Concorso di idee per l’arr. urb. e la valor. dello sp. pubb. lungo il Corso Vittorio Emanuele II | mario marano

III PREMIO _ Menzione speciale Avellino / Italy / 2008

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……..una grande agorà metropolitana…….
Il Corso Vittorio Emanuele II di Avellino, passeggiata prediletta per l’intera provincia, importante polo commerciale, luogo favorito di manifestazioni civili e religiose, è ed è sempre stato specchio fedele delle trasformazioni storico- politico-culturali della città, nel bene e nel male. Rappresentazione dell’anima della città: a prima vista schiva, distaccata, algida poi a ben guardare elegante, essenziale, fedele.
Un luogo così apparentemente semplice (arteria ad andamento rettilineo e pianeggiante lungo cui sorgono alcuni importanti edifici, alcune banche e numerose attività commerciali, interrotta in più punti da tratti viari ortogonali anch’essi interessati da altri importanti edifici di interesse collettivo e di pubblica utilità) può sembrare a tutta prima facilmente domabile, invece controllare questa arteria è lavoro più complesso: emergenze architettoniche di edifici pubblici e privati punteggiano il percorso di funzioni diverse fra loro e spesso anche concomitanti. Necessario dunque cercare di annullarne ogni possibile conflitto migliorandone al contempo la fruizione.
La pedonalizzazione dell’arteria è stato un importante passo della politica di salvaguardia, tutela e valorizzazione di questo importante tratto di città.
Ma restituire ai cittadini un momento di pausa nel cuore della città significa predisporre anche tutta una serie di comforts e dispositivi di sicurezza senza i quali poco cambierebbe.
Il presente lavoro, partendo da questo assunto, propone un tentativo di occupare il meno possibile lo spazio appena liberato del corso pur dotandolo di: percorsi coperti, al riparo da pioggia e sole, solo là dove indispensabile e stringente; piccole aree semicoperte di sosta e relax in prossimità degli attinenti locali commerciali; ampie sedute all’aperto benché riparate dal sole con leggere alberature là dove necessario o affiancate da piccole vasche d’acqua.
La veste formale di tale idea è affidata a leggere strutture trasparenti e movibili che partendo dal cubo forma-base, per aggiunta o per sottrazione di pannelli orizzontali o verticali, si presentano ora come cubo completo dell’ecopensilina a servizio dei bar, poi come cubo semiaperto dell’ecopensilina-metrò, dopo ancora come cubo destrutturato del percorso coperto, fino a diventare pura sequenza di nude cornici.
A portare questi pannelli c’è infatti una cornice metallica (bianca come la fascia in pietra della pavimentazione su cui è posizionata) di altezza 3,60 mt. e larghezza 1,20 mt.; questa cornice sostiene alla sua base una pedana, larga 3,60mt. x 3,60mt., in tavolato di legno, su cui poi vanno a fissarsi i pannelli verticali trasparenti in policarbonato compatto che definiscono i volumi; in alto invece la cornice aggancia i pannelli orizzontali di copertura. Tale cornice poi, sull’estradosso, alloggia un pannello fotovoltaico per dotare di autonoma energia elettrica il volume sottostante. Inoltre ogni cornice metallica lungo le fasce laterali, all’occorrenza, funge da supporto per portabici, da pannello per pubbliche affissioni, per espositori pubblicitari, per insegne e targhe, per impianti di segnaletica stradale, per mappe Brail per non vedenti, ecc.; in modo da trasformare ognuno di tali contenitori in un punto d’incontro per molteplici funzioni, evitando al contempo di disseminare la nuova pavimentazione di troppi oggetti anche troppo slegati tra loro.
Il volume vero e proprio è costituito dunque dai pannelli trasparenti; il pannello di copertura in policarbonato compatto temperato, agganciato all’altezza di 3 mt. all’interno della cornice, è munito di alveoli atti a proteggere dal sole; i pannelli verticali laterali, di altezza pari a 3 mt., sono trasparenti (ecopensilina-bar, ecopensilina-metrò) o anche colorati (WifiArea o BookCrossingArea).
