concorso "LA CASA DEL DESIGN"

proposta per la collezione permanente del Compasso d'Oro Milan / Italy / 2013

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L’INTERNO CONTEMPORANEO Progettare uno spazio interno, e nello specifico un allestimento, oggi, corrisponde a progettare la città dall’ interno. La bassa identità funzionale che contraddistingue l’edificio contemporaneo è sintomo di una città territorializzata dall’interno, diffusa, pulviscolare, esente da qualsivoglia corrispondenza tra forma e funzione di tipo moderno. L’abitare contemporaneo si contraddistingue per una gradualità di accessibilità dello spazio, di tipo poroso, dove le funzioni stabili della modernità lasciano il posto a quelle di tipo immateriale; ciò determina un’ interno “diffuso” che trasforma la città in un territorio esperienziale, legato all’esperienza diretta dell’ utente-user. L’ OGGETTO LINK Il progetto di allestimento si identifica nella scissione di tre ambiti differenti: oggetti, contesti (generati dagli oggetti stessi e viceversa) e miti (l’oggetto come stile di vita desiderabile). L’intervento spaziale, oggetto dell’ allestimento, indaga questa scissione e tenta di stabilire una forma, comunicativa ed esperienziale dell’oggetto, intenso non soltanto come puro elemento materico ma come portatore di informazioni superiori, link di una realtà connettiva fatta di relazioni tra oggetti e persone. L’oggetto si scopre nello spazio, casuale, associato ed affiancato ad altri lontani nello spazio e nel tempo. LO SPAZIO ESPERIENZIALE L’interno contemporaneo come territorio esperienziale è il concetto che determina il progetto di allestimento permanente per la collezione Compasso d’Oro, tenta di stabile rapporti con la preesistenza nell’obiettivo di creare un equilibrio tra luogo e opere tale che nessuno dei due abbia il sopravvento. L’ipotesi progettuale prende forma dal confronto con lo spazio dell’ ex centrale Enel, un complesso di archeologia industriale dei primi del ‘900, scelto per ospitare la “Casa del Design”. In entrambe risuonano termini che riconducono all'agire: il fare, il diffondere. E' una mostra da partecipare più che da contemplare, una mostra laboratorio più che un'esposizione illustrativa. Vi è l'intenzione di creare uno scenario aperto, visibile, ampio, limitando al minimo la sua frammentazione con divisioni verticali per cercare di valorizzarne la maestosa ampiezza. La prima caratteristica è appunto la dimensione scenica aperta, dove campeggiano le aree tematiche (contesti) e dove scorrono i flussi cronologici che accompagnano il visitatore nel progredire del tempo storico e nella successione di eventi. Il secondo elemento è la pluralità. L’impianto poroso dell’allestimento è sinonimo di pluralità, intesa come la capacità' dell'edificio di interagire dinamicamente con il movimento degli spettatori, intorno e dentro di esso. La porosità consente di "passare attraverso", una nuova fruizione che sostituisce il "passare davanti" di tipo moderno. Uno spazio indifferenziato in cui gli oggetti si rivelano attraverso l’esperienza diretta dello spettatore e manifestano ciò che li ha resi emblemi di una realtà culturale specifica, collocata nello spazio e nel tempo. L’idea di un allestimento in cui lo spettatore è incitato a scoprire gli oggetti, ad individuarne le relazioni latenti, in una casualità che presuppone uno spazio virtuale tra gli oggetti, un vuoto di tipo conoscitivo. Ad enfatizzare il carattere esperienziale dell’ allestimento è l’apparato tecnologico/multimediale di supporto che pervade per intero lo spazio: in particolare le superfici interne della preesistenza si comportano come una “quarta parete”, per cui operazioni di video-mapping e proiezioni interattive trasmettono flussi di informazioni di vario tipo legate agli oggetti. L’obiettivo è quello di connettere l’ allestimento allo spettatore-user il quale a sua volta rilascia tracce senzienti della propria visione, delle proprie esperienze. E’ un allestimento da manipolare, da agire, soggetto a modifiche e riconfigurazioni inattese. CASUALITA’ PROGRAMMATA Si è scelto di utilizzare per l’allestimento degli oggetti fisici, un sistema di supporti circolari che raggruppano insiemi di oggetti sullo stesso piano: la disposizione dovrà tener conto di altezze e ingombri degli oggetti stessi, ciò comporterà dimensioni diverse dei supporti. Gli stessi si comportano come sistemi mobili, in movimento e attivati da sensori: l’ idea, è quella di assicurare una rotazione completa sul piano orizzontale ed una di pochi gradi sul piano verticale. L’obiettivo è quello di programmare uno spazio allestito, che risponda al criterio di casualità programmata degli oggetti ed ad una fruizione “porosa” degli stessi. Lo spazio che tenderà a conformarsi sarà caratterizzato dall’assenza di una distribuzione ordinata o cronologica del materiale esposto, optando per una di tipo mobile ed indifferenziata, un allestimento soggetto a ipotetiche riconfigurazioni e ridistribuzioni degli oggetti stessi; uno spazio flessibile pronto ad ospitare i nuovi oggetti di design.
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    L’INTERNO CONTEMPORANEO Progettare uno spazio interno, e nello specifico un allestimento, oggi, corrisponde a progettare la città dall’ interno. La bassa identità funzionale che contraddistingue l’edificio contemporaneo è sintomo di una città territorializzata dall’interno, diffusa, pulviscolare, esente da qualsivoglia corrispondenza tra forma e funzione di tipo moderno. L’abitare contemporaneo si contraddistingue per una gradualità di accessibilità dello spazio, di tipo poroso, dove le...

    Project details
    • Year 2013
    • Status Competition works
    • Type Multi-purpose Cultural Centres / Interior Design / Custom Furniture / Graphic Design
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