warning signs driving in the past - segni premonitori guidano nel passato

Valorizzazione dei resti dell’antico tempio romano di piazza Savoia a Susa Susa / Italy / 2009

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La definizione di un percorso storico e architettonico all’interno di un tessuto urbano stratificato implica la necessità di trovare innanzitutto un principio guida che consenta di individuare facilmente sia il tracciato vero e proprio sia gli oggetti significativi e puntiformi che lo caratterizzano e, in quanto tali, lo rendono degno di particolare attenzione. Lo spirito di questo progetto unisce la capacità di leggere e interpretare il futuro, l’abilità di comprendere i segni del passato e la voglia di raccontare a coloro che camminano per le strade di Susa, qualcosa che forse ancora non sanno. Lo strumento mediante il quale questa scelta ideologica si traduce in fare progettuale è tratto direttamente dalle antiche incisioni rupestri, presenti a Susa e negli immediati dintorni, prodotte dalle tribù celtiche nell’ambito di antichissimi riti sacrificali. Queste incisioni, dette “coppelle”, garantiranno a tutto il progetto unità formale e concettuale. Il processo di riqualificazione introduce pertanto nel quadro attuale dell’abitato un nuovo layer, tanto contemporaneo quanto antico, un nuovo strato progettuale che si inserisce nella memoria storica della comunità attraverso una dialettica profonda tra la realizzazione di un nuovo percorso e l’utilizzo, affinché questo risulti riconoscibile, di segni passati, di tracce derivanti da un’età che precede quella delle maestose rovine di cui si vuole narrare. Questo dunque il tema architettonico e storico per rendere palese e coerente un sistema archeologico ad oggi piuttosto labile: una fitta trama di segni ancestrali si snoderà lungo le strade della città e fungerà da elemento catalizzatore degli sguardi dei visitatori; un filo di Arianna che riprende nella forma e nella sostanza i simboli distintivi delle primissime e più antiche civiltà di Susa, un sistema di segni utilizzato un tempo per interpretare il futuro e divenuto, nell’ottica del progetto contemporaneo, un’occasione irrinunciabile per comprendere il passato. Nell’ambito della necessità di definire un percorso capace di restituire valore ad oggetti e sistemi dimessi, si è ritenuto opportuno operare tra questi una scelta, in grado di orientare il visitatore nella molteplicità dei segni che la città manifesta senza classificare. Il percorso archeologico e architettonico, dunque, muove da queste motivazioni e si connota come un tracciato articolato su due differenti livelli temporali: uno capace di connettere le grandi, isolate realizzazioni del mondo romano e uno che invece corre attraverso i lasciti e gli apporti della società medievale. Un asse quasi rettilineo taglia longitudinalmente tutta la città, collegando l’area sacra del tempio di Piazza Savoia al magnifico arco di Augusto, conducendo da qui il visitatore verso lo spazio grandioso dell’anfiteatro. Su questa direttrice di chiara tendenza romana si attestano una serie di percorsi altrettanto importanti che conducono progressivamente al cuore dell’abitato, alle sue espressioni più minute, che entrano ed escono dalle mura, descrivendo appieno la realtà medievale, meno grandiosa e spettacolare di quella romana ma non per questo degna di minore attenzione. Ecco dunque farsi esplicita la realtà di progetto: la volontà di creare un sistema di tracciati che descrivano con la loro morfologia e i propri assetti direzionali gli elementi stessi che vanno a collegare. Il percorso o, a voler essere più precisi, i percorsi così individuati sono resi palesi grazie alla distribuzione lungo gli stessi di una serie di elementi in grado di renderli riconoscibili. Ritorna a questo punto il discorso fatto in apertura circa le coppelle di origine celtica: una serie di oggetti metallici reinterpreta in chiave contemporanea proprio questo complesso sistema di incisione rupestre. Piastre leggere e flessibili formate dall’alternarsi continuo di elementi circolari e di linee che li collegano tra loro , illuminate nelle ore notturne, diventano i segni distintivi del percorso, i simboli che il visitatore associa alla presenza di un tracciato da seguire. Si tratta di oggetti che hanno una funzione artistica e segnaletica al tempo stesso, che non alterano la città ma la arricchiscono di segni particolari e unici, tratti direttamente dalla storia del sito stesso e in