CENTRO SOCIO CULTURALE_vuoti urbani | Matteo Zanibelli

tesidilaurea Bergamo / Italy

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Nell’avanzamento dell’individualismo che caratterizza la nostra società, emerge la necessità di una svolta culturale capace di interrogarsi sulle questioni della ‘consapevolezza’ dell’Io, e delle ‘responsabilità’ verso l’Altro. Le potenzialità che ognuno di noi possiede, insieme ai nostri stessi limiti, se fatte emergere e poste a contatto e in dialogo con chi ci circonda sfruttandone la diversità, possono diventare elementi chiave di trasformazione per poter operare nelle complessità del presente. Il prendere coscienza della possibilità di sviluppo del reale, lungo una direzione diversa da quella verso cui il mondo sta rotolando, ci pone a confronto con una scelta etica dell’agire, costringendoci a scegliere ed a costruire gli strumenti con cui operare. L’uomo sperimenta ‘in sè’ le proprie potenzialità/possibilità (produzione di pensiero), ma nel momento in cui le proietta ‘fuori da sé’ (verso il mondo esterno) avverte il proprio limite sia nei confronti della conoscenza della realtà, sia nella possibilità dell’agire concreto: per superare il sentimento di ‘angoscia’, oltre alla chiusura sterile in sé, è possibile approdare, attraverso una scelta etica, alla sfera dell’Altro, complementare a sé, per incrementare l’energia delle idee. La ‘cultura’, la nostra capacità di rielaborare informazioni, conoscenze, emozioni e ricordi, è materia prima con la quale intessere relazioni ed analizzare il quotidiano in cui viviamo. Come nella percezione di un oggetto, attraverso la vista, acquisiamo informazioni parziali su ciò che ‘è’, attraverso il tatto, ne traiamo ulteriori considerazioni e via dicendo per i restanti sensi, fino alla rielaborazione che ci permettere di comprendere meglio ciò con cui siamo in rapporto; così nello studio del reale nel quale siamo immersi, ci avvaliamo di una multidisciplinarietà fatta di interpretazioni e di confronto per intrecciare i fili che lo compongono,avvicinandoci a una parziale lettura, pur rimanendo nella impossibilità di una completa comprensione… La ricerca della verità non sarà più individuale, ma corale, in senso antidogmatico e pluralistico. Il progetto del centro, mettendo in contatto e coordinando le differenti identità che si avvicinano allo stesso, moltiplicandone le possibili interazioni, cerca di rispondere in maniera coerente, all’esigenza di un diverso presente, ponendosi come interlocutore al territorio ed alla città, organizzando eventi culturali e di partecipazione attiva alla vita civile, sensibilizzando su tematiche sociali e proponendo percorsi formativi. Il linguaggio artistico, che ha segnato un percorso nella storia occidentale caratterizzato da indagini sulla società e sullo stesso individuo, per sfociare nel campo dell’inconscio, dell’immaginario e dell’informale, aprendo la porta agli interrogativi che accompagnano l’uomo, oggi si ritrova separato dal mondo contemporaneo da una barriera di autoreferenzialità dell’arte e di incomprensibilità stilistica. L’arte come linguaggio deve passare attraverso il recupero del fondamentale legame col contesto storico, avvalendosi delle sue peculiarità espressive, comunicative, creative, polemiche, di distanza critica, riallacciandosi su di un piano di ‘leggibilità’ con l’osservatore, rivendicando l’autonomia dell’individuo di fronte ai meccanismi di mercato e d’élite. Il centro si configura mediante l’individuazione di tre livelli che interagiscono tra loro in un rapporto di reciproco sviluppo: conservazione, trasmissione, progettualità-creatività. Il livello di conservazione, nasce dall’esigenza di recuperare, rielaborare, approfondire le conoscenze del passato, della storia al fine di cogliere e ri-vitalizzare idee e unità di senso rimaste sepolte e bloccate nei loro possibili sviluppi; inoltre, in relazione all’operato del centro, si propone come memoria storica. Gli spazi che accolgono queste funzioni, vengono identificati con zone studio e archivi. Il livello di trasmissione, si identifica con il momento del dialogo, mettendo in contatto le diverse realtà e i diversi linguaggi, cercando di essere stimolo di sviluppo creativo, promuovendo tra l’altro eventi legati sia alla conservazione (mostre storiche), sia alla progettualità. Il concepimento di queste funzioni si articola tra auditorium, teatro e spazi espositivi. Il livello di progettualità-creatività, si propone di sperimentare linguaggi, proporre e organizzare eventi e dibattiti, sfruttando il ruolo del luogo stesso, atto a mettere in relazione le differenze che coesistono all’interno del centro. L’identificazione di ciò avviene in laboratori creativi, sale prove, spazi di incontro/confronto. Il centro cerca di proporsi come mediatore tra cultura di ‘massa’ e cultura ‘alta’ che, pur avendo raggiunto in alcuni casi livelli di sensibilità elevata, autoreferenziandosi ha perso ogni contatto con la società, perseguendo un cammino di élitè e godendo del proprio benessere (come nel caso sopracitato dell’arte). Questa mediazione mira da una parte alla responsabilizzazione dell’élite per una maggiore attenzione alla comprensibilità, nei confronti della società; dall’altra cerca di stimolare e risvegliare in ognuno di noi la consapevolezza, attraverso l’opportunità di esprimere le proprie potenzialità, di dover uscire dalla sfera privata assumendosi la responsabilità “epocale” insita nel nostro tempo: quella di capire e far capire che viviamo in uno “stato d’emergenza”. Per assolvere tale compito il centro opera tramite una continua interazione tra i tre livelli: la fase progettuale si impegna nell’elaborazione di un pensiero capace di farsi avanguardia, mediante la sperimentazione di nuove direzioni e di nuovi modelli. Fondamentale, dopo un attento confronto, sarà il livello successivo, ossia quello della trasmissione (che risponde all’esigenza di agire, per non rimanere inesorabilmente confinati in una sorta di autocelebrazione del pensiero prodotto, aspramente criticata e rifiutata) che si farà carico del concretizzarsi dei progetti nel tentativo di rifondare il presente. Naturalmente tutto ciò che verrà sperimentato, indipendentemente dal fatto che sia realizzato, sarà archiviato: la fase della conservazione si prefigura così come la necessaria base di partenza per qualsiasi indagine futura. Poiché il centro non vuole in alcun modo essere un’utopia, ma un progetto ben reale e considerata la volontà di costituirsi come un punto di riferimento per la città, sarà necessaria una mappatura del territorio al fine di determinare quali realtà culturali, già esistenti, siano interessate e possano partecipare attivamente a questo disegno. Ben consci, che la chiusura alle sole entità locali risulterebbe, alla lunga, deleteria e sterile, il processo così innescato si impegna, nel lungo periodo, ad abbracciare realtà ben oltre i “confini cittadini”, in una sorta di reazione a catena capace di dar forza alle idee scaturite.
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    Project details
    • Status Research/Thesis
    • Type Parks, Public Gardens / Multi-purpose Cultural Centres / Theatres / Museums / Concert Halls
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