Christian de Portzamparc
Architect Paris / France


Suzhou Bay Grand Theater
Suzhou / China / 2020

Shangyin Opera House
Shanghai / China / 2019

Paris La Défense Arena
PARIS LA DEFENSE / France / 2017

Prism Tower
New York / United States / 2015

Christian Dior Flagship in Seoul
Seoul / South Korea / 2015

One57 Tower
New York / United States / 2014

Cidade das Artes
Rio de Janeiro / Brazil / 2013

Chateau Cheval Blanc Winery
Saint-Emilion / France / 2011

the Great Theater of Casablanca
White House / Morocco / 2009

The Hergé Museum
Louvain-la-Neuve / Belgium / 2009
Il suo primo importante progetto fu quello della Città della Musica al Parco de la Villette, uno dei Grands Projets commissionati dal presidente François Mitterrand. Il progetto ha visto due principali fasi di realizzazione: la West Wing con il Conservatorio Nazionale di Musica e Danza, oltre a varie sale e residenze per studenti, terminata nel 1990, e la East Wing, inaugurata nel 1995.
Nel progetto della Città della Musica, ma anche in tantissimi altri suoi progetti, Christian de Portzamparc porta avanti il concetto del cosiddetto “isolato aperto”, in francese ilot ouvert, teorizzato per la prima volta nel progetto di edilizia abitativa Haute-Formes a Parigi. L’ilot ouvert è un nuovo modo di concepire lo spazio urbano dell’isolato non più come a sé stante, chiuso in sé stesso, ma come luogo in cui la luce e lo sguardo possano spaziare. Questa concezione di isolato aperto va in netto contrasto con i blocchi tipici della città di Haussmann, regolari nelle dimensioni, tutti uguali in altezza, con valenza quasi di quinte scenografiche a corredo della imponente rete di viabilità stradale. Portzamparc preferisce invece la libertà compositiva, sia nei volumi che nei materiali, puntando sulla qualità del vivere e sulla bellezza della diversità. Nel 2018 la Japan Art Association (JAA) gli ha assegnato il prestigioso Praemium Imperiale.

Christian de Portzamparc, classe 1944, è stato il primo architetto francese a vincere il premio Pritzer Architecture Prize nel 1994, all’età di 50 anni. Noto urbanista, ha iniziato a studiare architettura nel 1962 all'École Nationale des Beaux-Arts di Parigi, assecondando l’interesse che alcuni disegni di Le Corbusier avevano suscitato in lui già da giovanissimo. Non fu sempre convinto però che la carriera come architetto fosse la sua vera strada: da appassionato di arte, pittura e scultura, durante gli studi mise in discussione l’architettura, ritenendola troppo burocratica e condizionata. Dopo un periodo vissuto a New York, conseguì la laurea nel 1969, e trascorse alcuni anni successivi a studiare come l’architettura potesse migliorare la vita della gente, unendosi ad un gruppo di sociologi con i quali capì in che modo le persone interagiscono con gli edifici e con i quartieri delle città. Questo periodo lo aiutò a comprendere l’importante valore sociale dell’architettura, che sfociò poi nel suo interesse per l’urbanistica. Il suo primo importante progetto fu quello della Città della Musica al Parco de la Villette, uno dei Grands Projets commissionati dal presidente François Mitterrand. Il progetto ha visto due principali fasi di realizzazione: la West Wing con il Conservatorio Nazionale di Musica e Danza, oltre a varie sale e residenze per studenti, terminata nel 1990, e la East Wing, inaugurata nel 1995. Nel progetto della Città della Musica, ma anche in tantissimi altri suoi progetti, Christian de Portzamparc porta avanti il concetto del cosiddetto “isolato aperto”, in francese ilot ouvert, teorizzato per la prima volta nel progetto di edilizia abitativa Haute-Formes a Parigi. L’ilot ouvert è un nuovo modo di concepire lo spazio urbano dell’isolato non più come a sé stante, chiuso in sé stesso, ma come luogo in cui la luce e lo sguardo possano spaziare. Questa concezione di isolato aperto va in netto contrasto con i blocchi tipici della città di Haussmann, regolari nelle dimensioni, tutti uguali in altezza, con valenza quasi di quinte scenografiche a corredo della imponente rete di viabilità stradale. Portzamparc preferisce invece la libertà compositiva, sia nei volumi che nei materiali, puntando sulla qualità del vivere e sulla bellezza della diversità. Nel 2018 la Japan Art Association (JAA) gli ha assegnato il prestigioso Praemium Imperiale.