esso ricollocati assolvendo alle funzioni tipiche della guida e dell’orientamento. Accanto alle riproduzioni del sistema che regola le coppelle, altri oggetti andranno ad arricchire il percorso con una funzione non soltanto indicativa ma esplicativa di quanto sul percorso il visitatore incontra. Semplicissimi totem in legno troveranno collocazione laddove effettivamente sorgono i manufatti antichi degni di particolare riguardo. Se le coppelle orientano il visitatore lungo un percorso in divenire, i totem invitano alla sosta e alla permanenza. L’intervento contemporaneo si unisce e si compenetra alle rimanenze antiche, mette in mostra se stesso e al tempo stesso denuncia chiaramente la sua origine e la sua struttura concettuale. Il sistema delle coppelle funziona a tutte le scale, come elemento generatore di Piazza Savoia, come guida lungo il percorso e, infine, come oggetto reale in mostra lungo il percorso stesso. Nell’ambito di quanto esposto sinora, Piazza Savoia rappresenta il momento indiscutibilmente più importante, il luogo in cui convergono le istanze romane e quelle medievali, il punto da cui tutti i percorsi hanno origine. Per quanto concerne la scala urbana, si è deciso di intervenire rispettando il più possibile l’assetto previsto dal recente progetto di viabilità attualmente in corso di realizzazione. In questo modo i lavori di pavimentazione delle zone destinate al traffico veicolare e la sistemazione delle aree pedonali finora realizzati non dovranno subire variazioni considerevoli e garantiranno un notevole risparmio sia dal punto di vista delle tempistiche sia per ciò che concerne gli aspetti più strettamente economici del progetto. Si è tuttavia pensato di diminuire gli spazi destinati alla sosta delle vetture, liberando una parte della piazza e restituendola alla fruibilità del pubblico a piedi; i parcheggi rimasti saranno destinati essenzialmente alle funzioni fondamentali di sosta dei disabili e di carico e scarico delle merci. Sul lato opposto, un ampio slargo consentirà di ristabilire la fermata e la temporanea permanenza degli autobus. I restanti parcheggi saranno trasferiti all’interno del cortile del complesso scolastico. Il progetto non mira dunque a modificare la struttura della piazza, né a stravolgerne il significato; alcuni accorgimenti sono sufficienti affinché l’epicentro delle antiche genti romane e medievali possa trovare un corrispettivo valore anche nel vivere contemporaneo. Le rovine del tempio romano vengono valorizzate mediante lo studio e la progettazione di una serie di spazi circolari destinati alla sosta tra loro collegati da passaggi più o meno rettilinei. È ancora una volta il disegno ancestrale delle coppelle celtiche a definire lo spazio storico. Una serie di quattro piattaforme lignee circolari accoglie i pedoni che giungono nella piazza e che desiderano avvicinarsi agli scavi archeologici del tempio romano: sono dunque gli stessi osservatori che diventano il fluido in circolazione continua all’interno delle “coppelle”, coloro che disegnano la morfologia della piazza e del tempio attraverso gli spostamenti lungo le direttrici rettilinee e la permanenza negli spazi centripeti. Un ultimo elemento di progetto arricchisce l’area del tempio e ne valorizza le potenzialità: per evocare lo spazio reale occupato dal tempio nonché per spiegare la presenza antica di un importante colonnato ad oggi andato perduto, si è deciso di posizionare in prossimità degli accessi alla zona degli scavi, esattamente in corrispondenza dei punti in cui un tempo sorgevano le colonne, una serie di elementi verticali tanto visibili quanto leggeri, realizzati con gli stessi materiali e modalità utilizzate nel resto del percorso per i totem, la segnaletica, le passerelle. Il sistema così descritto rappresenta un unico insieme coeso di elementi progettuali siano essi di carattere urbano, architettonico o semplicemente indicativo. Le coppelle diventano la chiave di lettura privilegiata di un complesso organismo stratificato, si articolano come passerelle, simboli, oggetti concreti; emergono dal tessuto urbano a volte reali e a volte semplicemente evocate, guidano insomma le genti future attraverso le impronte indelebili di un grandioso passato.
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    Project details
    • Year 2009
    • Client Provincia di Torino
    • Status Competition works
    • Type Recovery/Restoration of Historic Buildings
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