A Bon Droyt

Spade di uomini liberi, cavalieri e santi. Aosta / Italy

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Le terre alpine di confine, sono state percorse, dall’età Romana ad oggi, da flussi culturali continui che hanno fortemente segnato il carattere dei luoghi e degli individui. Una mostra sulla spada, che dal ‘gladio’, quasi un simbolo per una città nata su un ‘castra’ romano come Aosta, conduca alla comprensione del valore simbolico dell’arma cavalleresca medievale, inscindibile dalle evocazioni che anche i castelli aostani inducono in chi si avventura negli scenari naturalistici locali, era forse un atto dovuto. La peculiarità della mostra, nel suo ambizioso progetto di presentare la cultura laica del progressivo avvento dell’era cristiana, attraverso manufatti elitari legati all’immaginario cortese, sta nella scelta dei materiali. Quaranta tra le più belle e meglio conservate spade d’Europa, provenienti dai musei di Francia, Germania, Belgio, Austria e da molte regioni dall’Italia, che testimoniano di fogge e decori dell’intera Europa: dalla Scandinavia alla Spagna, dalla Polonia alle isole britanniche, sono state riunite scegliendole tra le meglio documentate e di indiscutibile antichità. Quando si pensi che i grandi musei si fanno vanto di possedere anche un solo esemplare di sicura appartenenza, si consideri che in questo contesto saranno visibili armi appartenute a Re Renato d’Angiò, compagno d’arme di Giovanna d’Arco ( la cui effigie compare sulla sua arma per la prima volta in assoluto), a Ludovico il Moro, al Gonfaloniere della Repubblica Fiorentina Giovanni de’ Medici, ad Ettore Visconti, a Bonarroto Bonarroti, progenitore dell’immortale Michelangelo, e via dicendo. Per contestualizzare ed esplicitare la forte carica simbolica di questi oggetti, segno di ricchezza, rango, potere, fede, e giustizia, sono stati approntati supporti multimediali e dispiegato un ampio corredo iconografico in riproduzioni ma anche in originale.
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