Concorso Complesso Inter-Parrocchiale "San Benedetto" a Lamezia Terme - CZ -

"Opera........ et LABora" Lamezia Terme / Italy / 2013

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Complesso Inter-Parrocchiale "San Benedetto" Comune di Lamezia Terme RELAZIONE “OPERA … et LABORA”, parafrasando la celebre citazione di S. Benedetto, dove la giusta parola “ORA” si trasforma in chiave contemporanea rafforzandosi con un termine capace di “edificare”, creare un’OPERA, una “fabbrica” come le antiche cattedrali nella quale si celebri e si rivolga a DIO. La preghiera diviene atto, diviene pietra, corpo fisico nel quale la comunità possa riconciliarsi nello spirito e contemporaneamente aggregarsi. S. Benedetto, non solo santo titolare della nuova chiesa, ma modello ispiratore di un progetto che fa propri i caratteri peculiari del Padre d’Europa e dei benedettini che con i loro complessi religiosi sono senza alcun dubbio i padri della civiltà europea. Gli attuali valori di unione, socialità e tolleranza trovano radice nel modello religioso benedettino di fede e di fervore spirituale, di alta cultura e di volontà di azione sociale. Un passato che rivive dalla sede dell’abbazia benedettina nel territorio di Lamezia Terme e testimonia un patrimonio solo apparentemente distante da noi, nato dalla disciplina e dalla pratica fervente della virtù e con il fiorire contemporaneamente della cultura delle lettere, del progresso delle scienze e l’amore degli studi: “ ORA, LEGE … ET LABORA”. Con la loro Opera sono riusciti a perpetuare ed arricchire la cultura, seminando con profusione infinita l’arte e creando le fabbriche più stabili che si siano mai viste sulla terra e che sembrano sfidare all’infinito l’azione del tempo: L’Opera della Cattedrale. Appare necessario oggi fare una rilettura della “regola di S. Benedetto” con lo stato d’animo di un uomo del nostro tempo e scoprire una ricchezza inaspettata e soprattutto di sorprendente attualità, e farne linea guida e chiave di un percorso progettuale per una nuova chiesa. Adottare una “regola”, attenta e minuziosa, con lo scopo creare un ambiente adatto a svolgere il suo ruolo di sostegno dell’attività spirituale. Una Chiesa solida, duratura e riconoscibile, che, come per le antiche cattedrali nate all’insegna della croce, la semplice vista susciti nell’animo del fedele che si avvicina una emozione profonda, una sorta di brivido e timore reverenziale e al contempo sicurezza ed accoglienza: - intorno alla cinta muraria del monastero, sarà determinato uno spazio “sacro”; i suoi confini stabiliti con precisione … questo spazio nella sua “immunità e sicurezza” non dovrà esser contaminato da nessun atto di violenza … (dal bando di CLUNY anno 519-520 – Urbano II) – Oggi la presenza di un complesso religioso non è solo la testimonianza silenziosa, al di fuori del mondo, puramente religiosa e spirituale, negli intenti progettuali la sua aspirazione mira a scandire la vita della città, come un complesso conventuale e la stessa regola benedettina, tende a misurare il tempo e ad individuare gli spazi di socializzazione e aggregazione aprendosi al mondo. Un progetto che crea un “Opera”, che pone le sue basi su un dialogo fecondo tra progettisti, artista e liturgista, fino a rendere più definito, comprensibile e coerente con lo spazio architettonico. In questo incontro di architettura, arte e liturgia nasce una nuova chiesa, un luogo carico di bellezza e stupore, luogo autentico di preghiera e meditazione, luogo pertinente per celebrare in modo efficace e nel quale la comunità dei fedeli diviene protagonista dei percorsi progettuali. Un luogo che, come le antiche cattedrali, porta l’individuo alla fuga dal mondo terreno, dalle sue istituzioni umane, dal suo ambiente e dai suoi moti fatti di dissipazione, distrazione e tentazioni che portano alla perversione dell’anima. Forma e materia come fonte della riconciliazione per raggiungere Dio. Costruire ed illuminare le tenebre , aprire quello che era chiuso ed infiammare quello che era ghiaccio, affinché l’uomo delle interiore, riformato e rinnovato, possa alla fine arrivare a scorgere lo splendore della “sua bellezza”, senza mai però liberarsi del “timore” che lo coglie dinanzi all’immensità della “sua grandezza”. Rapporto con l'ambiente urbano Un’architettura che attraverso le forme semplici ed eleganti diviene contemporanea, insieme accessibile e comprensibile. Chiaro è l’intento di raggiungere un “radicamento della chiesa”, di persone sul territorio, avvicinandosi alla sensibilità e alla cultura della comunità locale. Il complesso inter-parrocchiale di S. Benedetto si propone come elemento catalizzatore dell’area su cui si inserisce, costituendo un nuovo fulcro capace di creare identità nella comunità e promuovere la socializzazione, l’educazione e l’interazione al suo interno. Esso si struttura in maniera conclusa e tuttavia aperta alla città e agli abitanti con “abbracci” dei solidi e compatti volumi materici che invitano il fedele al sagrato e all’ingresso. Il sagrato diventa una vera e propria estensione della piazza, configurandosi come uno spazio pubblico aperto alla città e allo stesso tempo protetto dal traffico carrabile. L’accesso all’area del complesso avviene tramite due direttrici che dalle città di Nicastro, Sambiase e S. Eufemia si congiungono nel sito come fulcro che connette materialmente e simbolicamente le relazioni urbane e sociali di Lamezia Terme. I profili lungo i nuovi percorsi viari si leggono in continuità con la configurazione territoriale attraverso una ricorsività formale aperta al servizio della città. Il complesso religioso infatti attraverso un susseguirsi di “fabbriche” annesse offrirà una serie di servizi educativi, associativi e ricreativi della comunità, dialogando anche formalmente con una volumetria attenta al rapporto con le adiacenze. Gli aspetti formali conclusi e lineari lo rendono immediatamente percepibile come un edificio monumentale di carattere pubblico che lo segna inconfondibilmente nel territorio. Esso si basa su un’organizzazione specifica comunitaria, fatta di luoghi di maggiore riservatezza e altri destinati all’accoglienza e alla condivisione. Materiali e forme dialogano con la città ed il territorio, con la sua storia (Abbazia Benedettina) e con l’assetto urbanistico, le partizioni e le importanti masse murarie sottolineano il grande impianto. Riconoscibilità dell'edificio sacro La riconoscibilità risiede pertanto nella creazione di un complesso come “un’Opera Preziosa”, una fabbrica accessibile, capace di suscitare emozioni e forti momenti spirituali. Il carattere della “fabbrica” ecclesiale, la sua riconoscibilità con i suoi spazi e percorsi si propone come meta e tappa di un cammino di fede, in stretta relazione con il desiderio di sentire la chiesa come tempio-casa aperto a tutti, luogo di dialogo e di costruzione comune di civiltà. L’arretramento della chiesa rispetto alla viabilità esistente e di progetto crea uno spazio di pausa che contribuisce alla riconoscibilità dell’edificio sacro. La forma del progetto articola i volumi in una narrazione continua con quinte che segnano lo spazio, il movimento e soprattutto lo sguardo ed il passo del fedele diretto al cuore celebrativo. Ricercato è l’equilibrio tra spazio dei fedeli, azione liturgica e vuoto. In un continuo invito alla preghiera, gli spazi relazionali sottolineano la vocazione all’accoglienza e all’ascolto. Segno forte e al tempo stesso semplice formalmente è il volume della chiesa, di notevole riconoscibilità, si staglia con la sua forma a parallelepipedo verso il cielo. La grande forza dell’impatto visuale dell’architettura separa l’edificio dal contesto. Come nei tradizionali monasteri benedettini, la chiesa corregge con le sue linee verticali, il ritmo della composizione, accentuando lo slancio verso l’alto. L’altissimo volume, come accade nelle abbazie con il campanile, segnala la sua presenza non più tra alberi e foreste, bensì tra palazzi e cemento. Essere quindi visti e testimoniarne la presenza. La collocazione della chiesa in posizione privilegiata al centro del complesso, al di sopra di un basamento, enfatizza il percorso di avvicinamento all’ingresso. Chiara è la riconoscibilità: lo studio degli spazi esterni valorizza il sagrato, il portale e il chiostro; lo spazio interno, duttile e flessibile è valorizzato dalla luce quale elemento architettonico. Si pensato un nuovo complesso religioso con lo scopo preciso, di ieri come