I volumi dell’ecopensilina-bar sono completamente chiusi dai pannelli laterali trasparenti sul lato verso il centro strada (là dove avviene il passaggio veicolare residenti e metrò) mentre sono semiaperti sugli altri tre lati. I volumi delle
ecopensiline-metrò sono dotati di due soli pannelli verticali laterali, là dove sono ricavati i posti a sedere, risultando completamente aperti al
passaggio sul lato verso il centro strada e su quello ad esso opposto. Inoltre tali volumi sono dotati lateralmente, in corrispondenza della cornice metallica, di rastrelliere portabici e, all’occorrenza, di congegni telematici per l’adozione di bici elettriche; ciò è reso facilmente attuabile tenuto conto dei pannelli fotovoltaici alloggiati all’occorrenza su ogni cornice metallica.
I percorsi coperti che si snodano nella parte centrale del corso sono caratterizzati dalla sequenza fluttuante delle cornici bianche a sorreggere soltanto i pannelli di copertura ed i pannelli verticali posti sul lato del centro strada (in corrispondenza della pista ciclabile). Nella zona retrostante a questa parte del corso, all’interno dei cortili, la sequenza irregolare di cornici bianche sostiene i soli pannelli di copertura.
Infine, sparito completamente il cubo in ogni suo lato, restano le sole cornici bianche a sostenere il tavolato in legno attraverso il “cannocchiale” che collega il Corso al Carcere Borbonico attraverso i due tratti viari di via Dalmazia e di via Verdi.
L’unica funzione completamente priva di qualsiasi segno formale è l’isola ecologica per la raccolta differenziata: lungo il pavimento stradale soltanto quattro piccoli contenitori, di dimensione simile a quella dei paracarri, emergono in tre diversi punti dell’arteria viaria, fissati su di una pedana pavimentata con la stessa pietra lavica del piano stradale. Questi piccoli contenitori sono direttamenti collegati infatti a quattro contenitori portarifiuti standard alloggiati in un sottostante vano. Un apposito sistema meccanico consente il sollevamento della pedana facendo affiorare i sottostanti contenitori al momento dello scarico.
In particolare nella prima area individuata dal Bando, la zona compresa tra via De Concilii e via Iannaccone, alla quale si è assegnata la funzione di punto d’incontro, di aggregazione e di manifestazioni per i giovani, che inglobi anche le aree a verde della Villa Comunale e del parco del Convitto, lo spazio centrale è lasciato
completamente libero per consentire lo svolgersi delle manifestazioni sportive; ai due margini opposti invece è stata prevista l’installazione di due ampie pedane
multifunzione in parte scoperte, atte ad essere fruite come vaste sedute, in parte coperte atte ad accogliere la Wifi Area per le connessioni libere alla Rete, posta a ridosso del recinto della Villa Comunale, e la BookCrossingArea per lo scambio di libri, cd, video o messaggeria, posta a ridosso del Parco del Convitto Nazionale. Nella seconda zona urbana, quella compresa fra il sagrato della Chiesa del Rosario e le aree comprese nelle traverse di Via Dalmazia e di Via Verdi, area individuata dal Bando come spazio di relazione, di incontro e di sosta pedonale, lo spazio è occupato centralmente da una sequenza di volumi accostati tra loro a formare un percorso coperto: il pavimento in tavolato di legno, la copertura in pannelli di policarbonato compatto e l’alternarsi irregolare delle strutture/cornici disegnano in questo tratto di strada la passeggiata al riparo da pioggia e sole. Il suo andamento leggermente ondulato offre alcune occasioni di sosta con le panchine ombreggiate disposte lateralmente ad esso; poi in alcuni punti il percorso si allarga fino deviare completamente dall’asse principale della strada (con i pannelli di copertura) per incanalarsi nei varchi delle quinte architettoniche e sbucare nel retrostante sistema dei cortili del corso. Qui il segno si fa ancora più leggero e trasparente, si dilata irregolarmente ora a coprire le aree-seduta a servizio dei locali commerciali, ora ad accompagnare la passeggiata lungo il percorso dedicato alle esposizioni temporanee, poi arretra in prossimità delle pedane-seduta ricavate lungo il salto di quota del cortile, fino a scomparire nei varchi delle quinte architettoniche per riportare di nuovo al corso. Di nuovo sul corso la passeggiata si dirama anche nelle aree delle due traverse laterali del corso, lungo via Dalmazia e via Verdi. Qui un ampio tavolato in legno, alcuni punti di seduta e una sequenza di cornici bianche richiamano l’attenzione ed invitano ad una breve deviazione dall’asse rettilineo del corso; così le emergenze architettoniche e ad alcune altre importanti funzioni ivi presenti acquistano maggiore visibilità e fruibilità .
