Villa B

Brescia. Una dimora classica e borghese di inizio secolo. Un proprietario giovane, cosmopolita, viaggiatore, collezionista d’arte e musicista.

Il tempo è stato riportato là dove la casa trova la sua genesi e fermato. Ogni background successivo è stato neutralizzato dall’uso quasi totale dei bianchi che hanno ‘cristallizzato’ gli spazi e annullato ogni contaminazione riportando a nuova luce l’anima liberty della struttura: dinamica, plastica, verticale.
Al piano terra la zona giorno è uno spazio aperto, monocromatico, è una continuità di ambienti scanditi da aperture e tagli verticali, di ampio respiro. Parquet in teak e resina bianca si alternano al ferro cerato e ai tessuti grezzi e naturali. L’arredo si uniforma alle pareti, che come tele bianche, accolgono collezioni d’arte e musica. L’illuminazione accentua l’idea di casa-museo.
La scala originale in marmo sale fluida e contorta relazionando in verticale i livelli, è il fulcro della composizione.

Al primo piano la zona notte è frazionata e suddivisa in due suite, due anime, l’una padronale, l’altra ospite. Il parquet accompagna ancora i pavimenti alle camere dove il bianco non è più totale, spezzato da pareti e soffitti neri, ‘buchi’ prospettici che giocano con la dinamicità degli spazi e ridefiniscono gli ambienti, ora più intimi e smorzati.
Nei bagni preesistenze in marmo da una parte e resina bianca dall’altra, si incastrano con specchi a tutta ampiezza che dilatano lo spazio e giocano con i riflessi, come i riflessi nell’acqua.

Il terzo e ultimo livello, mansardato, è ancora un open-space che raccoglie la convivialità, la musica, l’arte. Il parquet è qui desaturato, le travi imponenti sbiancate, tutto è schiarito, gli arredi e gli oggetti lasciati liberi e quasi casuali.

Una casa ‘eclettica’, incontro tra un’anima liberty e un vivere contemporaneo.