oggi, di unificare in una sintesi costruttiva e monumentale le funzioni e gli elementi seguendo articolazioni spaziali e cronologiche precise, cercando di non disperdere il tutto in una eccessiva parcellizzazione. Come in passato coesistono gli spazi per celebrare e lodare Dio, gli spazi ove fiorisce la “lectio divina” inizio e sostegno di ogni celebrazione liturgica intesa come “opus” per eccellenza e gli spazi dove la comunità può riunirsi. Come le antiche abbazie benedettine tutto viene organizzato intorno ai portici del chiostro, reinterpretato in chiave contemporanea, cioè non più intercluso ma bensì aperto alla piazza e alla città. Profilo estetico, formale Il progetto per la morfologia dei volumi e la composizione degli spazi definisce una dimensione simbolica della chiesa ricorrendo ad una forma architettonica originale e non ridondante. Il nuovo complesso parrocchiale, posto in continuità con le future strutture edili previste con il Piano API, dialoga e rispetta il contesto garantendo la lettura della diversità tipologica. Un progetto equilibrato con un’architettura lineare ed elegante, semplice nell’organizzazione degli spazi. Il Progetto, rigoroso e concluso, oltre ad essere fortemente riconoscibile, valorizza il territorio mediante l’ampio sagrato, “stilobate del tempio”, che leggermente innalzato su un filare di gradini, si apre come naturale estensione sulla grande piazza a nord del complesso, luogo di “servizio alla liturgia” per le celebrazioni all’esterno e al tempo stesso luogo della socialità e di congiunzione con l’area parcheggi del palazzo comunale. Il sagrato e la piazza, quale luogo di transizione tra città e ambiente agricolo circostante, luogo di accoglienza, centro della vita comunitaria. Da queste ampie piastre orizzontali si eleva il volume “puro” della chiesa. La forza estetica e simbolica risiede nell’edificio della chiesa, negli spazi del chiostro e del sagrato, nei volumi del complesso parrocchiale. Solido edificio come pietra angolare, la chiesa si manifesta come un volume sospeso che si stacca dal suolo e dal muro perimetrale di attacco a terra che lo sostiene, distinguendosi per diversa natura materica, la pietra della zoccolatura e il puro intonaco bianco dell’aula liturgica. I muri perimetrali in pietra che delimitano lo spazio tra esterno ed interno sono solidali con il basamento, dando l’impressione di una costruzione saldamente ancorata al suolo. Le bianche facciate che compongono il volume della “sospesa” aula liturgica risultano illuminate perennemente sia dalla luce solare che con la luce artificiale di notte, che dal basso illuminano radenti le pareti, rendendo le stesse di materia eterea e pura consistenza. Come uno “scrigno abitato”, punto di riferimento e di attrazione, la chiesa acquista leggerezza nell’interno con tagli di luce perimetrali che ne sublimano l’elevazione della sua massa proiettata verso l’alto in senso di mistica apertura al cielo. Nel definire la geometria della chiesa è rimasta costante la volontà di porre, in maniera canonica, l’altare ad est seguendo un orientamento della navata secondo un’asse est-ovest, in netta contrapposizione all’asse di ingresso posto perpendicolarmente secondo l’asse nord-sud. La facciata nord, corrispondente al lato maggiore dell’edificio di culto, si presenta al sagrato e alla naturale prosecuzione della piazza, mostrandosi al fedele nella sua imponenza e purezza, preparandolo ad un passaggio spirituale con un impatto forte, duro e carico di aspettative. Riconoscibile su questo fronte si stacca il portale d’ingresso in ordine gigante fregiato con l’unica opera artistica/iconografica dell’esterno raffigurante il cammino del buon pastore e l’effige di del santo titolare S. Benedetto e la “facciata campanaria” come ultimo vertice del lato nord. La forte presenza di questi elementi rivelano l’accesso ed invitano a varcare la soglia. Oltre le porte originale è l’organizzazione degli spazi interni già a partire dall’ingresso con la collocazione del “nartece” quale luogo di de-compensazione nel percorso esterno-interno ed elemento continuo distributore degli spazi e dei percorsi liturgici, ben definiti e riconoscibili: dalle grandi porte d’accesso fino alla cappella eucaristica (e aula feriale) passando per la fonte battesimale, la facciata laterale con la via crucis, la penitenzieria e l’aula liturgica principale. Sull’esterno al fronte ovest si apre uno specchio d’acqua che prende vita dalla “sorgente” del battistero quale elemento di purificazione e di riflessione, spirituale ma anche materiale della facciata finestrata con i pannelli scultorei della via crucis. Fondamentale diviene pertanto tale asse distributivo, posto secondo l’asse nord-sud, come orientamento simbolico del percorso liturgico e guida mistica e purificatrice, dall’ingresso fino alla cappella feriale sede dell’adorazione eucaristica (tabernacolo). I fedeli che entrano nel tempio sono accolti in ambiente di raccoglimento, sede dell’acquasantiera e del battistero con la fonte e la vasca battesimale, primo luogo di de-compensazione tra esterno ed interno, tra la materia e lo spirito. Una serie di tagli verticali segnano il volume sulla facciata ovest, nicchie vetrate illuminano la rappresentazione iconografica scultorea della via crucis e segnano il passo del nartece come colonne di luce che irradiano il percorso simbolico di un cammino spirituale fino all’ingresso della cappella feriale, luogo di riconciliazione e di confessione con la penitenzieria. La stessa cappella feriale è sede dell’adorazione eucaristica con il tabernacolo luogo della custodia eucaristica, della custodia dell’evangelario, della mensa della parola (ambone) e della mensa eucaristica (altare). Dal nartece a doppia altezza, dal quale discende la luce del sole filtrata e frammentata da membrane verticali frangisole, si apre sul lato est l’aula liturgica. Un velo di luce segna il suo perimetro interno tra il volume sospeso e la zoccolatura in pietra, determinando una nuova e inaspettata dimensione e creando una spazialità suggestiva e sfuggente animata dai riflessi di luce che richiamano ad una rivelazione spirituale. Suggestiva quindi nella sua forma conclusa, scatolare, l’aula sembra schiudersi verso l’alto rilasciando fasci di luce su tutto il suo perimetro rendendo l’intero volume carico di suggestione e di atmosfera contemplativa. Forte è quindi la relazione tra struttura lapidea legata al suolo e il volume soprastante che rimanda simbolicamente all’incontro tra dimensione terrena e dimensione escatologica. La Cappella Mariana posta sul fianco sinistro dell’aula accoglie il fedele nell’assemblea tra il gioco dei raggi solari che penetrano dal “ricamo” delle pareti esterne che come un velario diffondono la luce. In fondo alla navata, sulla facciata est, in corrispondenza dell’area presbiteriale nella penombra si manifesta sospesa la grande croce bronzea sopra l’altare illuminata dai fasci di luce proveniente dal soffitto cassettonato dell’aula: come nelle grandi cattedrali delle abbazie “la pietra del sacrificio è avvolta in una colonna di gloria”, realizzata da una illuminazione su diversi livelli, complessa e cangiante, “la luce affascina lo sguardo e penetra nell’anima abbagliata di letizia”; Il presbiterio è leggermente elevato su gradini, sul quale hanno sede Altare, Ambone e Sede. Sulla parte destra è collocato il Coro disposto parallelamente all’asse della navata alle spalle del quale, sulla facciata sud, si accede alla sagrestia. Quest’ultima, elemento al servizio dell’aula liturgica di forma circolare, è composta da un ufficio del parroco, locale per la preparazione dei fiori, servizi igienici e deposito archivio. Frontalmente al presbiterio sulla parete d’ingresso all’aula liturgica, sospeso, è collocato un grande organo a canne. Gli spazi e patii circostanti la chiesa , quali il porticato del chiostro e l’area retrostante il battistero con lo specchio d’acqua radente la pavimentazione, assumono l’identità intima e di raccoglimento, vuoti apparentemente interclusi di contemplazione e di preghiera, che ricordano gli spazi silenziosi e raccolti dei conventi. Il sole li illumina con parsimonia, imbrigliato in quel perpetuo mutare, carezzevole e contenuto, secondo una precisa e stabilita irradiazione che assicura quel raccoglimento in cui si compie la “lectio divina”. Il chiostro, per la sua collocazione centrale e per la sua forma parzialmente chiusa su tre lati, costituisce il cuore