In particolare il Carcere Borbonico lungo via Dalmazia, traguardato attraverso la sequenza-cannocchiale delle cornici della nuova piazzetta, appare visivamente più vicino all’asse del corso; la nuova visuale che si viene a creare ridisegna l’ingresso
del Carcere lungo la diagonale ideale che porta fino all’ingresso della Chiesa del Rosario. Infine nel terzo tratto, quello compreso tra Via Matteotti, Via Mancini ed il Corso fino a Piazza Libertà, indicato dal Bando come luogo dinamico di passaggio, spazio di connessione tra il corso e la piazza, lo spazio è lasciato quasi completamente libero per facilitare i flussi e per dare ancor più risalto alle belle quinte architettoniche dei palazzi storici presenti in questo terzo tratto del corso. In questo spazio rarefatto solo due eco-pensiline sono poste a servizio dei locali commerciali di ristoro in prossimità dell’incrocio con via Mancini. Infine due filari di alberi, uno dei quali sistemato lungo il fronte opposto al Palazzo della Prefettura, disegnano il prolungamento ideale dell’arteria verso la vicina piazza della Libertà, collegandola visivamente con le alberature ivi preesistenti.
A fare da sfondo, in prospettiva, la Torre dell’Orologio, simbolo storico della città.
Il progetto ridisegna così, un sistema sequenziale di piazze, spazi aperti tematizzati matericamente e di grande valore attrattivo, dislocati ritmicamente e in continuità lungo la “spina”, nell’intento di creare una nuova ‘natura urbana’.
Gli elementi propriamente naturali presenti nella composizione sono semplicemente: il legno, il metallo, il verde e l’acqua. Questi elementi primari si alternano e si integrano con gli altri elementi della composizione nell’intento di creare un paesaggio dinamico, capace di esperienze percettive piuttosto che di vere e proprie rappresentazioni. Il tutto avviene attraverso un linguaggio architettonico essenziale e minimale che con una percezione insolita, fisica e visiva, descriva l’atto di entrare in un’area dai connotati “diversi” e in grado di configurare una nuova identità di spazio contemporaneo non alternativo ma in grado di dialogare con quello più storicizzato della città.
Il progetto vuole così offrire alla città….. una grande agorà metropolitana…., una grande area collettiva dove si alternano zone in cui sostare, rilassarsi, giocare o assistere ad uno spettacolo ed elementi che invitano al passeggio,al movimento o alla sosta; un paesaggio artificiale insolito, fondato su una singolare mescolanza tra l’idea di un parco attrezzato e la rete di una viabilità che, per quanto pedonale e ciclabile, è anche il luogo di distribuzione funzionale e di attraversamento limitato dei veicoli pubblici e privati.





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    Project details
    • Year 2008
    • Client comune di Avellino
    • Status Competition works
    • Type Urban Furniture
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