallele, si prolunga fino ad incontrarsi con l’andamento naturale curvilineo dell’ambiente ai piedi del colle Mosconcino; la contaminazione si ottiene riproponendo la griglia che caratterizza l’area centuriata, ad est delle via Batignanese, ad ovest della via stessa, prolungando la “strada dei Cipressi” e tracciando così il decumano massimo del progetto; contestualmente, si disegna una strada ad esso perpendicolare, con direzione nord sud, che incontra il decumano alle pendici del colle, assumendo la funzione del cardo del progetto, e collega la struttura al percorso adiacente l’argine del canale Salica. Su questi due assi ortogonali creati ex novo si basa l’impianto compositivo, che pur seguendo la regolarità della griglia si adegua tuttavia all’ambiente naturale e alle sue curve di livello: come accadeva nella fondazione delle città etrusche e romane, quando l’edificazione incontrava un ostacolo naturale nella conformazione del luogo e la griglia costruttiva basata sull’incontro del cardo e del decumano si interrompeva, il progetto del Centro vede nel colle Mosconcino un limite su cui adagiarsi, nel rispetto della morfologia naturale. Così, l’immagine della città che esteriormente si vuole suggerire con il Centro di documentazione si presenta in pianta come la simulazione di un insediamento urbano basato sulle regole dell’ortogonalità, valida sino all’incontro con il sistema collinare. Questo incontro si realizza costruendo un sistema di elementi modulari, una successione di parallelepipedi di base omogenea e di altezza variabile, all’interno di un confine prestabilito rappresentato da una forma quadrangolare che si interrompe a nord, dove incontra il dislivello altimetrico creato dal colle, la cui linea costituisce il confine chiudendo il perimetro. Gli elementi modulari sono distribuiti lungo i percorsi, ovvero lungo le strade della città, e seguono anche nella variabilità dell’altezza un modulo, secondo il quale i blocchi adiacenti si presentano sempre con altezze diverse. Tale principio richiama peraltro l’immagine dei depositi di cava, in cui blocchi e lastre sovrapposte si presentavano, analogamente, come parallelepipedi di dimensioni ed altezza diverse. Nel luogo di incontro del cardo e del decumano si apre un vuoto, una piazza che interrompe la serialità degli isolati. Tale spazio non costituisce il centro geometrico del progetto, così come nella struttura della città romana poteva accadere che il punto di incontro delle due direttrici principali, dove si apriva il fòro, si collocasse in modo decentrato. Al centro di questo spazio vuoto si colloca un pozzo, ad immagine del mundus che nella città romana, riprendendo un concetto della civiltà etrusca, simulava il collegamento tra il mondo dei vivi e il mondo dei morti. Il pozzo rappresenta il primo e principale elemento di introspezione dal mondo esterno al livello ipogeo, un occhio attraversato dalla luce naturale. Proprio su questa sovrapposizione di due mondi si basa la filosofia del progetto: sopra vi è la città romana, che si insedia sull’ambiente sotterraneo della necropoli etrusca, così come nella storia le due culture si sono sovrapposte: sulle città etrusche, che nella loro struttura venivano riprodotte nelle necropoli, i Romani costruirono in questa parte di territorio le loro città, seguendo gli stessi principi urbanistici.

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    Project details
    • Year 2013
    • Work started in 2013
    • Work finished in 2013
    • Main structure Reinforced concrete
    • Status Research/Thesis
    • Type Multi-purpose Cultural Centres / Museums / Concert Halls / Archaeological Areas / Media Libraries
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