planimetrico e spirituale del complesso. Attorno ad esso si sviluppano su tre lati i vari edifici funzionali: a nord sorge la chiesa con la sua maggiore altezza dell’imponente aula liturgica con la sagrestia (come nelle antiche abbazie capace con la sua mole a far da barriera ai freddi venti da nord); la cappella feriale ad ovest; la casa canonica e gli uffici del ministero pastorale a sud. Mentre sul lato est il chiostro si apre alla città, diventando spazio per la comunità con un ampio spazio di collegamento con il sagrato e la piazza, sede del foyer di ingresso al salone parrocchiale e alla Promenade del tetto giardino. La sua particolare conformazione a gradoni che declinano verso l’ingresso dall’esterno al seminterrato, sede della cappella dedicata a S. Benedetto, conferisce allo spazio un carattere di meditazione e al tempo stesso di ascesa. La maestosità e la specifica vocazione del chiostro vengono sottolineati da una architettura accuratamente elaborata, in grado di utilizzare come strumento spirituale la luce eternamente mutevole che dai trafori del porticato si proietta sul lastricato. Ricercati sono l’uso sapiente degli elementi, come luce, acqua e verde, in relazione con l’ambiente circostante. La scelta di volumi puri deriva proprio dalla volontà di lasciar parlare gli elementi della natura quali generatori dell’opera. Le scelte formali e materiche hanno il compito inoltre di semplificare gli aspetti manutentivi. L’intervento materico e artistico è coerente al linguaggio architettonico e la luce naturale valorizza i volumi e gli spazi interni. Il linguaggio artistico si coniuga con l’architettura e l’impianto liturgico si muove correttamente con gli spazi. La Sala Dedicata al Santo Titolare, S. Benedetto – e sede della posa della prima pietra benedetta dal Papa Benedetto XVI – sarà collocata al piano seminterrato sotto l’aula liturgica, in ambiente intimo e contemplativo: “luogo dove il Dio della confidenza, si avvicina dapprima invisibile, dal cavo della pietra … che lo invade di una tenerezza dolce come acqua sorgiva, carezzevole insieme e voluttuosa, evita la folla e sceglie di gustare queste gioie in un luogo intimo e remoto … il cavo della pietra, il rifugio segreto … dalle viscere della misericordia divina, il sole nascente è venuto a noi dall’alto, così al mattino la luce del sole dilaga attraverso le aperture della pietra, traforata come un merletto …” (commento di Bernardo di Chiaravalle). Il Salone Parrocchiale, concepita come sala polivalente con pareti mobili, palco estraibile, retropalco, guardaroba e sala regia. Uno spazio annesso sarà destinato a cucina, mentre ampi e funzionali sono i servizi igienici. Al salone, posto in posizione seminterrata, si accede da uno spazio foyer dotato di rampe ed ascensori. Il luogo di accesso è anche sede delle rampe che conducono alla “promenade” situata sui tetti dei corpi di fabbrica aggettanti sul sagrato. La passeggiata aerea si conclude con l’ampio spazio della copertura della salone parrocchiale. Questa “piazza pensile” funge da giardino delle essenze e delle piante officinali. Impianto liturgico Pensare oggi ad una nuova chiesa significa pensare ad un tema della contemporaneità che riguarda non solo l’arte e l’architettura ma primariamente il tema della liturgia. L’impianto liturgico celebrativo si basa su una soluzione con carattere convenzionale che trae ispirazione nella quale da sempre la chiesa cammina, cresce e si rinnova. Le scelte formali e compositive sono plasmate per la disposizione dello spazio liturgico alla celebrazione di ogni sacramento, in particolare quello eucaristico. I luoghi celebrativi sono determinati da una propria fisionomia a partire dai due fuochi principali : Altare e Ambone, essi generano lo spazio liturgico. L’Altare, fisso, intriso dalla sua simbologia: Cristo pietra viva è al contempo punto di convergenza e di irradiazione per ogni spazio ed orientamento liturgico, di conseguenza mediante la distanza minimamente consistente esso, garantisce l’identità dello spazio celebrativo per la proclamazione della Parola (nella celebrazione liturgica) mediante la presenza dell’Ambone. La collocazione in prossimità all’Assemblea, diviene la “ nobile tribuna” che garantisce con la sua posizione la giusta visibilità e l’udibilità da parte dei fedeli. L’importanza dei due fuochi principali non intende totalmente motivare l’equilibrio architettonico o estetizzante del luogo sacro ma solo ed unicamente garantire che, attraverso il Pane Eucaristico assieme la Parola (le due mense che formano un unico atto celebrativo) si forma e si edifica la comunità cristiana. L’organizzazione dell’aula liturgica è progettata fondamentalmente per la disposizione e per i materiali alla semplicità, evitando ogni elemento superfluo a vantaggio di un equo equilibrio degli elementi essenziali Altare – Ambone - Seggio presidenziale (cardine del luogo liturgico) i quali coinvolgono e avvolgono l’assemblea allo scopo di renderla partecipe al mistero celebrato e alle azioni liturgiche che vi si compiono, le quali comportano movimenti che debbono seguire precisi percorsi rituali. Al di sopra dell’altare viene collocata la croce che conferisce allo stesso modo un’importanza particolare all’altare focalizzando tutta l’attenzione su quest’ultimo. La disposizione delle aule liturgiche ben definite e separate seguono un preciso intento nella ricerca “dell’unicità dell’altare”. Volutamente viene infatti impedita la visibilità al contempo tra gli altari della cappella eucaristica / cappella feriale e dell’aula liturgica principale. Caratterizzata inoltre è l’integrazione del fonte battesimale, pensato come primo e originario spazio sacramentale ed ecclesialmente istituito in funzione del rito del battesimo. Si è voluto seguire la disposizione della prassi antica e sempre attuale della chiesa con la collocazione in prossimità dell’ingresso della chiesa, anche in funzione di atto memoriale per il fedele che vi accede nel luogo sacro. Il fonte è accolto e avvolto in un luogo di luce con un ampio spazio liturgico che interagisce con l’aula liturgica permettendo le varie processioni rituali previste dal rito del battesimo. Il fonte battesimale è stato pensato e voluto con la forma artistica ottagonale richiamando il simbolismo degli antichi battisteri e vasche battesimali alludendo all’ottavo giorno della risurrezione e al tempo della parusia. La stessa fonte battesimale offre il supporto degli oli santi in un unico elemento artistico e simbolico. Ricercato è il rapporto tra il fonte battesimale e la sala della penitenzeria collocata in parallelo al luogo liturgico del fonte battesimale. I due poli liturgici si richiamano per l’essenza dei sacramenti amministrati: la rinascita alla vita nuova. Il percorso che porta alla penitenzeria passa attraverso il cammino della Via Crucis in quanto atto penitenziale, prepara il fedele al sacramento della misericordia. Opere d'arte Il progetto artistico tende a non sovraccaricare iconograficamente lo spazio o ad attenuare la forza espressiva dei singoli luoghi liturgici. Esso infatti si muove seguendo un’ottica di unitarietà, coerenza con lo spazio in una precisa modalità narrativa. L’artista interagisce con la semplicità degli spazi e dei volumi con opere scultoree bronzee e marmoree. La pietra diventa racconto, le vetrate esprimono sentimenti ed aspirazioni più alte, vite dei santi e rivelazioni dei misteri dello spirito si rivelano sulle quinte architettoniche e sui bronzi delle porte. RELAZIONE INTERVENTO SCULTOREO - L'intervento scultoreo previsto per la chiesa di San Benedetto, si sviluppa attraverso l'interazione di un percorso plastico modulare con quello figurale, coinvolgendo sia gli ambienti interni dell'edificio che parte di quelli esterni con la realizzazione della porta di San Benedetto e dell'incisione raffigurante la colomba (lo spirito santo). Esso è caratterizzato, in ogni suo elemento, dalla rappresentazione in forma sintetica del “tralcio di vite” e dalla “ramificazione dell'ulivo” quale narrazione della vita nel suo divenire. La scelta di intervenire su tutto l'impianto scultoreo attraverso la ripetizione di forme irregolari consente una visione unitaria e coerente dell'opera, gli elementi figurali che si rivelano attraverso queste ramificazioni, definiscono l'identità del luogo e attraverso una precisa simbologia, la funzione. La scelta del bronzo e del marmo bianco di Carrara è determinata dal profondo legame che questi materiali hanno da sempre con la storia delle arti visive della Chiesa e dalla volontà di diversificare il simbolo, quale elemento ideale, dalla rappresentazione della Verità. Il bianco del marmo contrapposto al fuoco del bronzo. PORTA DI SAN BENEDETTO : PANNELLI IN BRONZO FUSO A CERA PERSA - I pannelli collocati sulla porta di ingresso della chiesa raffigurano san Benedetto e il buon pastore. Le due figure, speculari l'una all'altra, sono rappresentate mentre accolgono il gregge all'interno della casa del Signore. San Benedetto diviene, simbolicamente, il buon pastore della propria comunità. COLOMBA INCISA SUL MURO ESTERNO DEL BATTISTERO - L'incisione della colomba, realizzata sul muro antistante il battistero, nasce dalla volontà di sfruttare idealmente la luce proveniente dalla vetrata. Essa illumina l'intero ambiente posandosi sul fonte battesimale, tracciando così un percorso immaginario che lo spirito santo, simboleggiato dalla colomba, compie per posarsi sui candidati al battesimo. Aspetti funzionali Particolare attenzione è stata posta alla mobilità e sulla gestione degli accessi alla struttura, soprattutto per il Superamento Barriere architettoniche. Funzionali gli spazi urbani – piazze – viabilità – accessi. Il complesso inoltre si dota di edifici per servizi, come la biblioteca: come nelle abbazie e nelle chiese monacali diviene luogo della “lectio divina” contemporanea che nutre l’anima e la apre alla contemplazione, alla sapienza e alla ricerca del desiderio di Dio. Il blocco uffici ha funzione anche di barriera al rumore rispetto al viale allontanando fisicamente sia il chiostro che l’aula liturgica e la cappella feriale. Oltre che alla chiesa, tutto il complesso religioso, si fonda sugli uffici del ministro pastorale, con le numerose aule catechesi e gli uffici inter-parrocchiali. Inoltre si dota di casa canonica, foresteria, patio terrazza, parcheggi interrati con rampa e parcheggi esterni. Aspetti tecnologici Gestione energetica dell’edificio: Totalmente eco-sostenibile e autosufficiente il complesso è stato concepito secondo un criterio di attenzione per l’ambiente e la consapevolezza che un minore impatto può ridurre i consumi. Ridurre i consumi si può attraverso nuove tecnologie e l’utilizzo di energie alternative. Il binomio innovazione tecnologica e sviluppo sostenibile rappresenta una chiave di svolta per la realizzazione della chiesa. Auto efficienza energetica per il raggiungimento di livelli di comfort elevati. un edificio in grado di produrre l’energia che consuma grazie l’integrazione di impianti e pannelli fotovoltaici in copertura, la geotermia e l’utilizzo di materiali ecologici, per l’abbattimento delle emissioni di CO2. Raffrescamento e riscaldamento si otterranno attraverso l’uso di tecnologie ed impianti adeguati. L’utilizzo di materiali innovativi e ad alto rendimento è una peculiarità del progetto della nuova chiesa, assieme alla predilezione per materiali naturali, pietra, legno e metallo. La struttura portante sopra terra è realizzata in acciaio con rivestimenti in legno e marmo. Le caratteristiche di questa struttura e la particolare attenzione che è stata posta nell’individuare adeguati materiali isolanti, rende l’edificio efficiente da un punto di vista energetico. L’involucro coibentato permette di mantenere la temperatura interna costante ed evita la dispersione di calore e di energia. La particolare conformazione volumetrica delle aule liturgiche e dei fabbricati annessi determinano un moto convettivo dei flussi d’aria garantendo un’areazione naturale attraverso appositi camini/pozzi luce posti in copertura. Proprio la luce naturale, elemento caratterizzante dell’opera, si irradia in maniera diffusa, morbida e fluente su pareti e setti perimetrali ottenendo un’illuminazione adeguata agli spazi e alle funzioni liturgiche. senza un eccessivo dispendio di energia. Notevole importanza rivestono l’acustica, gli aspetti termici e illuminotecnici.
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    Project details
    • Year 2013
    • Main structure Mixed structure
    • Client Diocesi di Lamezia Terme - CZ -
    • Status Competition works
    • Type Churches
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